Vaccini anti-Covid, AIFA ammette una reazione avversa ogni mille dosi

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha pubblicato il dodicesimo rapporto sulle reazioni avverse ai vaccini anti-Covid19. Si tratta di rilevazioni sulla base di un sistema di farmacovigilanza passivo, quindi secondo gli esperti potrebbero essere sottostimate fino a 100 volte.

AIFA comunica che, da inizio campagna vaccinale al 26 giugno 2022, è stata segnalata una reazione avversa ogni mille dosi somministrate. Per quanto riguarda gli esiti gravi, sono il 18.1% del totale delle segnalazioni, ciò significa un evento avverso grave ogni 5.500 dosi somministrate. Per reazioni gravi si intendono casi che necessitano di ricovero, accesso al pronto soccorso, pericolo immediato di vita, invalidità, anomalie congenite, decesso o altra condizione clinicamente rilevante. 916 segnalazioni gravi hanno avuto esito fatale, riporta AIFA. Nel 71% dei casi il tempo che intercorre tra la somministrazione e il decesso è compreso tra 0 e 14 giorni, a dimostrazione che spesso ad essere segnalati sono i casi di reazioni avverse che si verificano a breve distanza temporale dall’inoculazione.

Miocarditi: nuove evidenze da uno studio pubblicato su Nature

Tra gli eventi avversi che possono avere un esito ci sono le infiammazioni alle membrane del cuore come miocarditi e pericarditi. Secondo le informazioni fin’ora disponibili sembrava trattarsi di casi più frequenti nei giovani maschi, ma uno studio pubblicato a fine giugno sulla rivista Nature da un team di ricerca francese emergono nuove evidenze che superano questa tesi. Lo studio prende in esame in particolare i casi di mio-pericardite dopo la vaccinazione con i sieri a RNA messaggero, come Pfizer e Moderna.

Lo studio è stato condotto da un equipe francese che ha preso in esame 1612 casi di miocardite e 1613 casi di pericardite verificatisi tra il 12 maggio e il 31 ottobre 2021, comparandoli con due gruppi di oltre 16mila soggetti presi come casi di controllo. Nei risultati, scrivono i ricercatori, si registrano maggiori rischi di miocardite e pericardite durante la prima settimana dopo la vaccinazione, e in particolare dopo la seconda dose. Le associazioni più grandi si osservano per la miocardite dopo la vaccinazione con siero Moderna in persone di età compresa tra 18 e 24 anni.

“Questo studio – scrivono i ricercatori – fornisce una forte evidenza di un aumento del rischio di miocardite e di pericardite nella settimana successiva alla vaccinazione contro Covid-19 con vaccini mRNA sia nei maschi che nelle femmine, in particolare dopo la seconda dose del vaccino Moderna“.

Gli autori hanno preso in esame gli odds ratioindici di rischio calcolati su base statistica, relativi a varie fasce d’età e divisi per sesso. L’odds ratio di un fenomeno è il rapporto tra la frequenza con la quale l’evento si verifica in un gruppo di pazienti e la frequenza con la quale lo stesso evento si verifica in un gruppo di pazienti di controllo, in pratica serve a stabilire il rischio relativo di un evento, in questo caso le infiammazioni dei tessuti cardiaci. Se l’odds ratio è inferiore o uguale a uno, l’evento è più frequente nel gruppo di controllo, se è maggiore di uno, il gruppo più a rischio è quello preso in esame.

Gli indici di rischio nello studio francese

Nello studio francese l’odds ratio registrato è di 8,1 per il vaccino Pfizer e arriva fino a 30 nel caso di Moderna. Numeri che peggiorano se riferiti alla fascia d’età tra 18 e 24 anni, dopo la seconda dose di Moderna gli odds ratio erano costantemente i più alti, con valori fino a 44 nei maschi e 41 nelle femmine.

Tra le conclusioni dello studio francese si legge:

“I nostri risultati portano nuovi elementi nel dimostrare che il rischio di infiammazione cardiaca acuta dopo la vaccinazione non è limitato alla miocardite nei giovani uomini. Le associazioni tra infiammazioni cardiache e vaccinazione sono particolarmente pronunciate dopo la seconda dose e sono evidenti sia nei maschi che nelle femmine. Abbiamo riscontrato una tendenza all’aumento dei rischi verso i gruppi di età più giovani, ma è stato riscontrato anche un rischio significativo nei maschi di età superiore ai 30 anni di sviluppare miocardite e nelle femmine di età superiore ai 30 anni di sviluppare una pericardite dopo la vaccinazione”.

Le evidenze scientifiche sui rischi riconducibili alla somministrazione dei sieri anti-Covid19 si fanno sempre più nette e numerose, anche se chi gestisce la campagna di immunizzazione, tra Governo e scienziati di regime, sembra non accorgersene.

Elisabetta Barbadoro

28 Luglio 2022

UNA REAZIONE OGNI MILLE DOSI: IL NUOVO REPORT AIFA SUI VACCINI ANTI-COVID19 (byoblu.com)

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