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Sappiamo molto poco di quel che accadrà, ma non torneremo ad alcuna “normalità”, né vecchia né nuova. Dobbiamo resistere e reinventarci, perché le strade che abbiamo percorso in passato per opporci al sistema che ci domina non serviranno. Per capire qualcosa di ciò che si prepara, possiamo tuttavia guardare, per esempio, a quel che hanno detto coloro che dettano ogni anno la direzione delle politiche globali al Forum Economico Mondiale di Davos. Hanno annunciato qualcosa di importante: il Grande Reset, che loro chiamano anche “ripartenza”. |
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L’interrogativo è abbastanza classico: possiamo immaginare un futuro diverso da quello che prefigura il sistema o, se si preferisce, il modo di vivere che ci domina? Gran parte delle persone che pur manifestano oggi un malessere che si spinge ormai al limite della sopravvivenza pensa che in fondo, in oltre un secolo, non si è trovato nulla di meglio. Oppure, invece, la lotta contro il capitale non è mai stata come oggi lotta per la sopravvivenza del pianeta e di chi lo abita? Sono alcuni dei grandi interrogativi che accompagnano le molteplici crisi contemporanee e paiono segnalare nuove e diverse minacce per il capitalismo stesso, il quale, però, rimane tutt’altro che a guardare… |
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La notizia della perquisizione, a Trieste, in casa di Lorena Fornasir e di Gian Andrea Franchi (84 anni) – ora imputato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – ha provocato molte reazioni. Gian Andrea Franchi – che in questi anni ha sempre dedicato tempo a raccontare l’impegno accanto ai migranti della “rotta balcanica” e ad approfondire sotto diversi aspetti il tema delle migrazioni (in modo costante nella pagine di Comune-info) – nella tarda serata di mercoledì ha preso di nuovo parola in pubblico per rivendicare la valenza profondamente politica, e non umanitaria, del suo percorso |
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A rischio oltre vent’anni di storia sociale nell’ex manicomio di Roma |
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Le grandi domande sullo sgombero dell’Ex Lavanderia occupata a Roma |
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Sfida per una società diversa. C’è troppo poco tempo per essere moderati |
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Non servono piani straordinari: È tutto sperimentato. Ma occorre fare presto |
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L’ambiente naturale è una straordinaria aula a cielo aperto nella quale dare forma ogni giorno a un apprendimento transdisciplinare, ma offre anche occasioni per metterci alla prova, per rimettere in gioco molte cose, per sperimentare momenti di inclusione capaci di andare oltre tanti stereotipi. Fu Comenio, a metà del 1.600, il primo a sostenere che “la conoscenza deve necessariamente cominciare attraverso i sensi”. Enrico Pestalozzi (1.800) a Celestin Freinet (secolo scorso), sono stati tra i primi a utilizzare insieme a bambini e bambine l’esplorazione del bosco come strumento di conoscenza e di crescita. “La natura non è solo il fondamento, spesso dimenticato, del nostro respirare e nutrirci, ma può essere territorio in cui allargare gli orizzonti dell’educare oggi…” |
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Tavoli di quartiere all’aperto, in tante città, con l’aiuto organizzativo delle amministrazioni locali, per discutere a fondo di scuola e territorio. Una proposta
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Ci sono donazione di libri d’epoca sul colonialismo italiano, una scuola di lingua italiana per donne straniere, incontri web con storici, alcune ricerche collettive e molto altro dietro la nascita, in un pezzo di periferia romana, di un’imprevista biblioteca antirazzista. Un laboratorio di idee che nutre l’ambizione di farsi Centro di documentazione e formazione permanente aperto al quartiere e alle scuole. Benvenuta Carminella |
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L’accordo commerciale tra Ue-Mercosur mette in pericolo l’Amazzonia |
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