Scozia, clamorosi dati ufficiali: per i bidosati il rischio fatale è molto più alto

I vaccinati con due dosi finiscono più spesso in ospedale e muoiono più spesso dei non vaccinati. Sono dati tremendi quelli contenuti nel rapporto Covid pubblicato ieri, mercoledì 2 febbraio, da Public Health Scotland, l’ente di salute pubblica scozzese. Richiamano gli studi sull’efficacia di due dosi di vaccino che, con il passare del tempo, diventa negativa. Fanno a pugni con le informazioni diffuse in conferenza stampa da Draghi e dal ministro Speranza, peraltro piene di errori.

Oltretutto, quelli di Public Ealth Scotland sono dati “pesati”. Non sono i numeri assoluti dei ricoverati e dei morti. Rappresentano invece il tasso standardizzato per età. Rispecchiano la percentuale dei ricoverati e dei morti ogni 100.000 persone non vaccinate, vaccinate con una dose, vaccinate con due dosi e vaccinate con tre dosi.

Certo, Public Health Scotland lo scrive chiaro: le persone fresche di terza dose anti Covid hanno poche probabilità di ammalarsi seriamente e di morire. Ma per quanto tempo dura la protezione offerta dalla terza dose? Diventerà anch’essa una protezione negativa? Non lo sa nessuno. Si sa bene, invece, che fino a qualche mese fa due dosi di vaccino sembravano risolutive. Ora si scopre che, se non si fa anche la terza, è meglio non averle fatte.

Il rapporto di Public Health Scotland riguarda il mese di gennaio. Presenta i numeri relativi a ciascuna delle quattro settimane del mese. La tabella qui sotto si riferisce ai ricoverati Covid in gravi condizioni.

protione negativa vaccinazione covid

Qui sotto, la tabella relativa alle morti.

Le didascalie di ciascuna tabella riportano, in rosso, i caveat di Public Ealth Scotland. Il succo: per avere dati affidabili sull’efficacia del vaccino bisognerebbe anche tener conto di vari altri fattori, tipo le sottostanti condizioni di salute e il comportamento individuale che può esporre di più, o di meno, al contagio.

Verissimo. Tuttavia i numeri delineano una situazione che perdura nel tempo e che è sufficientemente netta da tratteggiare una tendenza generale: meglio lottare contro il Covid da non vaccinati che con due dosi di vaccino.

La terza dose, quindi, non serve solo per ripristinare la protezione: serve soprattutto per non trovarsi in svantaggio rispetto ai non vaccinati. Ma la protezione della terza dose, col tempo, diventa anch’essa negativa? Ci vorrà la quarta?

Le autorità sanitarie affermano che è insensato continuare a somministrare dosi di vaccini anti Covid a distanza di qualche mese. E solo il tempo dirà cosa accadrà ai vaccinati quando cesseranno di ricevere i richiami.

GIULIA BURGAZZI

3 Febbraio 2022

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