“Il Cantico che non c’era”

Le scienze ecologiche varcano i sogli della Chiesa romana. L’enciclica Laudato si‘ di Bergoglio è innanzitutto un omaggio – esplicito in molti passaggi – alle scienze naturali e ai movimenti che le hanno sorrette.

 

  NEWSLETTER DI COMUNE

IL CANTICO CHE NON C’ERA
Le scienze ecologiche varcano i sogli della Chiesa romana. L’enciclica Laudato si‘ di Bergoglio è innanzitutto un omaggio – esplicito in molti passaggi – alle scienze naturali e ai movimenti che le hanno sorrette. Irrisi come catastrofisti retrogradi, anime belle e via dicendo, è venuto il momento della rivincita. “L’umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia”, si legge nell’enciclica. Ma c’è di più: crisi ambientale e sofferenza degli esclusi, degli “scarti umani” sono visti in “intima relazione”. Bergoglio giunge anche a sperare che sia “arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo”. Manca il coraggio di guardare alle radici delle contraddizioni del mercato, cioè le relazioni sociali imposte dal capitalismo, mai nominato. Il testo, in ogni caso, chiama cattolici e non ad attivarsi per superare le cause strutturali e culturali che determinano questo pericoloso stato di cose e lascia aperte le porte per sperimentare diverse vie di uscita. Non si potrebbe chiedere di più. Abbiamo chiesto a Paolo Caccari un’analisi dell’enciclica: ecco un’ottima, lunga e articolata lettura critica, ambientalista e libertaria, di Laudato si‘
PAOLO CACCIARI

SMETTIAMOLA DI ACCUMULARE DENARO E OGGETTI M. PALLANTE

È IL MONDO DI TUTTI, DICONO LE DONNE V. BENHOLDT-THOMSEN

DIETRO LA CATTEDRA, SOTTO IL BANCO
Il libro L’erba voglio, l’omonima rivista bimestrale, una collana di libri e l’asilo autogestito di Porta Ticinese a Milano. Uno dei frutti più importanti di pratica non autoritaria nella scuola è nato negli anni ’70 e ha messo insieme idee e pratiche di maestre d’asilo, insegnanti di scuole elementari e medie, ma anche studenti, operai, psicologi, genitori. La ricchezza di quel fermento e la rottura che hanno provocato intorno a molti temi, dalla sessualità infantile alla relazione uomo-donna, hanno favorito la maturazione di acquisizioni della coscienza e punti di vista contro e oltre la pedagogia tradizionale di grande profondità, che rendono ancora oggi ricco, complesso e importante il significato del termine “educazione sessuale”. A questi temi è dedicato un saggio preparato per un dvd destinato agli insegnanti, ma mai realizzato, di Lea Melandri: l’autrice, lo ha condiviso con Comune in queste settimane di grande agitazione nella scuola. Il no contro la Buona scuola appena approvata e contro manifestazioni dal sapore reazionario come quella di sabato 18, restano prima di tutto un grido per un apprendimento diverso. Un grido di libertà
LEA MELANDRI

SONO UNA MAESTRA DISOBBEDIENTE
Il disegno di legge la “Buona scuola”è stato approvato. Molti tra gli insegnanti che hanno gridato il loro no in questi mesi sono pronti a non applicare la riforma. “Sono una maestra disobbediente, con difficile spirito di adattamento alla continua burocratizzazione della scuola – scrive Valentina, maestra, precaria da quindici anni – e allo stress dei programmi ministeriali. Punto sulla creatività… Non rinuncio alla conversazione, indispensabile per stimolare il pensiero critico… Mi interessa una scuola laboratoriale che esca dalla classe … Credo in una scuola interdisciplinare, dove si impari facendo … In una scuola che corre, dove alla materna si preparano i bamb ini per la primaria, alla primaria per le medie e via così, io antepongo una scuola che parta dal bambino, dai suoi interessi e tempi, ma soprattutto attenta al qui e ora… Tendenzialmente non salgo in cattedra, ne scendo… Per insegnanti come me in questa riforma della scuola non c’è spazio”
VALENTINA GUASTINI
 

LA PIAZZA E IL PALAZZO: SYNTAGMA E SYRIZA
Ogni volta che qualcuno ordina ai media di ridare la carica, il meccanismo dell’angoscia, puntuale, parte di nuovo: affonderà la Grecia? Chi salverà Atene? I mercati tornano ottimisti, poi però, in serata, s’innervosiscono. Volubili, volatili, permeabili. Tutta l’Europa trattiene il fiato ma poi: “Ultima spiaggia per Tsipras”, domani l’incontro con Juncker e Lagarde. Come andare a cena con gli squali. La Grecia affonda. Per Atene si apre uno spiraglio. Grexit inevitabile. Da Washington implorano: non regalate le splendide isole greche a Putin. Chi ci rimette col default? Gli ultimi giorni del tenebroso Varoufakis… Salutiamo l’attualit&agr ave; mediatica sfrenata del volo di avvoltoi sull’estenuato popolo ellenico con un’intervista, vecchia di qualche mese ma ancora interessante, utile, bella. Non è quella tra Tsipras e la Merkel la relazione dialettica che ci appassiona. Anche noi stiamo col fiato sospeso ma il punto di vista con cui guardiamo le cose è diverso. Lo racconta l’architetto Stavros Stavrides
A. FERNANDEZ-SAVATER

TORNO SUBITO HA RIPRESO IL VIAGGIO
C’è Ilaria, neo disoccupata, che ha fatto domanda per avere l’indennità di disoccupazione, e vuole sapere se, in attesa della risposta, può partecipare al bando di Torno Subito (sì, ma dovrà poi rinunciare all’indennità). C’è Ruby che chiede se i partner per il tempo da trascorrere all’estero sono solo quelli indicati nel sito (no, la scelta non è limitata). C’è Roberta che ritiene che non valga la pena di impiegare una settimana per completare la documentazione e poi usufruire di soli 600 euro al mese (i rimborsi per un progetto di “formazione lunga” possono arrivare a 28 mila euro, i 600 euro sono solo il rimbo rso per l’attività in ambito lavorativo fuori dal Lazio, cui vanno aggiunti i costi di viaggio, vitto e alloggio che variano a seconda della regione italiana o del paese estero). Quando si fanno scelte di vita entusiasmanti ma impegnative e si fa un progetto serio per il proprio futuro, il tempo che ci vuole ci vuole. I dubbi possono essere molti e talvolta sorgono all’improvviso. Oltre a leggere il bando con la massima attenzione, però, c’è un profilo Facebook Torno Subito che aiuta a chiarirli con puntualità e chiarezza. Provare per credere
RC

SPAZI CHE DIVENTANO LUOGHI. FOTO
È più facile creare un mondo nuovo, dicono gli zapatisti, che rifare questo. Se l’accoglienza non c’è, sepolta da ruspe, razzismi istituzionali e mafie capitali, allora creiamola da soli, devono aver pensato quelli del Presidio Permanente No Borders Ventimiglia o le realtà romane – Libera Repubblica di San Lorenzo in primis ma anche Casa internazionale delle donne, Casetta rossa, gruppi scout – che hanno allestito punti raccolta di beni di prima necessità per i profughi della Tiburtina. Due settimane di ribellarsi facendo, naturalmente invisibili ai “grandi” media, tra cibo, vestiti, giocattoli, saponi, assemblee, giochi in strada. Due settimane pe r trasformare insieme spazi destinati a scarti umani in luoghi abitati da persone. Qui una galleria fotografica, realizzata da Adamo Banelli, tra i migranti e i profughi (soprattutto eritrei) della Tiburtina, a Roma
RC

LE OMBRE MIGRANTI DEL SAHEL
Non tutti hanno la fortuna di portare la pazza corsa verso la speranza di una vita migliore fino ai comodi scogli di Ventimiglia. Non tutti riescono a raggiungere gli spensierati locali di un edificio italiano sotto le cui finestre la gente passa e urla che gli fai paura e te ne devi andare. Molti non ce la fanno. Non riescono nemmeno ad arrivarci a quel mare profondo e blu che ne ha inghiottiti tanti da non poterli più digerire. Non ce l’ha fatta Keita, derubato e torturato dalla polizia libica, che si dispera umiliato perché è tornato in Senegal vinto e senza nemmeno un regalo (a parte la sua vita) per i bambini. E non ce l’ha fatta Lucky, che sognava di vivere facendo le trecce ma ha contratto l&rs quo;Aids e coprirà i capelli per sempre nel reparto di accoglienza delle suore di Santa Teresa. Sono le ombre che camminano nei deserti del Sahel. Dal suo ineguagliabile osservatorio a Niamey, Mauro Armanino riesce a vederne il profilo e le disegna per noi
MAURO ARMANINO

VOI DA CHE PARTE STATE?
“Quando un uomo, perché di questo si tratta, arriva a nascondersi sotto un camion per raggiungere la terra promessa, per me ha ragione quell’uomo. Poi ci sono i documenti, i bolli, le quote …. io starò sempre con chi viaggia per cercare qualcosa di meglio – scrive Saverio Tommasi -, perché si chiama libertà”
SAVERIO TOMMASI

IN COMUNE
Il mondo delle cose morte domina sulle cose vive. È il regno della competitività e della disgregazione dei legami sociali. Ma comunione, comunità, comunismo, mettere in comune, anche se poco visibili, sono per molti prospettive antiche per il presente
ALAIN GOUSSOT

A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA
Per Kiko Arguello, fondatore del movimento neocatecumenale (a cui aderiscono 20.000 comunità di tutto il mondo) e grande protagonista della manifestazione Stop Gender di sabato 20 giugno, il femminicidio è colpa delle mogli che abbandonano i mariti
MARIA G. DI RIENZO

QUELLA FOLLA IN PIAZZA SAN GIOVANNI LAURA FANO

L’ECONOMIA? UN’INVENZIONE
Nella grammatica dell’economista c’è spazio solo per denaro, concorrenza, ricavi, profitti. Le persone sono costi da comprimere. La natura merce da vendere. Ora è chiaro a tutti: l’economia è soltanto il risultato dell’interesse dominante. Noi, persone comuni nullatenenti, troveremo la soluzione ai nostri problemi, quello dell’abitare, dello studiare, del curarci, del provvedere a noi stessi, solo quando usciamo dal sistema dei mercanti e tentatiamo insieme ad altri e altre di costruirne un altro al servizio delle persone
FRANCESCO GESUALDI

IN UN MONDO DI MASCHERE
Viviamo ogni giorno tra paranoie collettive, inseguendo identità (dottore, avvocato, manager, latin lover, padre di famiglia…) e disprezzando coloro che vivono ai margini. Tuttavia, ci sono anche coloro cha sanno godersi una bella mattina di sole, quelli che non vivono mai al centro, chi onora ogni giorno la bellezza delle cose, chi rifiuta la dittatura del denaro
LUCILIO SANTONI

IN OSPEDALE, LA SIGNORA ANZIANA
“Conversando con la signora Italia, che però è in Germania che ha vissuto per metà della sua vita; ottantatre anni ma non li dimostra, occhi di gatto e capelli lisci rugginosi, in ortopedia in attesa di un posto in nefrologia… La signora anziana non spende soldi, non compra vestiti, solo le scarpe se si rompono. Non va al ristorante, non va al mare … Non mangia il gelato … Non va al cinema, la messa è gratis e poi c’è la tivù … La signora anziana con la pensione minima paga le bollette e l’Imu, ha i figli lontani e prende l’insulina … La signora anziana impara a farsi bastare, a mantenersi, a tenersi per mano da sola. A raccogliere le pietre di scarto. Pensa sempre a qualcuno quando prepara da mangiare. «Vuole un’albicocca signora?» «Sì, grazie. È la mia frutta preferita»”
ROSARIA GASPARRO

 

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