[(n)PCI] “Avere il coraggio di portare la rivoluzione socialista alla vittoria!”

Comunicato CC 32/2023 – 31 dicembre 2023

 

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L’augurio del (n)PCI per il nuovo anno

Avere il coraggio di portare la rivoluzione socialista alla vittoria!

La crisi della società borghese è mondiale. Anche la rivoluzione socialista è mondiale, ma la rivoluzione mondiale è combinazione di rivoluzioni nazionali vincenti in paesi che via via stabiliscono tra loro rapporti di solidarietà, collaborazione e scambio. Il primo paese imperialista in cui i comunisti porteranno le masse popolari a instaurare il socialismo aprirà la via e mostrerà la strada anche alle masse popolari del resto del mondo e si gioverà del loro appoggio. Nostro compito è promuovere la rivoluzione socialista nel nostro paese: solo così facendo diamo anche il massimo contributo alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e allo sviluppo della seconda ondata della rivoluzione socialista in tutto il mondo. Nel nostro paese la costituzione del Governo di Blocco Popolare (GBP) è un passo indispensabile del percorso verso l’instaurazione del socialismo: il (n)PCI la promuove inserendosi in ogni episodio e contesto della lotta di classe per mobilitare gli operai e il resto delle masse popolari, portarli a rafforzarsi in termini di organizzazione e coscienza, creare così le condizioni per la costituzione del GBP che darà inizio a uno scontro di livello superiore e avanzare fino all’instaurazione del socialismo.

Alla luce del compito storico che stiamo svolgendo nel nostro paese, salutiamo tutti quelli che ovunque nel mondo resistono alle misure imposte dal sistema imperialista mondiale e ci uniamo a quelli che combattono per porvi fine.

Il contesto internazionale è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) in ogni paese e allo sviluppo della seconda ondata mondiale di rivoluzioni socialiste e di nuova democrazia. L’ordine mondiale della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei è in frantumi. Menano colpi a destra e a manca nel tentativo comune a tutti i gruppi imperialisti di prolungare l’esistenza del loro sistema di relazioni sociali: il complesso militare-industriale-finanziario USA per preservare il dominio che i gruppi imperialisti USA hanno imposto nel mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale, ogni gruppo imperialista per valorizzare il proprio capitale con affari finanziari, con speculazioni, grandi opere ed eventi inutili se non anche dannosi, ingigantendo i debiti pubblici, con guerre e altre simili operazioni. Ma il loro è un tentativo tanto frenetico quanto vano. Ogni mossa che fanno, ogni iniziativa che prendono, ogni colpo che menano accresce l’insofferenza delle masse popolari, ne allarga il distacco dalle istituzioni politiche della borghesia imperialista, alimenta la sfiducia e il disprezzo verso i suoi partiti ed esponenti politici: quindi aggrava l’instabilità del regime politico in ogni paese imperialista. L’aver imbottito di soldi e armi il governo fantoccio di Zelensky non è servito ad aver ragione dell’operazione militare con cui il 22 febbraio 2022 la Federazione Russa ha bloccato il loro piano di estendere la NATO alle repubbliche asiatiche fino ai confini della Repubblica Popolare Cinese, sta alimentando l’opposizione contro le autorità di Kiev che usano la popolazione ucraina come carne da macello al servizio della NATO, ha suscitato nei paesi imperialisti la mobilitazione delle masse popolari contro la guerra che i governi USA e NATO conducono in Ucraina contro la Federazione Russa. Ancora più ampia è la mobilitazione popolare contro il sostegno che gli stessi governi danno all’annientamento della popolazione araba in Palestina perseguito dallo Stato sionista d’Israele. Le sanzioni, le requisizioni di fondi depositati all’estero e altre analoghe operazioni contro la Federazione Russa e altri “Stati canaglia” hanno alimentato il processo di de-dollarizzazione del sistema di relazioni monetarie internazionali. L’allargamento dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) gli imprimerà un’ulteriore accelerazione e sei nuovi paesi si sono già candidati a farne parte dal 1° gennaio 2024, ma sono 40 quelli che hanno fatto ufficialmente domanda o hanno manifestato il loro interesse a farne parte. I paesi le cui autorità vogliono liberarsi dal dominio politico-militare ed economico-finanziario degli imperialisti USA aumentano, la Repubblica Popolare Cinese sta diventando il centro di aggregazione di essi. La Comunità Internazionale capeggiata dagli imperialisti USA deve sempre più ricorrere e ricorrerà a scontri militari aperti. Ma nessuna delle guerre degli ultimi 50 anni, dall’Iraq alla Somalia, dalla Libia alla Siria, dall’Afghanistan ai paesi del Sahel, si è conclusa con risultati soddisfacenti per i gruppi imperialisti che le hanno promosse. La sconfitta USA in Afghanistan, la ritirata francese dal Sahel, la lotta del popolo palestinese hanno mostrato e mostrano la loro debolezza anche militare quando si scontrano con le masse popolari.

Risulteranno ancora più deboli man mano che le masse popolari avranno alla loro testa partiti comunisti che applicano ognuno il marxismo-leninismo-maoismo nella situazione particolare del proprio paese. Il dibattito in corso nel movimento comunista internazionale sull’imperialismo, sulla natura della guerra in corso in Ucraina, sul ruolo e la natura della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese, sulla linea del multipolarismo è un dibattito salutare, molto più avanzato di quello che si era creato tra i partiti della Seconda Internazionale alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Esso nei paesi imperialisti porterà alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato.

Per quanto riguarda il nostro paese, il 2023 si chiude con mobilitazioni diffuse in ognuno dei fronti in cui si articola la lotta di classe, con organismi operai e popolari che hanno assunto il ruolo di centri promotori della lotta in alcuni di questi fronti e che si sono coordinati maggiormente tra loro, con un movimento generale di protesta e opposizione indirizzato apertamente contro il governo Meloni, con i progressi del movimento comunista cosciente e organizzato che la Carovana del (n)PCI (P.CARC, (n)PCI, gruppi e individui loro collaboratori) promuove con crescente vigore e scienza.

Noi comunisti dobbiamo non solo sostenere e ampliare la mobilitazione popolare in corso, ma anche rafforzarla portando in essa la coscienza che il capitalismo è la causa dei mali che affliggono l’umanità, che mettere fine al capitalismo è possibile (l’URSS di Lenin e di Stalin ha dato lezioni per alcuni decenni, i paesi socialisti – RPC, Corea del Nord, Vietnam, Laos, Cuba – lo dimostrano, lo sviluppo raggiunto dalla causa del socialismo nel mondo lo conferma) e che proprio le masse popolari dei paesi imperialisti hanno un ruolo determinante nel realizzare questo obiettivo indispensabile di tutta l’umanità. La diffusa e crescente insofferenza delle masse popolari dei paesi imperialisti verso il regime politico vigente in ognuno di essi – dagli USA alla Germania, dal Regno Unito alla Francia, dalla Spagna all’Italia – mostra che esse lo realizzeranno. È la velocità alla quale noi comunisti organizzati dei paesi imperialisti eleviamo il nostro livello di comprensione del corso delle cose, di assimilazione della scienza comunista, il marxismo-leninismo-maoismo e dell’uso di essa nel far avanzare la rivoluzione socialista che determina la velocità di tutto il processo.

La rivoluzione socialista è opera delle masse popolari, ma essa avanza perché i comunisti elevano la propria comprensione delle condizioni in cui si svolge la lotta del proletariato contro la borghesia e tengono l’iniziativa in mano!

La nuova guerra mondiale a pezzi, lo smantellamento dell’apparato produttivo, il disastro ecologico, lo sfascio della sanità pubblica, la disoccupazione, la precarietà e la miseria crescente sono il risultato del sistema di relazioni sociali vigente nei paesi imperialisti e del sistema di relazioni internazionali che essi hanno imposto nel mondo. Per porvi fine bisogna porre fine a quel sistema, cioè instaurare il socialismo. Questa è una linea generale: per attuarla occorre un partito comunista capace, per la concezione che lo guida e per la sua organizzazione, di tradurre questo compito storico in obiettivi particolari che il movimento di massa realizza. In questo consiste oggi promuovere la guerra popolare rivoluzionaria in un paese imperialista come l’Italia. Limitarsi a denunciare le manifestazioni della crisi, limitarsi a porre obiettivi rivendicativi, persistere nell’elettoralismo, rifiutare l’organizzazione clandestina del partito comunista sono altrettante manifestazioni di un atteggiamento non serio di fronte alla crisi generale. Dirette da un partito comunista all’altezza dei suoi compiti, la classe operaia e le masse popolari di un paese imperialista come l’Italia possono instaurare il socialismo.

La lotta contro la precettazione e le altre limitazioni del diritto di sciopero di cui con lo sciopero del trasporto pubblico del 15 dicembre i sindacati di base si sono in qualche modo messi alla testa, il fallimento dell’operazione di “unità nazionale” attorno al governo Meloni dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin e la manifestazione del 25 novembre contro i femminicidi, la partecipazione allo sciopero generale di CGIL e UIL tra il 17 novembre e l’1 dicembre contro la manovra finanziaria del governo Meloni, hanno confermato la lezione data dalle mobilitazioni operaie e popolari succedutesi dal giugno 2010 (FIAT di Pomigliano d’Arco – referendum 22 giugno) fino a febbraio 2011. Quando un centro autorevole (autorevole per il ruolo svolto e le relazioni stabilite nel corso della storia che abbiamo alle spalle, quindi per il prestigio di cui gode e i legami che ha con le masse) chiama alla lotta contro la Repubblica Pontificia, una parte importante delle masse popolari del nostro paese risponde e si mobilita. Questa lezione è di grande importanza sia per comprendere in modo giusto quello che succede nel nostro paese sia per stabilire come fare per andare verso l’instaurazione del socialismo, cioè per condurre con successo la guerra popolare rivoluzionaria che promuoviamo per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo. È una lezione di grande importanza per lo Stato Maggiore della classe operaia che questa guerra deve promuovere e dirigere, accumulando nel corso stesso della guerra anche il grosso delle forze necessarie per condurla. È la smentita di tutte le teorie e i discorsi elaborati e diffusi in questi anni da esponenti della sinistra borghese e da vari sedicenti comunisti che la rivoluzione socialista è impossibile, che le masse popolari sono arretrate, che gli operai sono imborghesiti, reazionari o sfiduciati. Non la degenerazione delle masse popolari, ma la mancanza di una direzione già autorevole che nella situazione creata dalla nuova crisi generale le chiamasse alla mobilitazione: questo è ciò che ha indebolito la resistenza delle masse popolari, l’ha fatta scomparire dal teatrino della politica borghese e le ha tolto voce nel paese.

Noi comunisti stiamo costruendo una nuova direzione delle masse popolari. Oggi essa non è ancora una direzione autorevole: lo diventerà nel corso delle campagne e delle battaglie che via via conduciamo. Per questo oggi noi comunisti, con le nostre poche forze ma combinando il metodo della linea di massa e il metodo delle leve che ci permettono di orientare forze più grandi, portiamo tra le OO e le OP la parola d’ordine di costituire il GBP e lavoriamo a creare le condizioni che rendono possibile la costituzione del GBP. Per questo lottiamo, con le nostre poche forze ma servendoci dei metodi della linea di massa e delle leve, affinché ogni organizzazione della sinistra sindacale assuma il ruolo di centro di aggregazione del movimento per la costituzione del GBP. Se attueremo nel concreto il nostro piano tattico in modo che i nostri sforzi siano coronati dal successo e le OO e OP costituiscano il GBP, la rinascita del movimento comunista sarà fortemente accelerata e lottando per la prosecuzione dell’opera iniziata con il GBP formeremo la nuova direzione di cui c’è bisogno per instaurare il socialismo. Se i nostri sforzi non saranno coronati dal successo e non riusciremo a portare le OO e OP a costituire il GBP, dovremo diventare la direzione autorevole di cui c’è bisogno facendo fronte con le forze che abbiamo raccolto, alla mobilitazione reazionaria che avrà il sopravvento.

Bisogna partire dal fatto che la crisi del regime politico della borghesia è inevitabilmente destinata ad aggravarsi. La mobilitazione reazionaria delle masse popolari (“la guerra dei poveri contro i poveri”) è la risorsa a cui la borghesia e il clero devono per forza fare ricorso, perché non hanno altra via per cercare di sopravvivere. La mobilitazione reazionaria qua e là ha fatto passi avanti. Ma il fattore principale è che il regime politico della borghesia è debole: dipende dalle masse popolari e gli interessi immediati di queste sono oramai irrimediabilmente antagonisti a quelli della borghesia imperialista perfino in base al comune buon senso. I padrini della Repubblica Pontificia nel 2022 hanno affidato il governo del nostro paese al partito degli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso e questi hanno fatto un governo sottomesso a USA-NATO e UE-BCE che continua sulla linea dei governi delle Larghe Intese. La repressione che essi accrescono contro le masse popolari è solo rafforzamento del quinto dei pilastri del regime di controrivoluzione preventiva: non è fascistizzazione del paese. Giorgia Meloni e i suoi soci non osano neanche nominare pubblicamente Mussolini. Il fascismo combinò la violenza contro proletari e contadini ribelli e in particolare contro i comunisti (uccise, privandolo di assistenza sanitaria, Gramsci che a causa di errori del partito comunista il governo di Mussolini era riuscito a imprigionare), con promesse demagogiche, parate, riti, cerimonie e parole d’ordine, ma anche con riforme economiche e sociali che scimmiottavano persino l’Unione Sovietica (industria pubblica, statalizzazione del sistema monetario, assistenza e previdenza pubbliche, prosciugamento delle paludi e lavori pubblici) e con guerre (in Libia, in Etiopia, in Spagna, in Albania, in Jugoslavia, in Grecia e infine in Unione Sovietica). Il fascismo dei suoi scimmiottatori da più di 70 anni a questa parte non è che combinazione di operazioni criminali al servizio delle agenzie USA (Strategia della tensione, Gladio, P2 e affini) con la ripetizione di alcune formule, gesti e riti “nazionalisti” del fascismo del secolo scorso.

Bisogna rompere con la tendenza a limitarsi a resistere agli attacchi dei nemici e passare sempre più spesso all’attacco: individuare il punto e il momento giusti, concentrare le forze, attaccare e strappare dei risultati, vincere. Dobbiamo quindi imparare a capire dove, quando e come attaccare per vincere: questo è usare la scienza comunista. La lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo riguarda interi settori produttivi (ex Ilva, ex Alitalia, Stellantis e comparto auto, telecomunicazioni e altri) e coinvolge direttamente decine di migliaia di lavoratori: ogni vertenza particolare è risolvibile con rattoppi temporanei o con ammortizzatori sociali, sussidi e prestiti, ma ogni soluzione particolare per durare e dare frutti ha bisogno della trasformazione generale politica, economica e sociale del paese. La crisi climatica e il disastro ambientale crescono assieme alla crisi economica, l’economia in mano ai gruppi imperialisti è una economia in crisi che devasta il mondo e lo inquina: la risoluzione della crisi economica è anche risoluzione della crisi ecologica, il contrasto tra economia e ambiente, tra lavoro e salute è prodotto dal capitalismo.

Non dobbiamo cedere né agli avventurieri né agli spontaneisti, ma soprattutto dobbiamo combattere gli stati d’animo di sfiducia che inevitabilmente (stante la tradizione, la paura di fronte al nuovo, le incognite che effettivamente ogni nuova impresa presenta, le arretratezze nella comprensione del corso delle cose) serpeggiano tra gli elementi più deboli, anche nelle nostre file. È successo in ogni partito comunista, alla vigilia di ogni scontro. Anche alla vigilia della Rivoluzione d’Ottobre che nel novembre del 1917 ha lanciato l’assalto al cielo e ha sconvolto il mondo, Kamenev e Zinoviev, i due dirigenti del Partito bolscevico che cercarono di sabotare l’insurrezione rendendo pubblici i piani di battaglia del Comitato Centrale del Partito, erano solo le punte estreme di una corrente di dubbiosi ed esitanti.

L’attività sociale delle masse popolari (quella che non dedicano a campare e che non è deviata nella cura della propria stretta cerchia e nelle tre trappole) oggi è dedicata a opporsi all’adozione di misure antipopolari da parte delle autorità borghesi e a contrastarne agli effetti: pensiamo a cosa le masse popolari faranno quando potranno finalmente dedicarsi ad attività costruttive!

Il comunismo è il futuro dell’umanità! Al posto della società borghese con le sue classi e i suoi antagonismi di classe, subentrerà un’associazione nella quale il libero sviluppo di ogni individuo sarà la condizione del libero sviluppo di tutti.

Che ognuno prenda con forza e dignità il suo posto in questa lotta! La nostra vittoria dipende interamente da noi: sta a ognuno di noi comunisti e al nostro partito crescere intellettualmente e moralmente quanto occorre per promuovere la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti!

Se il presente ci sembra buio e il futuro incerto, significa che con i sentimenti e le idee siamo ancora chiusi nell’orizzonte che la borghesia imperialista e il suo clero impongono: dobbiamo liberarcene. Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese! Il nostro futuro lo costruiamo noi!

Avere fiducia nella vittoria della rivoluzione socialista! L’eroico popolo palestinese dimostra alle masse popolari di tutto il mondo che finché conserva e alimenta la fiducia che può vincere, i sionisti d’Israele e i loro mandanti e complici, gli imperialisti americani ed europei, non riescono a vincere per quanto potenti siano le armi di cui dispongono, per quanto feroci e barbari essi siano e sebbene il Vaticano si limiti a chiedere ai suoi fedeli di invocare Dio e la Madonna perché provvedano: i sionisti d’Israele faranno la fine dei nazisti di Hitler e dei fascisti di Mussolini!

Assimiliamo e applichiamo gli insegnamenti della Rivoluzione d’Ottobre per condurre con successo la lotta in corso! Che le celebrazioni del centenario della morte di Lenin (21 gennaio 1924), fondatore del primo paese socialista e della prima Internazionale Comunista, siano altrettante occasioni per assimilare quegli insegnamenti!

 

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