“Mario Draghi boia e tigre di carta”

Mario Draghi, da anni boia in guanti gialli responsabile di migliaia di delitti per conto della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e la sua schiera di ministri vendipatria sono tigri di carta!

La Repubblica Pontificia e il suo sistema politico delle Larghe Intese sono giganti dai piedi di argilla!

Impedire con 10-100-1000 iniziative di protesta il consolidamento del governo Draghi!

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Tigri di carta e giganti dai piedi di argilla. Così Mao, nel suo scritto del 1962 Le divergenze tra il compagno Togliatti e noi, definiva gli imperialisti USA in risposta al revisionista moderno Palmiro Togliatti che invece ne esaltava la forza politica e militare per giustificare la linea della “via parlamentare al socialismo” e delle “riforme di struttura”: in realtà la linea dell’abbandono della lotta per il socialismo, della rinuncia a sviluppare la prima ondata della rivoluzione proletaria che la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 aveva suscitato in tutto il mondo. Oggi constatiamo che Mao aveva ragione.

Analogamente sono tigri di carta e giganti dai piedi argilla gli attuali nemici della classe operaia e delle masse popolari nel nostro paese: i vertici della Repubblica Pontificia che hanno installato il governo Draghi avvalendosi della fattiva collaborazione di Renzi e Mattarella, in stretta combinazione con le istituzioni dell’UE e in accordo con gli imperialisti USA e sionisti. Un governo, quello Draghi, che rimette in sella i partiti delle Larghe Intese (polo PD e polo Berlusconi e Lega) e imbarca quegli esponenti del M5S che si sono venduti proprio a quella “casta” per estirpare la quale erano approdati in Parlamento con il voto e il sostegno popolare. Un governo che ha un solo mandato: attuare senza se e senza ma il programma comune della borghesia imperialista.

Nel suo discorso al Senato Draghi ha avuto perfino la sfrontatezza di dire che quello che il governo italiano deve fare nei prossimi dieci anni è già deciso: lo hanno deciso i gruppi imperialisti UE. Quale che sia il risultato delle elezioni politiche, se mai se ne terranno ancora, non cambierà nulla.

La grancassa mediatica messa in piedi per manipolare l’opinione pubblica a sostegno del governo Draghi è un indice del distacco crescente tra masse popolari e sistema politico della borghesia imperialista nel nostro paese. Tanto baccano per esaltare Draghi, banchiere in carriera da quando negli anni ’90 fu a capo dell’asservimento del sistema economico pubblico del nostro paese ai gruppi imperialisti e della sua privatizzazione, si spiega con la difficoltà che la borghesia imperialista incontra nel far accettare i suoi uomini di fiducia alle masse popolari. Il distacco tra masse popolari e sistema politico della borghesia imperialista già cresceva da anni: diminuiva la militanza popolare nei partiti che avevano preso il posto del PCI revisionista di Berlinguer, cresceva l’astensione dalle elezioni, si moltiplicavano le clientele. Con le elezioni del marzo 2018 ha fatto un balzo: ha aperto una breccia interrompendo la successione quarantennale di governi di Larghe Intese che il Patto del Nazareno (gennaio 2014) aveva da poco consacrato. Anche se ora con il governo Draghi i vertici e i padrini della Repubblica Pontificia hanno rabberciato la breccia, il distacco è destinato ad aumentare. Il commissariamento UE dell’Italia sancito con l’installazione del governo Draghi e le misure “lacrime e sangue” che applicherà alle masse popolari accresceranno questo distacco e non potranno che renderlo ancor più acuto rispetto a come si è espresso negli ultimi anni. Esso è oramai una delle condizioni oggettive della lotta di classe nel nostro paese e alimenta continuamente le mille forme di resistenza delle masse popolari al corso disastroso delle cose determinato dalla seconda crisi generale del capitalismo entrata nel 2008 nella sua fase acuta e terminale e dall’ulteriore aggravamento della crisi causato dalla gestione capitalista della pandemia.

Questa è la forza che rende precaria qualunque mossa della classe dominante per riparare la crisi del suo sistema politico, rende croniche le contraddizioni all’interno della classe dominante stessa, rende incerta o temporanea la riuscita di ogni suo raggiro anti-popolare.

Compito di noi comunisti e di tutti quelli che vogliono porre fine al corso disastroso delle cose è sostenere ogni espressione della resistenza delle masse popolari, rafforzarla, elevare il livello delle sue aspirazioni e la coscienza che la anima fino a farne una forza organizzata che farà ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia un suo governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Questo evento chiuderà la prima fase della rivoluzione socialista in corso e darà il via a una nuova fase.

Sosteniamo ogni forma di opposizione, protesta e lotta contro il neonato governo Draghi! Il (nuovo)PCI chiama i suoi Comitati di Partito, il Partito dei CARC suo partito fratello e i comunisti ovunque collocati a rafforzare ed elevare la denuncia dell’operazione Draghi, a mobilitare i giovani, gli operai, le donne, i lavoratori autonomi e ogni settore delle masse popolari contro il tentativo di sottomettere il paese al programma comune della borghesia imperialista e contro il commissariamento del nostro paese da parte dell’UE e la sottomissione alla NATO.

Contro l’intossicazione mediatica smascheriamo nella maniera più capillare di cui siamo già capaci padrini e protagonisti del governo della Confindustria, del Vaticano, della finanza internazionale: 10, 100, 1000 scritte murali contro Jorge Mario Bergoglio il predicatore della comunanza di interessi tra carnefici e vittime, Mario Draghi il boia in guanti gialli, Sergio Mattarella il vendipatria, Nicola Zingaretti il servo dei padroni, Matteo Renzi l’aguzzino di Confindustria, Silvio Berlusconi il socio di Cosa Nostra, Matteo Salvini il socio di ‘ndrangheta, Luigi Di Maio il venduto.

Impedire con ogni mezzo il consolidamento del governo Draghi, moltiplicare le proteste, usare le mobilitazioni in corso e quelle che verranno per sviluppare e allargare la rete delle Organizzazioni Operaie e Popolari, incanalare le mille forme di resistenza spontanea nella loro moltiplicazione, nel consolidamento e rafforzamento del nuovo sistema di potere fondato sul coordinamento delle Organizzazioni Operaie e Popolari: questa è oggi la rivoluzione socialista in corso e la via della rinascita del movimento comunista.

Questo è il futuro possibile del nostro paese, da cui sorgerà l’alba dell’Italia socialista, qualunque siano le mosse della borghesia imperialista per tamponare la crisi del suo sistema politico.

I nemici della classe operaia e delle masse popolari sono rimaste delle tigri di carta, è il movimento comunista che a causa dei suoi limiti ha temporaneamente perso di forza e ammainato la sua bandiera!

Nel 100° anniversario della fondazione del primo PCI, bando al disfattismo e all’attendismo!

Assimilare gli insegnamenti del vecchio movimento comunista e tornare a issare alta la bandiera della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Per questo lotta il (nuovo)Partito Comunista Italiano, con l’onore di proseguire l’opera iniziata con la prima ondata delle rivoluzioni proletarie, con amore infinito verso la classe operaia e le masse popolari!

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Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 84 di La Voce 66 e gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione di guerra: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione delegazione.npci@riseup.net l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del Partito!

Mettersi in contatto con il Centro del Partito (usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR) e cimentarsi sotto la sua guida nella costruzione di un Comitato di Partito clandestino nella propria azienda, scuola o zona d’abitazione!

Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it

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