Carlo Domenico Cristofori – 04/02/2023
«Cospito non ha ucciso nessuno. Il 41 bis è assolutamente anticostituzionale e come tale è stato di recente censurato dalla stessa Corte Costituzionale e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. È stato giustamente così concepito, negli anni 90, in occasione delle stragi di mafia per impedire ai boss della criminalità organizzata di continuare ad avere collegamenti con i sodalizi mafiosi».
Bastano queste poche frasi della senatrice Ilaria Cucchi, eletta con Sinistra e Verdi dopo la sua battaglia per ottenere giustizia per il fratello Stefano massacrato di botte da carabinieri con la “c” minuscola, per far capire perché Gospa News non ha inseguito questa vicenda costruita ad arte per la distrazione di massa dal Governo di Giorgia Meloni e dai media di mainstream ad esso compiacenti su temi molto più scottanti come il rincaro della benzina per la guerra economica e militare alla Russia.
COSPITO E GLI ANARCHICI PER LA DISTRAZIONE DI MASSA
«Si è indubbiamente trattato dell’introduzione di un regime di emergenza a causa dell’incapacità dello Stato di realizzare un sistema carcerario che potesse, da un lato, essere in linea con i fondamentali criteri di rieducazione cui deve essere uniformata l’espiazione delle pene senza che con essa, dall’altro, si aprissero le porte alla prosecuzione dell’attività criminale dei boss dall’interno delle strutture di detenzione – aggiunge la senatrice Cucchi – Cosa c’entra con tutto ciò Cospito? Niente, ma in questo Paese l’emergenza diventa la regola e c’è sempre chi cade in tentazione e cerca di estendere l’applicazione dimenticandosi i sacri principi della nostra Carta Costituzionale. Questo è accaduto con una palese forzatura e commettendo, appunto, un errore colossale».
CUCCHI, PESTATO IN CASERMA PRIMA DELLA MORTE. Condannati a 13 anni due Carabinieri
Non avevamo finora affrontato la vicenda di Alfredo Cospito perché da una parte non troviamo corretto prendere posizioni a favore di un anarchico criminale che non sembra minimamente pentito.
Le leggi penali sono giuste quanto più sono allineate al buonsenso morale.
Nel paese in cui è stato liberato lo stragista mafioso Giovanni Brusca, soprannominato u Verro (il porco) e capace pure di sciogliere un bimbo nell’acido, solo per le norme sui collaboratori di giustizia, senza che le sue confidenze siano state utili a evitare la latitanza di 30 anni del suo capo Matteo Messina Denaro, alias Diabolik, la detenzione ossessiva al 41 bis di Cospito un po’ fa piangere, per lo sciopero della fame che ne mette a rischio la sopravvivenza, ma soprattutto fa molto schifo…
Giovanni Brusca ha lasciato il carcere di Roma Rebibbia nel giugno 2021 dopo 25 anni.
«Non è un regalo, almeno non stavolta, ma l’applicazione di una legge dello Stato. Si chiama diritto, anche se non coincide con il senso di giustizia» scrisse allora Il Foglio.
«Lo stato con Brusca ha siglato un accordo negli anni in cui la mafia sembrava invincibile e i pentiti erano l’unica arma a disposizione. Collaborare con la giustizia e, in cambio, niente ergastolo. Lo Stato ha rispettato il patto, ma Brusca è stato leale?» si domandò il giornalista Riccardo Lo Verso menzionando poi tutti i vuoti di memoria del presunto collaboratore.
Il macellaio di Cosa Nostra oggi è libero, Cospito che non ha ammazzato nessuno resta nel regime del carcere duro.
COI RINCARI BENZINA MELONI DEVE TEMERE GLI ITALIANI ONESTI PIU’ DEGLI ANARCHICI
Ma chiudiamo la parentesi e vediamo perché la premier Meloni dovrebbe preoccuparsi meno degli anarchici, in parte da sempre pilotati dai servizi segreti per giustificare misure governative repressive dell’opinione pubblica, e molto più degli Italiani onesti che si stanno davvero stancando di essere complici nella fornitura di armi all’Ucraina per i loschi affari dei ministri Guido Crosetto e Giancarlo Giorgetti e soprattutto di dover pagare con le proprie tasche i costi di una guerra militare, energetica ed economica alla Russia totalmente suicida.
A partire da domani 5 febbraio scatterà infatti l’embargo deciso dall’Ue sui prodotti raffinati russi, una misura che – sottolinea Assoutenti- rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione» riporta in un angolino del sito l’ANSA.
I listini alla pompa – spiega il presidente Furio Truzzi – potrebbero così toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte”.
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L’articolo integrale qui: BENZINA: NUOVI RINCARI IN VISTA PER LA GUERRA ALLA RUSSIA. Meloni deve Temere gli Italiani Onesti più degli Anarchici (gospanews.net)
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