Fulvio Grimaldi: “Meta, l’inizio della fine”

Un secolo dopo: ritorno al futuro. Anche di un vecchio documento scritto nel 1947

Nella puntata di Sancho, prima della sospensione richiesta dal tuffo nell’ignoto che accompagna il passaggio d’anno e d’epoca, ci siamo dedicati a quanto, nell’oscurità dell’abisso che ci attende, già barluccica all’orizzonte, tanto che se ne possono delineare i contorni. Ora voglio offrire un omaggio commosso alla storica Triade che ci ha portato fino al ciglio del trampolino.

Il capo dello Stato: Rappresentante dell’Unità Nazionale, Presidente e Garante di tutti gli Italiani

Subito un pensierino. Berlusconi candidato al Quirinale. Nell’Italia d’oggi, una risata NON lo seppellirà

Altro pensierino. Hanno salvato il Natale. In Covidfree Polinesia.

La Triade

Abbiamo perso la cuspide più elevata della Triade dei Migliori. Se ne va il presidente dei Migliori. Migliore per via di impeccabili precedenti dinastici, come per la continuità dell’operare in quel segno. E abbandona a se stessi il premier dei Migliori, migliore anch’esso per l’impeccabile tratto araldico.

E lascia lì perfino il pontefice dei Migliori, indimenticabile nel suo paese di nascita per la sintonia che ha saputo stabilire tra Chiesa, specie nella sua ramificazione gesuitica, e il governo dei migliori generali.

Presidente indimenticabile, anche per le virtù aritmetiche, per le quali sapeva asserire di essere il Presidente – e Garante! – di TUTTI gli italiani. Intendendo di 60 milioni, meno otto antitaliani renitenti e parecchi altri milioni di ostili ai lasciapassare. Quisquilie. In quella sua nobilissima aritmetica sempre tutti gli italiani sono. Mai ci siamo sentiti garantiti quanto da questo garante, neppure dal pur molto garantista Cossiga, quando faceva sparare ai manifestanti dai suoi “Falchi” in borghese e accoppare Giorgiana Masi (c’ero quella sera, a Ponte Garibaldi). Noi, per ora, sembriamo ancora garantiti contro gli spari.

Ma non addoloriamoci troppo della discesa dal Colle. Quel presidente, seppure non da presidente, ma di sicuro senza diminuiti prestigio e autorevolezza, da senatore a vita saprà perpetuare quanto sul Colle ha trasmesso, a volte elargito, ai Migliori degli italiani. Sapendo ben distinguere, da “presidenti di tutti gli italiani” di chi essere Garante e di chi assolutamente no, pur restando affezionato a TUTTI gli italiani..

Il coro delle cocorite e il silenzio ai reprobi

Quando quelli della Gruber giustiziano un No Balle

Già è possibile apprezzare, del presidente, alla mano di radiosi esempi, il lascito. Preferisco citare, tra chi ce lo ha incessantemente trasmesso: la più glamour dei Bilderberg, la meglio tintura di Davos. Avete indovinato: Lilli Gruber. Tralascio altri consimili, Floris, Formigli, Zoro, tanto il lascito sempre quello è. E’ la stessa pure la camera dell’eco. Anche perchè, quanto a equilibrio e parità tra ospiti, con “Otto e mezzo”, non ce n’è per nessuno. Il modulo è unico: un capro espiatorio di tutte le nefandezze anti-restrizioni, o anti-Draghi, e almeno tre o quattro giustizieri, sollecitati a bachetta dalla direttrice. Al capro espiatorio, mettiamo il vile dissenziente Francesco Borgonovo, eccellente giornalista e vicedirettore di “La Verità”, viene concesso di dire “buonasera”, ma dovesse rivelare un dato, un numero, che so, l’ennesima idiozia delle virostar, si scatena il bombardamento di Dresda. Interruzioni, sghignazzi, invettive, dileggi, tagli della lingua. Un plotone d’esecuzione. Insomma, lo stile dei Migliori anche nei media.

Giornalistuccoli che fanno parlare i No-No-No

Torniamo a bomba. Mi ha reso particolarmente fiero, al limite della commozione, che prima del passaggio da uno scranno altissimo a uno alto, il presidente di TUTTI gli italiani abbia voluto dedicare alla mia categoria un pensiero e un monito quanto mai prezioso. Gli ha indirizzato una severa rampogna: “Troppo spazio ai No Vax” (implicito: anche ai No Patente green)! ha proclamato l’augusto.

Quel Borgonovo dalla Gruber era davvero intollerabile. Ma anche quelle critiche impietose, magari sacrosante, quelle motivatissime risate a sentire le scempiaggini del “dubbioso”; il sarcasmo, addirittura le minacce di provvedimenti, a carico dell’irresponsabile che, smascherizzandosi, mette a repentaglio vite, l’infierire su chi arriva fino a mettere in dubbio LA SCIENZA, non vanno bene. Danno troppa visibilità a questi soggetti asociali e antisanitari! Perchè mai invitarli in trasmissione, per quanto nel rapporto di uno a cento, presentarne gli errori e le sconsideratezze sui giornali?

Ecco cosa intendeva il presidente quando lamentava del “troppo spazio sui media”. E a ragione. Non era già stato detto tutto, e in forma imperativa e definitiva, da chi assume in sè tutti i poteri e tutte le verità? “Il vaccino è un gesto di responsabilità” (Mattarella); “Chi non si vaccina fa morire gli altri” (Draghi); “Vaccinarsi è un obbligo morale e un gesto d’amore” (Bergoglio).

Dal Britannia al Meta

Il cerchio, dunque, si chiude. Colui che, dal panfilo reale “Britannia”, aveva iniziato il cannoneggiamento del patrimonio produttivo italiano trent’anni fa, per poi svalutarlo e passarlo agli amici degli amici, ha poi bombardato l’intera economica da varie posizioni: Bankitalia, Goldman Sachs, BCE. Infine, è tornato tra noi per procedere, da Palazzo Chigi, con assalti all’arma bianca a quanto restava di vivo, dalle piccole alle medie imprese, dagli anziani ai bambini. Potendo avere, da capo dello Stato, a disposizione ben sette anni, probabilmente non raggiungibili da premier, non gli restava che completare il mandato conferitogli trent’anni fa: raggi della morte su quanto ancora si muove tra le macerie, smaltimento degli scarti e distribuzione ai soliti amici degli amici quanto resta.

Ombre furtive di sopravvissuti insistono ad aggirarsi nell’oscurità? Ossi residui da spolpare? Accompagnamoli nel mondo fantastico di Meta, dove saranno felici di fare gli automi, con tanto di chip identificativo e segnaletico sotto pelle (appena realizzato in Svezia).

Intanto il mondo dei draghi si evolve

Con i Poteri separati – legislativo, esecutivo, giudiziario (qui il quarto Stato non si vede dal 1849) – tutti riuniti in uno unico, emanante dal Quirinale, le dependance Parlamento e Magistratura restano saldamente nelle mani di gran visir del sultano come Daniele Franco e Marta Cartabia. Al primo rimane da gestire un parlamentino a forma di salvadenaio, dal compare Grillo opportunamente rinsecchido, ridotto a cartonati con le rotelle (per il rapido passaggio da un settore all’altro). Alla seconda un apparato giudiziario che ha già dimostrato la propria diligente conformità. Ella ne ha tracciato il solco, nel quale i potenti e ricchi passeggiano fino all’estinzione del loro processo entro massimo due anni. I magistrati lo difendono con la spada della prescrizione.

Come? Intanto – Palamara docet – spartendosi a suon di coltellate, calunnie e cene, le poltrone a salvaguardia della giustizia uguale per pochi. Poi con trovatine varie. Tipo mitragliamento cinquennale di Virginia Raggi, accuse di assassinio e tortura a quattro signori pescati a caso al Cairo (per oscurare invece quelle attribuibili ai servizi anglosassoni e italiani); rimozione dell’importuno che voleva indagare sull’Expo; sentenze dello struzzo su tutte le stragi terroristiche compiute all’ombra dell’intesa servizi-mafia-governi-CIA; silenzio omertoso sui crimini senza precedenti contro l’umanità perpetrati da governo, ministri, parlamentari, scienziati, medici, amministratori, e andare.

Nel nome di Carola Rackete

Assoluzione e tante scuse a una tedesca per aver sabotato a scopo di tratta, una nave militare italiana; suicidi aggiustati e conclamati di elementi divergenti volati dalla finestra, da Pinelli a David Rossi (MPS), carcere a una signora di 75 anni della Val di Susa, mingherlina ma scapestrata, per aver messo in crisi, con il suo corpo, l’avanzata di scarponi, bastoni, blindati e idranti di un’armata dell’Ordine costituito; un processo per conto terzi – ENI-Nigeria – che saltava testimoni veri e promuoveva quelli farlocchi; un altro che si scordava di una loggia massonica, apparentemente zeppa di notabiloni, ma ne inquisiva i denuncianti. Un Lo Voi che succede a Pignatone alla Procura di Roma, e andare.

Gente come Falcone, Borsellino, Caponetto, Scaglione, Costa, Livatino, il De Magistris pubblico ministero, Woodcock, Robledo, Di Matteo, Ingroia, stanno a questo apparato giudiziario come Licurgo sta alla Cartabia.

Rimpiangete il Migliore dei Migliori non più a Palazzo Chigi che, con la frusta, faceva saltare i suoi pony ministeriali nel cerchio di fuoco, o nel Parlamento dove, sul balcone non vero, ma verosimile, viene acclamato: “duce, duce!”? Niente paura. Non vi siete accorti che siamo giunti, passando con gli anfibi sulla Carta costituzionale, alla Repubblica Presidenziale? Neanche avevate notato che Macron e Mattarella hanno fatto un bel trattato che impegna il paese a vita, all’insaputa degli eletti del popolo?

Elezio… che?

Ma quali eletti! Avremo un Capo dello Stato non eletto che nominerà un suo famiglio, non eletto, capo del governo. E i nominati si moltiplicheranno come spore ed eletti ed elettori si estingueranno. E tutto continuerà come prima, meglio di prima. Quando, fra qualche po’, fatto saltare per aria Meta, ci guarderemo indietro, lo chiameremo il secolo tenebroso del Bio-psyco-tecno-fascismo. Per ora, sappiamo tutti che, anche lo facessero barbiere della Camera, sarà sempre lui l’uomo della Provvidenza. L’uomo solo al comando del naviglio di proprietà di quella Provvidenza.

Quanto a Sergio Mattarella, forte di standing ovation lunghe quanto la sirena del Titanic alla vista dell’iceberg, non ci lascerà. Farà la sua parte da senatore a vita. In coppia con Napolitano. Noi lo salutiamo da lontano, da molto lontano. Tanto lontano quanto, mettiamo, Belgrado. Capitale di un paese che, anch’esso, saluta quel nostro ministro della Difesa del 1999 e le sue bombe per la democrazia. Lo ricordano beneauguranti perfino dalle tombe.

Finalino per ridere

Quando si è visti

Quando NON si è visti

Logiche di misura protettiva: darsi di gomito quando si è insegnato al popolo di tossire, starnutire, sputare i propri bacilli in quello stesso gomito; darsi di pugno quando nel palmo della mano è custodita una bella riserva di quei germi; stringersi la mano quando si è lontani da sguardi e telecamere e chissenefrega.

Fulvio Grimaldi

24/12/2021

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