“In merito alle elezioni del Presidente della Repubblica, viste le violazioni di numerosi articoli costituzionali commesse nell’estromettere la sottoscritta dalla possibilità di partecipare al voto e dunque di esercitare il proprio mandato parlamentare, ho presentato ricorso alla Corte Costituzionale affinché venga dichiarato il conflitto di attribuzioni nei confronti del Parlamento in seduta comune e l’annullamento della proclamazione del 29 gennaio 2022”. Lo afferma la deputata Sara Cunial, che ha dato mandato all’ Avv. Moriggia coadiuvato dal Prof. Trabucco e dalla Dott.essa Locatelli e dall’Avv. Polacco, per presentare ricorso alla Corte Costituzionale.
“Tutti, tranne la sottoscritta, hanno potuto votare – continua Cunial –. Quest’esclusione ‘ad personam’ non ha calpestato soltanto il mio diritto/dovere di adempiere al mio ruolo parlamentare ma ha violato, tra gli altri, gli articoli 1, 3, 10, 11, 67, 83 e 117 della nostra Costituzione. E lo ha fatto in assenza di motivazioni sanitarie e giuridiche valide per opporsi alla mia richiesta di votare negli spazi preposti per chi, per esempio, non era in possesso della certificazione verde perché positivo al Covid – spiega –. Quanto accaduto è gravissimo e potrebbe avere ripercussioni sull’intero assetto ordinamentale, minacciando la stessa forma di governo sancita dall’art. 1 della Costituzione per cui la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della stessa. Mi domando – continua – nel momento in cui il Presidente non è stato eletto da tutto il Parlamento, ma solo dai membri ‘prescelti’ dal governo, come potrà svolgere la sua funzione in maniera indipendente? E al contempo, come il popolo può essere tutelato dalle insubordinazioni del Governo e dello stesso Parlamento se la designazione del Presidente è subordinata ad atti discrezionali ed arbitrari su cui, per ovvia dipendenza, non può sindacare? Forse non è chiaro cosa significherebbe trascurare tutto questo, legittimando, anche per il futuro, l’esclusione dall’attività parlamentare di chi esprime opinioni diverse. In tal caso – conclude – verrebbero meno non solo la rappresentanza delle minoranze in Parlamento ma la pluralità stessa quale principio costitutivo di uno stato democratico. Confido che la Corte non permetta questo crimine nei confronti del nostro Paese e ringrazio tutti coloro che insieme a me stanno portando avanti questa fondamentale battaglia per la democrazia”.
Roma, 3 mar. ‘22