[Sinistrainrete] Gaspare Nevola: L’afonia di un disagio politico-esistenziale

Rassegna del 13/02/2023

 

 

Gaspare Nevola: L’afonia di un disagio politico-esistenziale

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L’afonia di un disagio politico-esistenziale

Le società occidentali e la marginalità dell’intelligenza critica

di Gaspare Nevola

Le società occidentali contemporanee racchiudono un disagio spesso afono. Un disagio che nasce dalla storia (anche solo quella recente) e da spinosi problemi irrisolti da una società a dominanza neoliberale che reagisce rimuovendoli, equivocandoli o (più o meno dolcemente) reprimendoli. Un’afonia figlia della marginalità sociale, politica e culturale dell’intelligenza critica. Di questo trattano le riflessioni che qui consegno al lettore.

maxresdefaultvgyujhfds1. Da dove veniamo?

Su quale strada camminano le società occidentali? Quale cultura politica prevale nelle nostre liberaldemocrazie sotto tensione? A partire dagli anni ’70 dello scorso secolo, la cultura politica dominante tra le élites e, progressivamente, anche a livello di massa si è inchinata al modello di vita ispirato dal neoliberalismo. A ritmo incalzante, il neoliberalismo ha impresso il suo marchio al modo di concepire l’economia e la vita politica, il diritto e la cultura, le relazioni collettive e tra le persone.

Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Stati occidentali conobbero trent’anni di crescita economica e di diffusione del benessere sociale: sono i “trenta gloriosi” portati alla ribalta dallo storico Hobsbawm nel suo noto Il secolo breve[1]. Siamo all’epoca del “consenso keynesiano”, quando lo Stato interviene massicciamente (e con plauso trasversale tra gli schieramenti politici) a sostegno dei settori strategici dell’economia, a sostegno dell’occupazione, dello sviluppo economico e dei sistemi di tutela sociale delle fasce più deboli della popolazione. Nasce il moderno welfare state e i diritti sociali (istruzione, sanità, pensione, assistenza e sussidi sociali, tutela dei lavoratori) entrano a far parte del sistema democratico della cittadinanza[2].

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Mondo Rosso: Il pensiero di Xi Jinping come marxismo del Ventunesimo secolo

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Il pensiero di Xi Jinping come marxismo del Ventunesimo secolo

di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

xi jinping cina scaledB. Brecht: il comunismo “è la semplicità che è difficile a farsi”.

V. I. Lenin: “l’esito della lotta” (tra comunismo e imperialismo) “dipende in ultima analisi dal fatto che la Russia, l’India, la Cina costituiscono l’enorme maggioranza della popolazione” (mondiale).[1]

He Yiting: “finché il socialismo cinese non cadrà, il socialismo del mondo starà sempre in piedi. Oggi, il grande successo ottenuto dal socialismo con caratteristiche cinesi ha permesso di scrivere il capitolo più splendido dei 500 anni di socialismo mondiale”.[2]

 

Il pensiero di Xi Jinping come marxismo del Ventunesimo secolo

Dopo la celebrazione da parte di Xi Jinping del bicentenario della nascita di Marx un importante dirigente del partito comunista cinese, il compagno Wang Huning, aveva affermato nel maggio del 2018 che il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era ha “arricchito e sviluppato il marxismo con una serie di importanti visioni e pensieri originali e strategici”, ed è il “marxismo nella Cina contemporanea e del Ventunesimo secolo”.[3]

Nel giugno del 2020 l’importante rivista teorica Tempi di studio pubblicò un articolo del vicepresidente della prestigiosa Scuola centrale del partito comunista cinese, He Yiting, nel quale si affermò nuovamente che il pensiero di Xi Jinping equivaleva al “marxismo per il Ventunesimo secolo”.

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Antonio Pertuso: La farsa degli accordi di Tripoli

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La farsa degli accordi di Tripoli

di Antonio Pertuso

720x410c50jhvexNel panorama scontato e privo di riflessioni dell’informazione italiana sulla visita del Presidente del Consiglio Meloni in Libia due articoli, entrambi apparsi su “L’Antidiplomatico” hanno fornito un minimo di salutare controcanto:

♦ uno a firma di Michelangelo Severgnini – il pezzo “8 miliardi dalla Meloni a Tripoli per finanziare migrazione e terrorismo”, comparso sul sito “L’Antidiplomatico”(vedi → https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-8_miliardi_dalla_meloni_a_tripoli_per_finanziare_migrazione_e_terrorismo/41939_48605/ )

♦ e l’altro di Giacomo Gabellini: – Il “Piano Mattei” tra realtà e propaganda. –https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_piano_mattei_tra_realt_e_propaganda/39130_48635/

Poiché la questione delle forniture energetiche dalla Libia è un tema di vitale importanza per l’Italia è bene rimanere in argomento e correggere per primo alcune imprecisioni ed errori.

Gli otto miliardi del titolo di Severgnini non sono fondi che vanno (anzi, andrebbero) alle milizie ma investimenti in impiantistica per lo sviluppo di un giacimento marino di gas.

In realtà, come vedremo in seguito, questi fondi non si materializzeranno mai, perché gli accordi firmati a Tripoli sotto gli occhi della Meloni non sono che una farsa, una commedia degli inganni dove ciascuno sa di mentire, per la sua parte, e che gli altri pure mentono, ma non sa bene in che cosa mentano.

Per il resto l’indignazione di Severgnini è davvero legittima, lo schiavismo migratorio ha una causa politica ma conviene approfondire meglio anche le dinamiche economiche.

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Giacomo Gabellini: Lo stato dell’economia Usa: verso il punto di non ritorno?

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Lo stato dell’economia Usa: verso il punto di non ritorno?

di Giacomo Gabellini

Gli Stati Uniti hanno un serio problema di statistiche, specialmente in materia di rilevazione della disoccupazione. Nonostante le autorità di Washington e i mezzi informativi continuino a parlare di “miracolo occupazionale”, i dati indicano che su una popolazione di circa 332 milioni di persone e una forza lavoro che alla fine di gennaio annoverava 265,92 milioni di individui, ben 100,130 milioni di adulti risultavano inoccupati. Il tasso di partecipazione della forza lavoro alla crescita economica oscilla ormai da anni tra il 62 e il 63%, attestandosi ai livelli più bassi dalla fine degli anni ’70, quando ancora si avvertiva pesantemente l’impatto generato dallo sganciamento del dollaro dall’oro e dagli shock petroliferi.

L’economista e statistico John Williams ha richiamato l’attenzione sull’inadeguatezza dei metodi di rilevazione impiegati dalle autorità nazionali, evidenziando che il tasso ufficiale di disoccupazione (U-3) adoperato dalla Federal Reserve tiene conto soltanto del totale dei disoccupati in percentuale rispetto alla forza lavoro.

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Giulio Chinappi: Il mondo non crede alla propaganda occidentale sulla crisi ucraina

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Il mondo non crede alla propaganda occidentale sulla crisi ucraina

di Giulio Chinappi

Sono sempre maggiori le voci che in tutto il mondo di levano contro la prosecuzione del conflitto e le politiche guerrafondaie promosse dagli imperialisti occidentali. In Asia, Africa e America Latina la grande maggioranza dei Paesi ha assunto una posizione neutrale e comprende le ragioni della Russia.

È trascorso quasi un anno dall’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina – non della guerra, che ha invece avuto inizio nel 2014. Chi dovesse aver passato l’ultimo anno ad ascoltare unicamente i mass media occidentali, potrebbe aver acquisito la falsa percezione di un mondo che si schiera compattamente contro la Russia, definita ripetutamente “aggressore”, e in difesa dell’Ucraina, “aggredita”. Eppure, la realtà del mondo risulta essere ben diversa rispetto a quella propagandata in Occidente.

Europei occidentali e nordamericani vivono ancora nell’illusione di essere il centro del mondo, dimenticando di rappresentare meno di un miliardo di persone, rispetto ad una popolazione globale che ha recentemente superato gli otto miliardi.

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Alba Vastano: La stupidità e le sue leggi

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La stupidità e le sue leggi

di Alba Vastano

“Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore” (Carlo M Cipolla)

‘‘Contro la stupidità gli stessi Dei combattono invano’ ( Friedrich Schiller), E’ più semplice comprendere la logica dell’azione di un bandito che, di uno stupido. Eh sì, perché uno stupido, spesso ragiona fuori contesto, non collega cause ed effetti nei ragionamenti ed è convinto di affermare sempre una verità assoluta, inconfutabile. Secondo lui. Spesso è talmente convinto di avere la verità in tasca e di saper risolvere i problemi del mondo che il malcapitato che tenta di portarlo sulla via di un ragionamento ampio per confrontare i diversi punti di vista viene messo a tacere, precludendo così ogni possibilità di un confronto. La sua illogicità non deriva solo da una qualsiasi presunzione, ma è, soprattutto, stupidità. Accade abitualmente nei talk show televisivi, laddove una banda di stupidi blateranti mette a tacere l’unico ospite che tenta di affermare qualcosa di sensato, provando a svelare quanto siano senza fondamento logico certe bizantine affermazioni.

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Mauro Armanino: Lettere dal Sahel IV

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Lettere dal Sahel IV

di Mauro Armanino

Il prezzo della sabbia e la sabbia da buttare di Niamey

Niamey, 15 gennaio 2023. C’è sabbia e sabbia. Quella che si vende, quella gratuita e quella da buttare. La sabbia bianca è più cara di quella rossa ma entrambe sono aumentate di prezzo a Niamey, capitale e cantiere permanente. I motivi dell’aumento dei prezzi della sabbia da costruzione sono molteplici. Complice il livello dell’acqua del fiume è più difficile trovare posti utili all’operazione. Le tasse della municipalità e il rincaro del gasolio, rendono il viaggio di sabbia col camion più oneroso a seconda dalla distanza da percorrere. Molta gente vive della sabbia. Gli scavatori, i rivenditori, i trasportatori e infine i lavoratori sui cantieri che, grazie alla sabbia, sbarcano il lunario in questi tempi di recessione armata.

La sabbia gratuita si respira con la polvere, si porta in giro senza accorgersene, si adagia come un tappeto e si confonde con la cronaca.

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Seymour Hersch: Come gli Stati Uniti hanno messo fuori gioco il gasdotto Nord Stream

 

Come gli Stati Uniti hanno messo fuori gioco il gasdotto Nord Stream

di Seymour Hersch

Qui di seguito l’inchiesta curata dal veterano del giornalismo investigativo, Seymour Hersch, sul sabotaggio del gasdotto russo/tedesco Nord Stream da parte degli incursori statunitensi. Una verità già evidente a tutti ma non rivelata per salvaguardare l’alleanza NATO e il fronte bellicista sulla guerra in Ucraina. Ma di fronte a questa verità adesso rivelata, il governo o il popolo tedesco potranno continuare a far finta di niente?

Nord stream sabotatoIl Diving and Salvage Center della Marina degli Stati Uniti si trova in un luogo oscuro come il suo nome, in quello che una volta era un viottolo di campagna nella zona rurale di Panama City, una città di villeggiatura ora in piena espansione nella parte sud-occidentale della Florida, 70 miglia a sud del confine con l’Alabama.

Il complesso del centro non è descrittivo come la sua ubicazione: una struttura in cemento scialbo del secondo dopoguerra che ha l’aspetto di una scuola superiore professionale nella zona ovest di Chicago. Una lavanderia a gettoni e una scuola di danza si trovano dall’altra parte di quella che ora è una strada a quattro corsie.

Il centro ha addestrato per decenni sommozzatori in acque profonde altamente qualificati che, una volta assegnati alle unità militari americane in tutto il mondo, sono in grado di effettuare immersioni tecniche per fare il bene – utilizzando esplosivi C4 per liberare porti e spiagge da detriti e ordigni inesplosi – e il male, come far saltare in aria piattaforme petrolifere straniere, sporcare le valvole di aspirazione delle centrali elettriche sottomarine, distruggere le chiuse di canali di navigazione cruciali.

Il centro di Panama City, che vanta la seconda piscina coperta più grande d’America, era il luogo perfetto per reclutare i migliori, e più taciturni, diplomati della scuola di immersione che l’estate scorsa hanno fatto con successo ciò che erano stati autorizzati a fare a 260 piedi sotto la superficie del Mar Baltico.

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Robert Kurz: La duplice devalorizzazione del valore. Verso la crisi storica del denaro

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La duplice devalorizzazione del valore. Verso la crisi storica del denaro

di Robert Kurz

Pubblichiamo la traduzione di Samuele Cerea del cap.XVII di Geld ohne Wert, ultimo libro pubblicato in vita da Robert Kurz, preceduta da una breve introduzione del traduttore

GOW 17 2048x1536L’ultimo saggio ultimato da Robert Kurz, Geld ohne Wert, rappresenta un tentativo ambizioso di rinnovare la critica dell’economia politica di Marx in una prospettiva eterodossa di superamento rispetto all’originaria esposizione de Il Capitale. Il capitolo XVII del testo si focalizza sulla crisi del denaro come aspetto specifico della crisi generale della valorizzazione capitalistica.

A cosa serve il denaro? Come è noto, per la teoria economica si tratta di uno strumento indispensabile in una società che si fonda su di un regime generalizzato di transazioni economiche. Secondo i manuali di economia il denaro funziona da mezzo di pagamento, unità di conto e misura e riserva del valore. In cosa consiste però il valore del denaro? Cosa si intende dire quando si afferma che esso ha un valore? Rappresenta effettivamente il valore in senso sostanziale, oggettivato? Oppure il valore del denaro si esaurisce semplicemente nella sua funzione di mediazione tra diversi beni nella sfera del mercato, soggetta alla legge della domanda e dell’offerta, sotto la garanzia dello Stato?

Nell’argomentazione di Kurz la mediazione di un denaro simbolico, privo di valore, può avere senso solo in una società fatta di produttori indipendenti che si limitano a scambiarsi vicendevolmente beni materiali in una nicchia di mercato. Ma con l’avvento della società capitalistica questa relazione si inverte: sono i beni materiali ad essere un termine medio in seno ad un movimento che mira ad incrementare una certa quantità di denaro iniziale. In questo senso il denaro diviene qui l’alfa e l’omega del processo produttivo (di valore). Di conseguenza esso non è più un semplice mediatore ma si converte nello scopo dell’intero processo sociale. Come afferma Kurz ne Il Capitale-mondo “l’economicizzazione del mondo equivale alla sostanzializzazione del denaro”.

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Pino Donghi: ChatGPT

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ChatGPT

di Pino Donghi

chatgptA stupire è lo stupore. Ma davvero c’era qualcuno che poteva dubitare che diventasse disponibile prima o poi – più prima che poi – un aggeggio come ChatGPT ? Davvero non ci eravamo accorti che Google translate, da un po’ – ormai da un bel po’ – aveva smesso di farci sbellicare, leggendo le improbabili traduzioni che ci proponeva agli esordi, per diventare un arnese assai utile, per molti di quotidiano utilizzo? È David Quammen, nel suo recentissimo Senza respiro, a raccontare di come la notte di Capodanno del 2020 Marjorie Pollock, vice-direttrice di un servizio di segnalazione epidemiologica, trovato un servizio giornalistico su un affidabile sito d’informazione in lingua cinese, lo copia in un sistema di traduzione automatica sul suo pc e capisce, per la prima volta, che un nuovo agente patogeno della famiglia dei Coronavirus sta per travolgere le nostre esistenze. Just simple as that: funziona!

La domanda è come. E la risposta, a far data più o meno dagli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, è: senza teoria! Nel caso di Google translate senza una teoria scientifica del linguaggio, senza simboli e senza logica; senza una teoria anatomica del volto, se ti chiami Clearview e vendi servizi di face recognition alle forze di polizia, utilizzando invece 3 miliardi di immagini disponibili sui social media (e poi, via di forza bruta, via di potenza di calcolo). Se ti chiami Cambridge Analytica… beh, lo sapete già! Ma c’è anche un inquietante IBorder Ctrl che un annetto e mezzo fa verificava la possibilità di usare un software automatico per intervistare i rifugiati ai confini, così da leggere micro espressioni del volto e scoprire eventuali dichiarazioni menzognere: e se vi si è acceso il fotogramma… sì, proprio come in Blade Runner (il cui futuro remoto era il 2019).

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Fabrizio Poggi: Le “condizioni di pace” della junta nazigolpista ucraina

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Le “condizioni di pace” della junta nazigolpista ucraina

di Fabrizio Poggi

L’Occidente ha bisogno di una nuova Minsk, scrive Boris Džerelievskij su Segodnja.ru, in riferimento alle parole di Giorgia Meloni secondo cui Vladimir Zelenskij starebbe «lavorando a un piano» di colloqui di pace con Mosca.

Cosa intendano il regime nazigolpista di Kiev e i suoi italici portavoce fascisti, parlando di «preparazione ai colloqui», diventa più chiaro se si pone mente all’obiettivo ucraino di “sconfiggere l’esercito russo” e costringere Mosca a rinunciare a Crimea, L-DNR, regioni di Kherson e Zaporož’e, pagare somme ingenti per risarcimenti e mandare sotto tribunale speciale internazionale leadership politica e militare russa, comandanti dei reparti impegnati in guerra, giornalisti e attivisti.

Solo dopo di ciò, i nazisti di Kiev sarebbero pronti a parlare delle “condizioni di pace”.

Più chiari dei fascisti di casa nostra, sono stati al Ministero degli esteri francese: la portavoce Anne-Claire Legendre, ricordando come Emmanuel Macron, negli ultimi tempi e su richiesta di Vladimir Zelenskij, abbia telefonato diverse volte a Vladimir Putin, ha commentato che «al momento attuale la Russia non ha manifestato alcun desiderio di colloqui».

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coniarerivolta: Salari giù e profitti su: il Governo Meloni in pillole

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Salari giù e profitti su: il Governo Meloni in pillole

di coniarerivolta

A sentire le dichiarazioni degli esponenti del Governo Meloni e i principali telegiornali nazionali, la situazione economica italiana sarebbe eccellente. La notizia degli ultimi giorni è infatti il dato fornito dall’Istat circa il tasso di crescita del 2022, stimato intorno al +3,9%, che proietta l’Italia insieme alla Spagna (+4,4%) in testa tra le principali economie europee e ben al di sopra della performance fatta registrare lo scorso anno dalla Germania (+1,9%). Purtroppo, basta davvero poco a rendersi conto che la realtà dietro l’insopportabile velo di disinformazione è drammatica. Per farlo, è sufficiente fare luce sulla situazione in cui versano i salari reali.

Innanzitutto, dopo una crescita che durava da sette trimestri, nel quarto trimestre 2022 il Pil italiano in termini reali – ossia corretto rispetto a dinamica dei prezzi, effetti di calendario e destagionalizzato – è diminuito (-0,1%) rispetto al trimestre precedente, così come quello tedesco (-0,2%). Questa inversione pare strettamente legata alla centralità del gas naturale per le due principali economie manifatturiere europee.

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Frank Grohmann: Il cavaliere e la sua sella: riecco la questione della «forma germinale»

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Il cavaliere e la sua sella: riecco la questione della «forma germinale»

di Frank Grohmann

Perso il treno della rivoluzione della microelettronica, e morto il valore d’uso che era il suo cavallo, il soggetto si trascina continuando a portare sulle spalle l’inutile sella, come un feticcio!!

Venticinque anni fa, il crollo della «modernizzazione di recupero» e la crisi globale del lavoro astratto in quella che era la già avviata terza rivoluzione industriale della microelettronica vennero visti, dalla critica della dissociazione del valore, come dei segnali, a partire dai quali venivamo avvisati del fatto che le categorie reali oggettivate del sistema di produzione delle merci avrebbero raggiunto un limite storico assoluto, e la loro dinamica si sarebbe esaurita.

La domanda posta in quel contesto – nel momento storico della fine degli anni Novanta – che chiedeva se, potenzialmente, dal punto di vista della critica della dissociazione del valore [*1], la rivoluzione digitale avrebbe potuto essere la «forma germinale» di un’emancipazione sociale, ha avuto una risposta più tempestiva di quanto all’apparenza potesse allora sembrare.

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Orazio Di Mauro: La Russia prepara le nuove armi per il conflitto con l’occidente

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La Russia prepara le nuove armi per il conflitto con l’occidente

di Orazio Di Mauro

La Russia introduce rapidamente nuove armi altamente tecnologiche e le prova nella guerra di Ucraina. L’Occidente e specie gli Stati Uniti assiste sgomento allo sviluppo dei nuovi sistemi d’arma

In questo breve articolo prenderò in esame alcune armi russe, che se usate metterebbero in seria difficoltà la potenza statunitense. Nell’arsenale delle forze armate della Federazione Russa ci sono armi considerevolmente perniciose per gli alti comandi NATO. La prima e più insidiosa arma è il complesso di contromisure elettroniche Murmansk-BN a lunghissimo raggio capace di inibire le comunicazioni nemiche anche a 5.000 km e in caso di condizioni favorevoli può arrivare a 9.000 km. Il sistema funziona ad onde corte e per questo può superare le montagne e qualsiasi orografia del terreno. È in grado di paralizzare completamente il funzionamento dei sistemi elettronici, delle armi del nemico senza distruggerli fisicamente. Già qualche anno fa l’esperto di guerra della NATO Xavier Rofe ne ha parlato con preoccupazione sulla rivista “Atlantic” [1]. Il sistema disabilita non solo tutti gli obiettivi militari ma anche i sistemi civili.

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