Web Radio a rischio chiusura!

Fine corsa per le radio e le televisioni che usano il web per trasmettere, almeno per quelle non costituite come società di capitali.

RISCHIO CHIUSURA PER LE WEB RADIO E CENSURA DI STATO

 

Fine corsa per le radio e le televisioni che usano il web per trasmettere, almeno per quelle non costituite come società di capitali. Un esempio di struttura che verrà colpita da questo provvedimento se divenisse definitivo: Radiorock.To, la podcast radio e il blog che state leggendo in questo momento.
E’ stata infatti diffusa giovedì la delibera dell’Agcom che sancisce definitivamente l’inasprimento delle norme nei confronti dei promotori di Web-Tv e Web-Radio. L’Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha così recepito il decreto “Romani” sui Media audiovisivi che, tra l’altro, prevede una serie di norme tra le più repressive d’Europa nei confronti del file-sharing. Chi vorrà gestire un sito web con servizi televisivi o radiofonici dovrà obbligatoriamente presentare una dichiarazione d’inizio attività, DIA, versando inoltre 750 euro per le autorizzazioni ad Agcom che raddoppiano nel caso le web-Tv siano dotate di palinsesto. Questo nuovo balzello privilegerà i servizi commerciali a discapito delle migliaia di web-tv e web-radio on demand che trasmettono gratuitamente.
Su questo aspetto l’Agcom dovrebbe esprimersi all’inizio di questa settimana, mentre già filtrano voci sulle sue intenzioni: il testo su cui Agcom si stava orientando ipotizzava misure di severità inaudita, per oscurare siti e bloccare il peer to peer. In sintesi: Agcom voleva imporre ai provider di oscurare siti collegabili anche indirettamente all’attività di pirateria e di bloccare il traffico peer to peer degli utenti. Il tutto, a fronte di segnalazione delle forze dell’ordine o dei detentori di diritto d’autore. Ad oggi invece si oscurano siti solo a fronte di richiesta di un’autorità giudiziaria e in nessun modo si blocca il traffico peer to peer degli utenti. Sono misure che a detta degli esperti di diritto violano norme comunitarie, sono forse persino anticostituzionali e contrastano con il normale funzionamento di Internet. È ancora presto per cantare vittoria, ma la sensazione è che Internet al momento l’ha scampata bella. Il futuro testo Agcom sul copyright, se arriverà, dovrebbe essere più moderato. Alla fine il testo approvato su web radio e web tv lineari alleggerisce gli obblighi che si leggevano nella bozza di regolamento, criticata dai soggetti interessati.
Il costo per l’autorizzazione indicato prima era infatti di tremila euro. Dovranno inoltre presentare solo una DIA, dichiarazione di inizio attività, e poi cominciare subito a trasmettere. Nella bozza precedente invece si chiedeva alle web tv lineari di chiedere autorizzazione ad Agcom e aspettare 60 giorni la risposta, prima di trasmettere. Finora l’Autorità ha deliberato solo sulle web tv più simili ai normali canali televisivi lineari: quelle cioè con un palinsesto. Ha rimandato a lunedì la decisione sulle web tv con video on demand, che sono la maggioranza delle migliaia di web tv italiane. È probabile che per queste tv gli oneri saranno ancora più leggeri, visto che c’era questa diversa proporzione nel testo di bozza.
Anche se alleggerite, le regole su web tv e web radio sono una svolta nello scenario italiano. Finora infatti quei servizi hanno trasmesso in totale libertà, senza dover affrontare costi di autorizzazione né burocrazia. Questi potrebbero essere tali da scoraggiare alcune, se non molte, web tv e web radio non commerciali, come ad esempio RRTO.
Attendiamo di poter leggere il regolamento, ancora non pubblicato, per scoprire tutti i nuovi oneri burocratici e valutarne il peso. La verità ultima è che questo governo, come dimostra persino per la televisione generalista, ha paura della circolazione della libera informazione anche sul web, come un governo cinese qualsiasi. Ma così come nemmeno Pechino riesce a frenare l’indipendenza della rete noi dobbiamo attuare i criteri necessari al rispetto dell’articolo 21 della Costituzione italiana. Esistono i mezzi tecnico-informatici e tecnico-giuridici per continuare a trasmettere, ma la parte della protesta avrà un senso solo se a farsi protagonisti saranno gli utenti, cioè voi che leggete, voi che ascoltate gratuitamente il lavoro che decine di persone in questa web-radio o podcast-radio svolgono per passione. Aspettiamo stavolta numerosi i vostri commenti, anche solo per dire “io ci sono”, per darci la forza di resistere a questo ennesimo attacco alla libertà d’espressione in violazione delle norme italiane ed europee.

 

Gianluca Cicinelli per www.radiorock.to

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