A Mariupol non ci fu “alcun raid aereo”, lo dice la donna-simbolo dell’ospedale pediatrico

Vi ricordate di Marianna Vyshemirskaya, la ragazza incinta dell’ospedale di Mariupol, diventata il simbolo della propaganda occidentale riguardo al conflitto in Ucraina? Agli inizi di marzo 2022, la giovane fashion blogger era finita sulle prime pagine di numerose testate e aperture di telegiornali. “Mariupol, un sibilo e poi l’esplosione: l’orrore arriva dal cielo sul reparto maternità dell’ospedale pediatrico”, titolava il Corriere della Sera il 9 marzo. Nell’articolo viene descritto “l’effetto di un bombardamento missilistico” corredato da video riprese presto diventate virali sul web. Le fonti citate? Solo quelle schierate dalla parte ucraina, e che vengono subito presentate, anche in questo caso, come verità inconfutabili.

Il “teatro di sangue” non c’è mai stato

In realtà, è sbagliato focalizzarsi su qualsiasi tipo di propaganda, tanto più in tempi di conflitti armati quando i fatti vengono spesso manipolati da una parte e dall’altra per ottenere il consenso dell’opinione pubblica. E così, il famigerato bombardamento sul teatro, sempre di Mariupol, che doveva aver causato almeno 1.000 morti secondo fonti ucraine, non ha comportato nessun decesso. Il bilancio: un ferito grave. Presto la notizia è scomparsa dai media, lasciando però l’impronta nell’immaginario collettivo. Anche perché i quotidiani non sono più tenuti a rettificare in caso di errori, come insegna la famosa copertina estrapolata dal contesto e spiattellata in prima pagina su La Stampa, quotidiano diretto da Massimo Giannini.

Parla la ragazza simbolo dell’ospedale di Mariupol

Il trucco per capirci qualcosa? Confrontare le due versione dei fatti, e cercare di unire i punti. Cosa che ora non è più così facile visto il blocco europeo dei mezzi d’informazione russi. E allora risultano di fondamentale importanza le testimonianze di chi è direttamente coinvolto negli eventi. Il primo aprile un video ha iniziato a girare sul web, in cui si vede la famosa fashion blogger in persona. Marianna Vyshemirskaya ha raccontato la sua versione dei fatti. Video che, ad ora, è stato ripreso soltanto da mezzi d’informazione filorussi. Anche perché le dichiarazioni della ragazza rappresentano una realtà dei fatti completamente diversa da quella costruita dal mainstream occidentale.

“I militari ci rubavano il cibo”, le dichiarazioni choc

Marianna racconta di aver vissuto a Donetsk e di essersi trasferita a Mariupol dopo essersi sposata nel 2020. È rimasta incinta e, agli inizi di marzo, stava appunto per entrare in travaglio. “Siamo andati all’ospedale di maternità numero 3. Era il più moderno, ma poi sono arrivati i militari ucraini e hanno detto che l’avrebbero occupato. Siamo stati trasferiti nell’unico piccolo ospedale per la maternità rimasto”, spiega la fashion blogger. “I mariti delle donne in travaglio e le donne incinte si sono sistemati nel seminterrato. I residenti delle case vicine gli portavano da mangiare, questo non ha aiutato affatto; infatti, un giorno sono arrivati i militari [ucraini ndr.] a rubarci il cibo dicendo che non mangiavano da cinque giorni”.

“Non c’è stato nessun raid areo”

La ragazza racconta di aver sentito l’esplosione di diverse granate, l’urto di una di queste avrebbe fatto implodere il vetro che le ha causato le ferite sul volto. “Non c’è stato nessun raid aereo prima o dopo”, svela Vyshemirskaya. “Sono stata l’ultima a partire e mi sono guardata intorno – prosegue la giovane mamma -. Un uomo in abiti militari mi ha fatto delle foto. Gli ho chiesto di non farlo. Mio marito ha visto quest’uomo e ha detto che era un corrispondente dell’Associated Press”.

Quindi, secondo la testimonianza della ragazza, i militari ucraini avrebbero preso letteralmente in ostaggio i civili, senza consentirgli di scappare, e addirittura rubandogli il pane di bocca. Inoltre, i famigerati bombardamenti aerei delle forze russe non sarebbero stati percepiti dai civili “imprigionati” nella struttura. Insomma, difficile dire se Vyshemirskaya dica la verità o meno, anche se le emozioni trapelate nel video sembrino piuttosto reali.

Nelle scorse ore, la testata mainstream ucraina Obozrevatel ha diffuso la notizia che la giovane mamma di Mariupol sarebbe stata rapita dai russi. Secondo il media ucraino, la ragazza sarebbe quindi stata costretta a dichiarare quanto esternato nel video. Anche in questo caso, è difficile autenticare la veridicità dell’informazione. Sopratutto per il fatto che il mezzo d’informazione in questione è di proprietà di Mykhailo Brodskyy, imprenditore e politico ucraino, leader del partito dei liberi democratici.

Sapere senza informazioni: è possibile?

Nei commenti sui social ha presto iniziato a circolare la teoria secondo cui l’intervista sarebbe semplice “propaganda russa”. Molti utenti hanno infatti notato dei tagli nel video di 6 minuti, ma esiste una versione integrale consultabile su YouTube. Vyshemirskaya  stessa ha confermato l’autenticità del video in una storia su Instagram.

Di concreto, si può dire che la sofferenza di queste persone venga ignobilmente sfruttata a livello mediatico per sostenere una narrazione bellica unica, che prende per verità assoluta la propaganda di una delle due parti e condanna con ferocia le affermazioni dell’altra sponda. Impedire la diffusione dell’informazione, come avviene ora in Europa, non aiuta sicuramente a capire qualsiasi questione.

Franz Becchi

2 Aprile 2022

MARIUPOL: “NESSUN RAID AEREO”, RIVELAZIONI SULL’OSPEDALE (byoblu.com)

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