CTS sciolto, Prof. Donato Greco: “Dubbia efficacia delle restrizioni, ma costi sociali certi”

Con la fine dello stato d’emergenza, scaduto il 31 marzo 2022, poco sembra essere cambiato per quanto riguarda la vita dei cittadini. Molte delle misure prese nel corso degli ultimi due anni sono infatti rimaste: dall’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi al chiuso, fino all’esibizione del lasciapassare per entrare al lavoro. Per gli over 50 non è più richiesto il super green pass: basta quello base. In ogni caso rimane l’obbligo vaccinale fino a giugno per chi ha compiuto il cinquantesimo anno d’età, e fino alla fine dell’anno per gli operatori sanitari. E quindi, cos’è cambiato? Il cambiamento più grande sembra essere la trasformazione della struttura emergenziale, ora assorbita nell’ordinarietà. Sciolto il famigerato Comitato Tecnico Scientifico (CTS), che per due anni ha consigliato il Governo sulle restrizioni anti-Covid da prendere.

Restrizioni: “Dubbia efficacia scientifica, ma costi sociali certi”

E a fare un bilancio delle decisioni prese negli ultimi due anni, ci pensano direttamente alcuni esponenti del CTS, che colgono ora al volo la possibilità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Abbiamo dovuto suggerire restrizioni di dubbia efficacia scientifica, ma costi sociali certi. Le chiusure non hanno frenato il virus. Un altro errore è stato lasciare la comunicazione in mano a virologi autonominati”, ha dichiarato Donato Greco, consigliere dell’Oms e per un anno componente del CTS. Nel corso della trasmissione mainstream “Un giorno da pecora”, in onda su RaiRadio1, Greco ha confermato uno dopo l’altro i timori di chi ha nutrito sinora scetticismo riguardo alle restrizioni liberticide imposte ai cittadini.

“Anche i lockdown più duri non hanno contrastato la diffusione del virus”, spiega Greco. “Qualunque chiusura, a cominciare dalle scuole fino alle restrizioni delle attività commerciali, non è riuscita a contrastare la diffusione del virus come poi si è visto”. Insomma, il CTS stesso conferma di aver “suggerito” più volte la condanna degli italiani agli arresti domiciliari, senza effettivi benefici per quanto concerne il quadro epidemiologico. “Anche l’isolamento più duro del marzo 2020 non ha sortito nessun effetto sul contenimento dell’epidemia”, rivela Donato Greco.

La comunicazione del CTS

L’ex membro dell’ex Comitato Tecnico e poco scientifico critica poi anche la comunicazione adottata per giustificare le misure. “Ho lavorato in più di 50 epidemie e inevitabilmente spuntano esperti autonominati che i media scelgono anche per le loro capacità comunicative”. Greco fa poi nomi e cognomi dei soliti volti che per due anni hanno tenuto in ostaggio gli italiani davanti al proprio televisore. Da Matteo Bassetti ad Andrea Crisanti, passando per Fabrizio Pregliasco. Qualcuno viene criticato, qualcun altro viene invece lodato per aver detto tutto e il contrario di tutto nel corso dell’emergenza sanitaria.

Tra conflitti d’interesse e misure fallimentari: chi paga?

Risulta quindi oltremodo illecito continuare a imporre restrizioni, la cui inutilità è stata ora confermata anche dagli stessi “esperti” che le hanno “suggerite”? Nessuno può restituire tempo e salute mentale ai cittadini che hanno perso una o entrambe delle cose per via delle restrizioni anti-Covid. Il timore è inoltre che nessuno verrà messa di fronte alle immense responsabilità che, in un modo o nell’altro, hanno inciso negativamente sulla salute delle persone, in nome della sua difesa. Ha fatto in tempo a uscire la notizia sui presunti conflitti d’interesse di più membri del CTS, come quelli dell’immunologo Sergio Abrignani e l’ex vertice del CTS Franco Locatelli, che il Comitato ha presto chiuso baracca e burattini.

Franz Becchi

3 Aprile 2022

“CHIUSURE INUTILI”, IL CTS SI SCIOGLIE E VUOTA IL SACCO (byoblu.com)

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