Dataroom è la rubrica di data journalism di Milena Gabanelli – spiega il Corriere della Sera – inchieste e approfondimenti per spiegare i fatti con l’ausilio di dati e nuove tecnologie.
Evidentemente questo non vale quando viene affrontato il tema Cina. Il pregiudizio ideologico è troppo forte e quindi il Corriere si lascia andare alla diffusione di fake news. Anche piuttosto grossolane, come evidenzia tramite i propri canali social l’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia.
Quasi credevamo che la #DataRoom fosse un luogo per i dati veri e onesti. Ma a quanto pare purtroppo, con tutti i suoi #pregiudizi ideologici, non può essere oggettivo e vero.@DataroomCorsera#FakeNews pic.twitter.com/C5fDdlz0lL
— Ambasciata Repubblica Popolare Cinese in Italia (@AmbCina) May 7, 2021
«Quasi credevamo che la #DataRoom fosse un luogo per i dati veri e onesti. Ma a quanto pare purtroppo, con tutti i suoi #pregiudizi ideologici, non può essere oggettivo e vero», scrive la rappresentanza diplomatica di Pechino in riferimento all’articolo ‘Cina: silenzi sul Covid, minacce, repressione e boicottaggio. Il modello che vuole esportare nel mondo’.
Con l’ausilio di un grafico l’ambasciata mostra come Milena Gabanelli e Danilo Taino, estensori dell’articolo, affermino il falso quando scrivono che in Cina stiano crescendo le disuguaglianze.
Ma il meglio deve ancora venire. I giornalisti del Corriere parlano di presunte città fantasma. Questa la risposta devastante, per il Corriere, dell’ambasciata cinese: «Vi sembrano le foto di “città fantasma”?
Tra l’altro, il nome giusto è “#Zhengdong, #Zhengzhou”, non “Zhendong, Zhenzhou”.
La prossima volta, fate bene prima i compiti, per cortesia».
Quasi credevamo che la #DataRoom fosse un luogo per i dati veri e onesti. Ma a quanto pare purtroppo, con tutti i suoi #pregiudizi ideologici, non può essere oggettivo e vero.@DataroomCorsera#FakeNews pic.twitter.com/C5fDdlz0lL
— Ambasciata Repubblica Popolare Cinese in Italia (@AmbCina) May 7, 2021