Malasanità nei canili di Roma

Già a luglio, vi avevamo raccontato alcune criticità nella gestione dei servizi veterinari nei canili Muratella e Ponte Marconi a Roma, da parte di Abivet, la società che li coordina.
“Criticità”, se così vogliamo definirle, che hanno via via condotto a morti sospette. Ricordiamo la cagnolina Joy morta per eutanasia, Ricky, giovanissima, morta a causa di artrosi e il cane Igor trovato senza vita presso il Canile di Ponte Marconi lo scorso giugno.

Loro sono l’emblema dei gravi problemi nella cura e tutela della salute degli animali presenti nei canili della Capitale.
A questa lista di morti evitabili, si aggiunge oggi anche Sonny, un Bull Terrier di soli 5 anni.
Sonny era entrato in canile il 18 marzo 2021 perché il suo papà umano non lo voleva più con sé. Abbandonato come un oggetto che non serve più, si ritrova solo in un freddo box di canile.
Come se ciò non bastasse, sottoposto alla prima visita medica effettuata dalla ASL, emerge anche un doppio soffio cardiaco bilaterale, confermato dagli accertamenti diagnostici effettuati successivamente.
Dopo qualche tempo viene sterilizzato sempre dalla ASL e, vista la severa patologia cardiaca, sottoposto a un complesso intervento chirurgico, riuscito perfettamente.
Sonny sta bene e passa dal settore sanitario al canile rifugio. Qui sarà l’inizio della sua fine.

Nessuno, tra il personale qualificato del canile e il personale sanitario addetto alle cure, pare essere a conoscenza della sua patologia, dal momento che non risulta mai somministrata alcuna terapia.
Ciò, in pieno contrasto con l’esistenza di una cartella clinica specifica!
Il 13 ottobre Sonny si accascia a terra. Si riprende lentamente.

Nessuna figura sanitaria presente al momento.

Nessuna azione per tutelare il benessere dell’animale, nemmeno dopo numerose segnalazioni e l’invio di un video attestante l’inequivocabile malore.

Passano i giorni, il cane viene trovato in giardino, sdraiato su un lato. Immobile. Ovviamente nessun professionista sanitario presente. L’operatrice del canile presta immediatamente i primi soccorsi, pratica anche un massaggio cardiaco. Il cane con difficoltà si rimette in piedi, è visibilmente stordito e instabile sulle zampe. Viene rimesso in box. Dopo pochi minuti muore tra le sue feci.

Ecco cosa succede oggi al Canile della Muratella di Roma.

Nessun operatore o educatore sapeva della patologia del cane, perché non hanno accesso alla documentazione sanitaria degli animali. Chi sapeva, per il ruolo che ricopre, se ne è lavato le mani come Ponzio Pilato.
Si tratta di vite di serie B? E se fosse stato un essere umano? Come definireste questo tipo di trattamento?
Sonny è morto in un modo atroce a causa della negligenza, indifferenza e di una evidente malasanità veterinaria.
Lui è l’ultimo di una lunga lista di cani deceduti dei quali non si conoscono le vere cause dei decessi.
Quanti altri nomi dovranno aggiungersi a questa macabra lista, prima che si prenda in seria considerazione il valore della vita di ogni singolo animale?

Ufficio Stampa
Associazione “Animalisti Italiani”

www.animalisti.it

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