Rosalba Romano: “Non sarò l’aguzzina di me stessa, non pagherò niente, neanche un centesimo per quella condanna”

Non sarò l’aguzzina di me stessa e fra passare la vita a rincorrere i debiti per una condanna inaccettabile e risarcire un poliziotto, ho preferito prendere la via della lotta: ho deciso che non pagherò niente, neanche un centesimo, per quella condanna.

Rosalba Romano: “Non sarò l’aguzzina di me stessa, non pagherò niente, neanche un centesimo per quella condanna”

Sono Rosalba Romano,
condannata dal tribunale di Milano con l’accusa di aver diffamato un poliziotto che prestava servizio nel VII reparto mobile di Bologna, un reparto tristemente famoso per i pestaggi, gli abusi e gli arbitrii di cui i suoi membri si sono resi protagonisti nella storia recente del nostro paese, come al G8 di Genova.
La condanna a me è la condanna a Vigilanza Democratica un sito, oggi chiuso, con cui oltre essere l’intestataria ho collaborato attivamente per denunciare non solo gli autori degli abusi in divisa ma per dimostrare che non esistono mele marce, che fra gli abusi compiuti dai singoli agenti, le alte sfere di comando e i comitati di affari c’è un filo nero, per dimostrare che quel filo nero è lo stesso che lega gli omicidi di stato con la repressione nelle piazze e negli stadi, il razzismo di stato e il progressivo restringimento dei diritti e delle libertà politiche e sociali.
La repressione economica è una specie di condanna permanente, di ricatto costante perché la pena, estorta a suon di multe e risarcimenti, va al di la del singolo: colpisce il singolo e colpisce le famiglie, colpisce soprattutto e in particolare i lavoratori. Per un ricco padrone 4mila euro di multa o 50mila euro di risarcimento sono spiccioli: a un lavoratore gli rovinano la vita!
La repressione colpisce chi si mobilita e si attiva per far valere un diritto che in questo paese è ancora scritto nella Costituzione: nel mio caso il diritto di informazione, di cronaca e di espressione, nel caso degli operai il diritto di sciopero. Se al mio caso aggiungiamo quello degli operai del SICOBAS, la repressione contro il movimento NO TAV, NO TAP, NO MUOS, la repressione per chi lotta per il diritto alla casa, ecc. è evidente che in questo paese è diventato un reato applicare la Costituzione. Per applicare la Costituzione bisogna violare la legge. Ma sono quelle leggi – come i decreti Salvini – a essere anticostituzionali, antioperaie, antipopolari e ogni disobbedienza a quelle leggi è legittima, anche se è illegale!

Per scontare la condanna che mi ha inflitto il tribunale di Milano, io che ero infermiera precaria con Partita IVA avrei dovuto indebitarmi per tutta la vita, avrei dovuto lavorare per pagare le spese legali, le spese processuali, le multe e il risarcimento al poliziotto che si è sentito diffamato. Ci ho pensato molto e devo dire che l’esempio di Nicoletta Dosio mi è stato di grande aiuto e di ispirazione. Quando fu condannata ai domiciliari disse che lei non sarebbe stata la carceriera di sé stessa e che non li avrebbe rispettati. Ecco: io non sarò l’aguzzina di me stessa e fra passare la vita a rincorrere i debiti per una condanna inaccettabile e risarcire un poliziotto, ho preferito prendere la via della lotta: ho deciso che non pagherò niente, neanche un centesimo, per quella condanna.

Ho deciso di farlo anche se questo mi rende impossibile lavorare come prima e inizia per me un periodo di grande incertezza economica. Ma ho potuto farlo grazie alla solidarietà di tanti e tante che mi hanno sostenuto e mi sostengono. La solidarietà è un aspetto decisivo. Per questo sono qui oggi, nel mio piccolo, per sostenere gli operai.

Io so che non tutti possono o se la sentono di scendere sul terreno della disobbedienza aperta e dispiegata, ci sono molte cose da considerare per ognuno. Però so anche che ogni passo in questo senso rafforza la lotta comune.

L’invito che rivolgo agli organismi popolari, ai movimenti antifascisti e progressisti, ai partiti di sinistra è quello di sostenere la mia lotta con la promozione di iniziative di raccolta economica e di confronto politico. Sono disponibile a partecipare e a intervenire a ogni iniziativa per portare la mia esperienza.

Per sostenere Rosalba partecipa alla campagna di solidarietà:
– attraverso dichiarazioni pubbliche (testi, video);
– attraverso fotografie con cartelloni tipo “Io sto con Rosalba. La Cassazione deve annullare il processo politico contro Vigilanza Democratica!”;
– portando il caso nelle istituzioni;
– partecipando alla raccolta di fondi per sostenere il ricorso alla Corte di Cassazione e le ingenti spese a cui Rosalba è stata condannata (Postepay intestata a Gemmi Renzo n. 5333 1710 9377 5704).

29.01.2020

 

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