Sinistra in Rete – Rassegna del 20/11/2022
Antonio Mazzeo: Basi di guerra da nord a sud. L’Unità d’Italia rifatta dalla Nato
Basi di guerra da nord a sud. L’Unità d’Italia rifatta dalla Nato
di Antonio Mazzeo*
Il sempre più evidente coinvolgimento nella guerra fratricida Russia-Ucraina di alcune delle principali basi ospitate in territorio italiano si accompagna al colpo di acceleratore che le forze armate nazionali, USA e NATO hanno dato ad alcuni programmi (vecchi e nuovi) di ampliamento e potenziamento del dispositivo bellico
L’ultima missione di spionaggio sui cieli dell’Europa dell’Est è stata tracciata dai radar lo scorso 14 ottobre. Un Gulfstream E.550 CAEW del 14° Stormo dell’Aeronautica militare italiana dopo essere decollato dallo scalo romano di Pratica d Mare ha raggiunto prima i confini della Polonia con l’Ucraina e poi quelli con l’enclave russa di Kaliningrad. Un’operazione ormai di routine da quando le forze armate di Mosca hanno invaso l’Ucraina. Il velivolo in dotazione ai reparti di volo italiani aveva fatto il suo debutto nelle aree di conflitto l’8 marzo 2022 con una missione d’intelligence nello spazio aereo della Romania fino ai confini con Moldavia e Ucraina e le sempre più agitate e militarizzate acque del Mar Nero. Da allora i Gulfstream E.550 di Pratica di Mare sono uno degli attori più richiesti dai comandi NATO che coordinano le operazioni aeree di sorveglianza e “contenimento” dei reparti di guerra della Federazione russa in territorio ucraino.
Basati sulla piattaforma del jet sviluppato dall’azienda statunitense Gulfstream Aerospace, appositamente modificato e potenziato dalla israeliana Elta Systems Ltd. (società del gruppo IAI), i velivoli in dotazione all’Aeronautica italiana non sono semplicemente dei “radar volanti”, ma possiedono anche compiti di “gestione” delle missioni alleate nei campi di battaglia e di disturbo delle emissioni elettroniche “nemiche”. “Gli aerei CAEW hanno funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni, strumentali alla supremazia aerea e al supporto alle forze di terra”, spiega lo Stato maggiore dell’Aeronautica.
Fosco Giannini: La Russia ha bombardato la Polonia!
La Russia ha bombardato la Polonia!
di Fosco Giannini
Se oggi in Italia vi fossero stati gruppi dirigenti comunisti con i coglioni, essi avrebbero manifestato immediatamente e vigorosamente in via Solferino 28, a Milano, sotto le finestre del Corriere della Sera. E immediatamente si sarebbero organizzati per manifestare in via S. Valentino 12, di fronte all’Ambasciata della Polonia a Roma e in Via Vittorio Veneto 121, di fronte all’Ambasciata degli USA a Roma.
Ma di comunisti italiani non se n’è vista l’ombra: alcuni di loro sono impegnati, ancor più della Meloni, a fustigare Putin e la Russia; altri sono ancora molto indaffarati nel distruggere il loro partito per mantenere caldo l’abbraccio con dei soci improbabili e comunque molto antirussi e anticinesi; altri ancora soffrono da tempo di paralisi politica e grave affanno nella deambulazione semplice.
Perchè i comunisti avrebbero dovuto immediatamente raccogliersi nella milanese via Solferino, sotto le finestre del Corriere della Sera?
Perchè l’editoriale del “Corsera” di mercoledì 16 novembre di Danilo Taino dal titolo “Sempre più isolato” (riferito a Putin) è stato una pura vergogna! E’ stata una volgare ed untuosa piroetta servile di un Arlecchino servo di tre padroni: gli USA, la NATO e l’UE.
A proposito delle esplosioni avvenute in Polonia, al confine con l’Ucraina nella notte di martedi 16 novembre e a proposito dei due poveri morti contadini, Taino scrive: “Vladimir Putin non è andato a G20 di Bali. Si è però fatto sentire con l’unica voce che gli sia rimasta: un barrage di almeno 90 missili sull’Ucraina.
Laura Centemeri: L’attualità del pensiero di Laura Conti e le ragioni di una rimozione
L’attualità del pensiero di Laura Conti e le ragioni di una rimozione
di Laura Centemeri
È da poco tornato in libreria e in versione e-book Questo Pianeta (Fandango libri), il libro forse più contemporaneo dell’importante produzione scientifica, divulgativa e letteraria di Laura Conti (1921-1993). A lei si deve di aver tracciato in Italia la strada, purtroppo rimasta poco battuta, di un ambientalismo scientifico e politico, capace anche di essere popolare.
Ad arrivare in libreria è la terza edizione del saggio, la cui ampia revisione era stata terminata dall’autrice nei primi mesi del 1993, e che solo oggi è stata finalmente pubblicata (le precedenti edizioni erano uscite nel 1983 e nel 1987). Dopo la morte di Laura Conti il 25 maggio 1993, infatti, la casa editrice Editori Riuniti, nonostante gli accordi presi, si disse non più interessata alla pubblicazione postuma della nuova edizione del saggio. Fu il primo segnale di una rapida rimozione che per quasi vent’anni ha relegato l’opera e il pensiero di Laura Conti nel dimenticatoio. Un oblio che per certi versi ricorda il destino a cui è andato incontro negli Stati Uniti il suo amico Barry Commoner, che Laura Conti considerava – insieme a Nicholas Georgescu-Roegen ed Eugene Odum – uno dei “maestri” dell’ambientalismo.
Eppure Laura Conti era stata in Italia per due decenni – dall’inizio degli anni 1970 fino alla sua morte – la più instancabile sostenitrice e prolifica divulgatrice di un ambientalismo scientifico e politico ugualmente esigente su entrambi i fronti. La profondità e l’originalità della sua lettura dei problemi ambientali si sono sempre combinate con un’azione concreta nelle istituzioni e nella società, a sostegno della necessità di una profonda svolta culturale da parte delle forze politiche di sinistra (a partire dal PCI, in cui militava), e del mondo ambientalista (in particolare Legambiente, l’associazione che aveva contribuito a fondare nel 1980, ma in cui finì per ritrovarsi isolata).
Michele Castaldo: La pagliuzza e la trave
La pagliuzza e la trave
di Michele Castaldo
Ci risiamo, con una nuova indagine contro un nuovo criminale, reo di organizzare con cooperative l’immigrazione clandestina. Dopo Mimmo Lucano di qualche anno fa questa volta a cadere nella rete del diritto borghese è un pesce grosso, cioè un deputato della Repubblica eletto in una lista di sinistra e per giunta un nero. Cosa poteva capitare di più a lor signori, con la destra al governo, un boccone così succulento per fare propaganda contro la sinistra, le sue associazioni imprenditoriali, le strutture cui presta servizio in modo diretto e indiretto, e colpire gli immigrati rei di essere poveri e perciò criminali alla ricerca di un lavoro e di un giaciglio?
Quali i fatti imputati ad Aboubakar Soumahoro e familiari? Quelli di aver costituito delle cooperative per gestire fondi per assistere gli immigrati; nello specifico si cita la Cooperativa Karibu e il Consorzio Aid, imputati per mancati pagamenti e irregolarità contrattuali dalla procura di Latina.
Sia chiaro: non staremo mai dalla stessa parte di chi oggi spara ad alzo zero contro il deputato Soumahoro e i suoi familiari; come non staremo mai dalla stessa parte di chi difende il diritto borghese basato sul liberismo del capitale contro gli oppressi e sfruttati.
Misión Verdad: De-dollarizzazione e ascesa delle valute nazionali nei pagamenti internazionali
De-dollarizzazione e ascesa delle valute nazionali nei pagamenti internazionali
di Misión Verdad-Grupo de investigación y análisis
L’Egitto ha recentemente annunciato di volersi sbarazzare dell’idea che la sterlina egiziana debba essere ancorata al dollaro USA. Lo ha affermato il nuovo governatore della banca centrale del Paese, Hassan Abdalla, e l’istituto sta già lavorando a un nuovo indicatore valutario che includerà un insieme di altre valute e oro.
Il governo egiziano svilupperà un nuovo indicatore di valuta anche per cambiare l’idea generale secondo la quale la sterlina egiziana dovrebbe essere per forza di cose ancorata al dollaro USA, ha detto domenica il nuovo governatore della banca centrale.
“È per il bene dell’idea della possibilità del cambiamento, e non sto parlando del prezzo, sto parlando dell’idea”, ha dichiarato Abdalla. “Parte del nostro successo sta nel cambiare la cultura e l’idea generale a cui siamo legati. Vogliamo stabilire un rapporto con tutte le valute, non solo con il dollaro”.
coniarerivolta: Governo nuovo, vecchie abitudini: arrivano i tagli alla sanità
Governo nuovo, vecchie abitudini: arrivano i tagli alla sanità
di coniarerivolta
Se a volte dire “sta tornando l’austerità” può sembrare qualcosa di astratto, un breve articolo di Roberto Petrini sull’Avvenire del 15 novembre ci sbatte in faccia un esempio di cosa significa – e significherà a breve – concretamente.
Spulciando fra le tabelle della NADEF “aggiornata” (cioè quella in cui ha già messo le mani il neonato governo Meloni), si scopre infatti una drammatica diminuzione della spesa sanitaria già a partire dall’anno prossimo.
Ricordiamo che la NADEF (acronimo che sta per “Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza”) è il documento che il Governo deve presentare ogni autunno per definire il quadro macroeconomico per il successivo triennio. Si tratta quindi di un documento ‘di cornice’ che fissa alcuni paletti (ad esempio il rapporto deficit/PIL previsto), mentre le singole misure che finiscono per determinare quel risultato saranno inserite nei provvedimenti successivi, a partire dalla Legge di Bilancio.
Ali Al-Hilali: Libia. Costituzione, elezioni negate e interessi occidentali
Libia. Costituzione, elezioni negate e interessi occidentali
Michelangelo Severgnini intervista Ali Al-Hilali
Intervista esclusiva al portavoce della Conferenza per il Cammino Costituzionale
Mentre l’opinione pubblica italiana riprende a dibattere e a scontrarsi sui migranti in fuga dalla Libia attraverso il Mediterraneo, in Libia c’è un popolo che non si rassegna ai gruppi armati, all’interferenza straniera, insomma a quel caos che il solo evocarlo provoca in noi rassegnazione, e che in definitiva potrebbe produrre quella svolta democratica che porrebbe fine alla tratta di esseri umani sul territorio libico.
Non è facile però quando le milizie presidiano e occupano la capitale Tripoli, rendendo l’interferenza straniera in grado di boicottare qualsiasi sforzo sincero di unità nel Paese.
Lo scorso 24 dicembre si sarebbero dovute tenere elezioni parlamentarie e presidenziali in Libia, ma ad una settimana dal voto l’Alta Commissione per le Elezioni, da molti raccontato sotto la minaccia delle armi, dal proprio palazzo a Tripoli annulla le elezioni.
Sebbene il motivo ufficiale non sia mai stato reso noto, in Libia anche i muri sanno quale ne sia stato il motivo: Saif Gheddafi era dato in vantaggio nei sondaggi e sarebbe stato eletto Presidente.
Anna Florio e Bruna Ingrao: Fabio Ranchetti, filosofo ed economista
Fabio Ranchetti, filosofo ed economista
di Anna Florio e Bruna Ingrao
Anna Florio e Bruna Ingrao, a due anni di distanza dalla morte di Fabio Ranchetti, economista e storico del pensiero economico presentano il volume Fabio Ranchetti, filosofo ed economista (Nerbini 2022), da loro curato, che raccoglie gli interventi in occasione della commemorazione di Ranchetti tenuta all’Università Cattolica di Milano nel 2021, integrati da altri scritti in memoria di colleghi e amici. Il volume include anche alcuni brevi saggi dello stesso Ranchetti
Sono trascorsi poco più di due anni dal 21 ottobre 2020, giorno in cui Fabio Ranchetti è mancato a familiari, amici, colleghi, studenti, stroncato dal Covid. Fabio Ranchetti (1948-2020) è stato economista e storico del pensiero economico; nella sua ricerca ha combinato con competenza e passione la cultura umanistica e lo studio dell’economia politica, la riflessione filosofica orientata alla dimensione etica e lo sguardo critico sui problemi del mondo contemporaneo. Il suo ricordo rimane vivissimo tra i molti che lo hanno conosciuto e ne ammiravano la forte umanità e la serietà di studioso. Proprio in questi giorni è stato pubblicato il libro dedicato alla sua memoria da un gruppo di colleghi a lui legati da rapporti di amicizia e lavoro lungo l’intera vita.
Giovanna Cracco: La prosperità della guerra
La prosperità della guerra
di Giovanna Cracco
“La minaccia di una catastrofe atomica, che potrebbe spazzar via la razza umana, non serve nel medesimo tempo a proteggere le stesse forze che perpetuano tale pericolo? Gli sforzi per prevenire una simile catastrofe pongono in ombra la ricerca delle sue cause potenziali nella società industriale contemporanea. Queste cause […] si trovano spinte in secondo piano dinanzi alla troppo ovvia minaccia dall’esterno – l’Ovest minacciato dall’Est, l’Est minacciato dall’Ovest. Egualmente ovvio è il bisogno di essere preparati, di vivere sull’orlo della guerra, di far fronte alla sfida. Ci si sottomette alla produzione in tempo di pace dei mezzi di distruzione […]. Se si tenta di porre in relazione le cause del pericolo con il modo in cui la società è organizzata e organizza i suoi membri, ci troviamo immediatamente dinanzi al fatto che la società industriale avanzata diventa più ricca, più grande e migliore a mano a mano che perpetua il pericolo.” (1)
Fino a qualche mese fa, alcuni passaggi de L’uomoaunadimensionedi Marcuse apparivano datati: scritto negli Stati Uniti della Guerra Fredda, vi si respira l’oppressione costituita da una minaccia costante, quello “Stato belligerante” che l’intellettuale francofortese affianca allo “Stato del benessere”. Ripresi ora, quegli stessi passaggi riacquistano contemporaneità: non siamo più nello Stato del benessere dei ‘trenta gloriosi’ – è subentrato il neoliberismo – ma siamo ripiombati nello Stato belligerante.
Quel che qui preme riprendere del testo di Marcuse, tra le numerose chiavi di lettura che non hanno mai perso di attualità, è l’aspetto irrazionaledella società industriale/tecnologica avanzata.
Vincenzo Comito:La Germania, rapporti aperti con la Cina
La Germania, rapporti aperti con la Cina
di Vincenzo Comito
Il modello economico tedesco, a cui l’Italia è legata per le subforniture, ha bisogno di revisione ma intanto ha deciso di andare in direzione opposta a Usa e Ue continuando a annodare legami con la Cina. Una opzione alternativa al decoupling stigmatizzata in Italia.
Nell’ultimo periodo la quasi totalità della stampa occidentale si è scagliata con veemenza contro la Germania e in particolare contro il cancelliere Olaf Scholtz ritenuto colpevole di molti delitti; intanto quello di aver concesso l’acquisto di una quota di minoranza in una società del porto di Amburgo ad una impresa cinese, mentre sembrava anche in procinto di permettere ad un’altra società di Pechino la presa di controllo in una società che produce chip (decisione poi rientrata), quello poi sempre verso Scholtz di voler effettuare un viaggio in Cina, che si è svolto come previsto, accompagnato da molti rappresentanti della grande impresa del paese teutonico, infine quello di aver pronunciato anche a Pechino, oltre che in patria, parole contrarie al decoupling e all’isolamento della Cina.
Da rilevare che a suo tempo Angela Merkel in sedici anni di governo aveva visitato la Cina 12 volte. Da sottolineare anche, incidentalmente, che il governo Draghi, durante la sua esistenza, ha invece bloccato un tentativo dei cinesi di acquisire una partecipazione in una società del porto di Trieste, nonché in una piccola società che produce chip, oltre che in diverse altre iniziative, di cui qualcuna molto rilevante (l’Iveco), mentre ha stracciato sostanzialmente l’accordo relativo alla Via della seta concluso dal governo precedente.
Alvise Marin: Fantasmi mediatici e voyeurismo di guerra
Fantasmi mediatici e voyeurismo di guerra
di Alvise Marin
Solo chi la vive sul proprio corpo e nella propria anima, può fare esperienza reale della guerra, ovvero può avere «esperienza diretta del Reale in quanto opposto alla realtà sociale quotidiana»[1]. Un’esperienza lesionante e desertificante, fatta di boati assordanti, dell’incendio e del crollo della propria casa, dell’odore e la vista del sangue di corpi feriti o ammazzati, della fame e della sete, di quel Reale traumatico che venendo prima di qualunque ragione può consegnarci a una follia senza ritorno, della sospensione delle abitudini di vita, della disintegrazione del paesaggio interno ed esterno e della costante sofferenza, legata a una condizione di inermità assoluta e d’incapacità di vedersi proiettati verso un qualsivoglia futuro, inchiodati come si è all’orrore del presente, nel quale spira incontrastato l’alito della morte. Chi invece la osserva al riparo di uno schermo televisivo o di un computer, come noi, ne può fare tutt’alpiù un’esperienza mentale, emotiva, spettacolare ed estetica, avendo sempre ben presente che nessun proiettile potrà colpirci, che nessuna bomba potrà far saltare in aria la nostra casa, che la nostra vita non è in pericolo e che dunque non saremo mai coinvolti realmente in quegli eventi. Davanti ad uno schermo non possiamo fare alcuna esperienza reale di quanto vediamo, perché quest’ultima è possibile sempre e solo a partire dal preciso punto (punctum) nello spazio e nel tempo, in cui si colloca il nostro corpo, e non attraverso una visione ubiquitaria e un tempo reversibile, come quello proprio dei media.
L’esperienza della guerra coinvolge corpi e menti nell’hic et nunc nel quale si svolge, laddove invece il mezzo televisivo, fin dalla sua comparsa e oggi, a fortiori, i nuovi media, abolendo quei limiti a cui è vincolato il corpo umano, trasportano lo spettatore in luoghi lontani nel tempo e nello spazio, facendolo anche assistere ad eventi invisibili a occhio nudo.
Pierluigi Fagan: Cosa è cambiato? (Spoiler: non lo so)
Cosa è cambiato? (Spoiler: non lo so)
di Pierluigi Fagan
Due post fa ricordavo le dichiarazioni di Biden ad inizio ottobre che segnavano un deciso cambio di atteggiamento verso Russi, Putin e guerra in Ucraina. “Deciso” non sarà sembrato a chi non si interessa di questioni internazionali dove vige un codice simbolico per il quale anche piccoli accenni di qua e non di là fanno segnale, differenza, quindi informazione. Da allora, continuo il flusso di segnali, alcuni in una direzione, altri a mantenere calda l’atmosfera, ma seguendo chi diceva cosa e che potere ha, sempre più di un tipo e sempre meno dell’altro. Il generale Milley ha alla fine messo giù carte decise dicendo che era giunto il tempo di trattare, che gli ucraini avevano dato il massimo e di più non si poteva pretendere, ieri ha apertamente detto che la situazione sul campo non è credibilmente migliorabile. Attenzione, trattare non è pace, si può trattare per anni ed anni e così rendere di fatto una situazione che non si può accettare ufficialmente. Russia e Giappone non hanno ancora firmato la pace dopo 77 anni dalla IIWW.
Enrico Tomaselli: L’ordine del caos: il format Usa replicabile all’infinito
L’ordine del caos: il format Usa replicabile all’infinito
di Enrico Tomaselli*
Se guardiamo alle ultime guerre condotte dall’impero americano, non si può non constatare che esse si sono sempre lasciate alle spalle rovine e disastri. Così è stato in Iraq, così è stato in Siria, così in Afghanistan e Libia. Persino la guerra contro la Serbia, ha – in un certo senso – lasciato una scia di problemi irrisolti e di potenziali focolai di crisi. Insomma, indipendentemente dall’esito militare dei conflitti, il prodotto finale di questi è sempre stato il caos. Sotto questo profilo, quindi, si potrebbe trarne la conclusione che tali guerre siano state sostanzialmente un fallimento, o quanto meno che non abbiano raggiunto appieno gli obiettivi che si prefiggevano. Ma, in effetti così non è. Queste guerre, infatti, hanno ottenuto quasi completamente ciò che a Washington si considerava essere necessario.
Il primo risultato delle guerre americane è ovviamente l’abbattimento di un regime considerato ostile, o comunque una minaccia per l’impero. Un secondo risultato acquisito è il messaggio di monito, lanciato soprattutto a quanti sono in bilico, indecisi se sfidare o meno Washington.
Chiara Zanella: Chi tace, acconsente
Chi tace, acconsente
di Chiara Zanella
Con la fine dell’emergenza pandemica e l’attenuazione dell’allarmismo, sulla strada del ritorno ad una vita più normale comincia ad emergere qualche voce dissonante rispetto all’uniformità di opinione che ha caratterizzato il corso degli ultimi due anni e mezzo: si tratta di articoli giornalistici in cui compaiono – anche se in modo fugace – notizie di attualità e relazioni di studi scientifici che sarebbe ormai impossibile passare sotto silenzio, pena – per il giornalismo – il non potersi difendere dall’accusa di aver occultato dati solidi e conclamati.
Potremmo ascrivere a questo filone, per esempio, le notizie su Ursula von der Leyen, indagata dalla Corte dei conti europea per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la fase di acquisto dei vaccini (ad oggi, risulta ancora negato l’accesso agli sms scambiati col CEO della Pfizer-Biontech, Bourla e, ancor peggio, ai contratti sottoscritti con le case farmaceutiche, consegnati ai tribunali solo dopo aver oscurato le parti coperte da segreto – di fatto, la maggior parte del documento); oppure, le rivelazioni circa il possibile conflitto di interessi che vedeva il marito della Presidente della UE, a sua volta Presidente di Orgenesis, quale membro (rapidamente dimessosi in seguito all’esplodere del caso) del Comitato di sorveglianza del Centro nazionale di ricerca “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna”, società che aveva vinto il bando di 320 milioni di Euro del PNRR per condurre le sunnominate ricerche sotto la guida dell’Università di Padova.
Fabrizio Poggi: Sanzioni: Washington invita le banche Usa a mantenere rapporti con imprese russe
Sanzioni: Washington invita le banche Usa a mantenere rapporti con imprese russe
di Fabrizio Poggi
Secondo il New York Times, il volume di scambi commerciali tra la Russia e una serie di paesi europei, a dispetto delle sanzioni, è cresciuto negli ultimi mesi, rispetto al triennio 2017-2020. È vero che una grossa parte delle esportazioni russe ha semplicemente cambiato rotta, dirigendosi verso Cina, Turchia, India e altri paesi, ma anche una serie di paesi occidentali non hanno completamente interrotto gli scambi con Mosca.
Soprattutto, le esportazioni dalla Russia non sembrano aver troppo risentito delle sanzioni, anche grazie a “eccezioni” autorizzate a Bruxelles e Washington per l’importazione di prodotti energetici russi, oppure con espedienti diversi che, per dirne solo una, trasformano il petrolio russo, attraverso miscelazioni, raffinamenti e altro, in “europeo” e quindi non più soggetto a sanzioni.
In ogni caso, se fino al 2019 il 25% del petrolio russo esportato via mare andava a India e Cina e il 55% verso l’Europa, allo scorso settembre le quote si erano invertite: 29% a paesi UE e 55% a Cina e India.
Daniel Wedi Korbaria: Corno d’Africa e immigrazione: cosa cambia con la fine dell’era dei TPLF
Corno d’Africa e immigrazione: cosa cambia con la fine dell’era dei TPLF
di Daniel Wedi Korbaria*
Pochi giorni fa a margine del vertice sul clima delle Nazioni Unite “COP27”, che si è tenuto in Egitto a Sharm El-Sheikh e a cui hanno partecipato circa 120 capi di stato e di governo, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un incontro bilaterale con il Primo Ministro della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia, Abiy Ahmed.
Oltre alla volontà da ambo le parti di “rinsaldare gli storici rapporti bilaterali e rafforzare i legami economici” l’Italia e l’Etiopia per diversi anni erano state legate da un destino comune: l’immigrazione dal Corno d’Africa.
Proprio nel momento in cui la Meloni è impegnata sul fronte delle Ong (battenti bandiera europea) che pressano per chiedere all’Italia il porto sicuro dove poter sbarcare i migranti[1], in Etiopia c’è stato un evento storico che potrebbe, in qualche modo “favorire” le politiche del Governo Italiano sull’argomento, ossia la capitolazione del Fronte di Liberazione del Popolo Tigrino (TPLF). Lo stesso che, sin dal 2004, ha costruito quattro campi di accoglienza per eritrei gestendone il loro flusso verso il Mediterraneo centrale accompagnandoli fino in Sudan.