Guerra in Ucraina, Fulvio Grimaldi: “Vittoria di Kiev irrealistica, Draghi si sbaglia”

Giulia Bertotto (Quotidiano Web) – 15/06/2023

Fulvio Grimaldi: “Vittoria di Kiev irrealistica, Draghi si sbaglia” (quotidianoweb.it)

 

Fulvio Grimaldi è giornalista, documentarista, blogger con fulviogrimaldicontroblog.info, ha cominciato la sua carriera nel ’57 in diversi uffici stampa, come quello della Mondadori, Bompiani, RCA, Alitalia, poi, per Paese Sera, come inviato di guerra nel 1967 durante la Guerra dei Sei Giorni in Palestina.

In seguito, ha lavorato con la radio BBC di Londra, come corrispondente da Londra per varie testate giornalistiche come Paese Sera, Panorama, ABC, Gazzetta dello Sport, è stato direttore del quotidiano “Lotta Continua” negli anni’70, e, da metà degli anni ’80, è inviato speciale del TG3, Rai. A causa di divergenze di natura deontologica, lascia la Tv di stato e passa al quotidiano Liberazione, dal quale viene allontanato nel 2003, in seguito ai suoi reportage, definiti “filoserbi”, dalla Serbia sotto attacco NATO.

Fulvio Grimaldi è un’esplosione di entusiasmo politico, un archivio di memorie collettive, una testimonianza di saggezza senza moralismi sterili.

Dopo “Mondocane”, “Mamma ho Perso la sinistra”, “L’Occidente all’ultima crociata, “Di resistenza si vince”, “Delitto e Castigo” “Un ’68 lungo una vita” e una serie di docufilm su guerre, rivoluzioni colorate e colpi di Stato, allestiti dall’Occidente, è uscito nel 2020 il suo saggio “Cambiare il mondo con un virus. Geopolitica di un’infezione”. 

Cambiare il mondo con un virus al fine di costruire “un’umanità mantenuta in costante stato di apprensione per la salute, più che per il lavoro e la libertà”.  E’ notizia del 5 giugno il fatto che la Commissione europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno siglato un partenariato per la salute digitale, che mira a rendere il Green Pass, o Certificato Covid Digitale Ue un documento internazionale “per facilitare la mobilità in tutto il mondo”. Si vociferava già di questa possibile riconversione “ampia” del Green Pass… Ci commenta questa notizia?

Abbiamo capito ormai che le cose che ci vengono proposte hanno degli scopi reconditi, ma che con la ripetitività delle manovre di coloro che le direzionano iniziano ad essere piuttosto intelligibili e prevedibili. Questo patto segna un’accelerazione, perché a Ginevra si stava già discutendo in questi mesi la modifica del regolamento sanitario internazionale, quello che dovrebbe riassumere 300 emendamenti modificandosi radicalmente rispetto a quello che era in passato. Questo partenariato è voluto anche dall’UE che così avanza con la sua agenda, anche qui un’accelerazione perché avrebbe dovuto essere sottoposta nel maggio 2024, ma un anno prima avanza già verso un passaporto universale digitale; ha già messo le mani avanti e questa è una mossa preoccupante: questa certificazione traccia le scelte, profila i comportamenti, delinea valutazioni dei consumi, spostamenti…quando verrà proposta all’assemblea generale di 190 paesi, beh vuol dire che è già stata decisa.

Il passaporto digitale sanitario è solo uno dei tasselli in questo piano di controllo che pone l’OMS al di sopra dell’autodeterminazione statale. In passato si rispettava la precedenza del potere decisionale degli Stati, ora invece l’OMS sta assumendo un controllo totale al di sopra dei Governi; l’OMS nella figura di Tedros A. Ghebreyesus si arroga il diritto di imporre norme nazionali, comportamenti ai cittadini, restrizioni alle attività produttive, dei diritti democratici, prevalendo sulla normativa che tradizionalmente viene emanata dagli stati sovrani.

Lei si è occupato molto della ex-Jugoslavia, rimproverando una visione unilaterale da parte dell’informazione “ufficiale”, da lei ritenuta anti-serba e filo-croata. Oggi lo stesso meccanismo mediatico si ripete con il conflitto in Ucraina. Il dispositivo aggredito/aggressore è diventato un lasciapassare morale alla guerra. 

Dal 1945-48 siamo stati inchiavardati ad un’alleanza che ci impone di fare una guerra dietro l’altra e questo innanzitutto per tenere in piedi l’economia degli Stati Uniti: un debito da 31 trilioni di dollari, un debito mai saldabile. Nel frattempo, BRICS e altri paesi emergenti prendono piede: in questo scenario l’affare guerra è l’unico traino finanziario e motore economico che permetta agli Usa di restare a galla. Anche da noi l’industria bellica sta assumendo un ruolo importante, purtroppo. Gli Usa stanno accendendo per questo un altro focolaio nei Balcani in Kosovo, in Georgia, nell’Azerbaigian, agitano provocazioni nello stretto di Taiwan.

Mario Draghi, -l’uomo delle banche, della concentrazione del profitto verso l’alto, formato dalla Goldman Sachs, artefice della grande privatizzazione italiana negli anni ’90 e capo della BCE ci ha imposto la rovina economica e sociale con l’euro- pochi giorni fa ha detto che è assolutamente necessario che l’Ucraina vinca questa guerra, senza neppure accennare ad un’idea di tregua o negoziato. Oltre ad essere un obiettivo irrealistico sul piano militare, deve allarmarci la totale mancanza di volontà diplomatica. Queste armi, come se non bastasse, finiscono spesso sul mercato nero, in mano a mafie e terroristi.

A proposito di negoziati. I Referendum promossi dai comitati “Ripudia la guerra” e “Generazioni Future” sotto l’unico obiettivo “Italia per la pace” vengono ostracizzati dai media. Il professor Tutino il 3 giugno ha iniziato uno sciopero della fame per attrarre l’attenzione delle grandi reti televisive e di stampa sull’iniziativa referendaria. 

Credo che la gente non creda più alla propaganda dell’esportazione di democrazia e civiltà. Basta pensare al numero di italiani che sono contrari all’invio di armi in Ucraina e in altri conflitti internazionali. Temo però che il forte gesto del professor Tutino resterà inascoltato finché non starà molto male; gli concederanno forse uno spazio televisivo per mettersi la coscienza mediatica a posto per questo gravissimo boicottaggio della Costituzione italiana. Stanno sabotando il diritto sancito costituzionalmente di lasciar esprimere gli italiani su un tema della massima e vitale importanza. A Davide Tutino mando un forte abbraccio.

Questo è emblematico delle condizioni in cui versa il nostro sistema dell’informazione: siamo nella boccia di un pesce rosso, immersi nelle bugie che sono l’acqua e che ci fa vedere un panorama distorto. Il menzognificio ci da informazioni e interpretazioni false e così sarà fallata la nostra visione della realtà. Questa boccia va spaccata.

Crede che l’antipolitica sia oggi una ricetta per favorire il sistema? La trappola è la politica o l’antipolitica? 

Altroché, questi sono quelli che l’acqua della boccia la avvelenano! Questo è un atteggiamento complice nei confronti dei manovratori, gli danno sostegno attraverso soprattutto la demoralizzazione sistematica di qualsiasi iniziativa, affermando che è inutile o insufficiente. Questo atteggiamento è spesso in malafede, nasconde disprezzo per il popolo, di più: l’idea che non si possa salvare nulla dell’umanità.

Sono dei nichilisti camuffati da ribelli?

In qualche modo sono gnostici, disprezzano il mondo. Spesso hanno una visione infantile e infatti manichea della realtà: vedono un bene e un male assoluti e non colgono la dialettica del grigio, della complessità.

Il “Diavolo”, inteso etimologicamente come ciò che porta divisione, si nasconde tra le sfumature, non assume colori definiti. 

Secondo me il diavolo non c’è…

Nell’introdurre il suo intervento all’Alterfestival in Trentino ha parlato di Intelligenza Artificiale. Ha affermato che essa non ha immaginazione, non ha paura, non ha risentimento o desiderio, questa sua non-anima mortfifera è la nostra rovina. Tuttavia, non potrebbe paradossalmente essere anche la nostra salvezza? Nessun tostapane per quanto complesso ci potrà mai fare del male.

L’IA può sottrarci la nostra autodeterminazione, essa può obliare e mutilare l’Intelligenza naturale. Potrà presto sostituire l’uomo atrofizzando le nostre sinapsi. Siamo già abituati a non adoperare più i nostri arti. Non sappiamo fare più nulla con le nostre mani. E non saper fare qualcosa con le mani riduce le nostre competenze cognitive.

E non sappiamo nemmeno come sono fatti i dispositivi e gli ingranaggi che ci permettono di svolgere le azioni quotidiane. Con il pretesto della comodità non abbiamo più alcuna consapevolezza di ciò che ci circonda. 

Il touch screen è già obsoleto, i comandi si apprestano a diventare esclusivamente vocali, magari presto comanderemo queste apparecchiature con il pensiero. Oggi l’IA può costruire palazzi, operare un cuore, scrivere un articolo, risolvere un problema matematico di alta portata. Quando noi viaggiamo impostiamo un navigatore, non ricordiamo più le strade, non impieghiamo nessuna facoltà cognitiva. La memoria va impigrendosi. La memoria è il primo nemico di chi sfrutta e finanzia l’IA contro la popolazione, perchè ci ricorda chi siamo. La memoria è tradizione, processo di costruzione identitaria individuale e collettiva. Questo Pasolini lo ha anticipato in maniera impressionante: nella società consumistica l’identità deve subire un’omologazione. Media e politici parlano di diversità ma ci rendono consumatori delle stesse cose, di un abbigliamento uniformante, di una tavolozza enogastronomica non diversificata, che impegni meno il produttore e appiattisca progressivamente più il senso identitario del fruitore.

Infatti del nostro pesce nella boccia si dice che abbia la memoria non più duratura di un giorno…Ricordiamo invece: che cos’è la guerra capitalista dei cent’anni di cui lei parla, e che avrebbe infiammato l’Occidente dal 1914 al 2023?

La guerra è una dialettica che esiste da quando esiste l’uomo, è il tentativo eterno, la volontà pervicace di una minoranza priva di scrupoli di sopraffare i tanti e guidare gli eventi del mondo con truffe, cospirazioni e inganni. Questa storia è vecchia quanto l’uomo, da quanto il primo sapiens ha preso una clava in mano per togliere una preda ad un suo simile.

Un po’ inaspettato ciò che dice per qualcuno che afferma di non credere nel diavolo…

Adesso quell’uomo ha in mano ha uno smartphone. Anche io e lei. 

Nel 1914 è iniziato un tentativo da parte degli stati nazionali che si sono formati tra Settecento e Ottocento di agglomerare il loro potere; dalla frantumazione in contee, famiglie baronali, signorie si sono costituite in nazioni affini per cultura e vicine geograficamente. In seguito, si sono riconosciuti in una grande comunità di potere, sulla base di un progetto di dominio comune. Questo progetto ha vinto sugli stati nazionali nel 1914-18. Il coronamento di questo piano fu quindi la Prima guerra mondiale. Poi però i grandi imperi come quello zarista, britannico o austro-ungarico hanno visto dissolversi la loro supremazia. Così hanno cercato di recuperarla attraverso i totalitarismi: fascismo e nazismo. Infatti, le grandi dinastie aristocratiche hanno sostenuto queste tirannie. Queste élite sono state sconfitte quando hanno assunto la forma di imperi, spodestate nelle vesti di grandi famiglie, di dittature sanguinarie.

Ci riprovano oggi con il Nuovo Ordine Mondiale, affiancate dallo strumento più potente mai comparso sulla terra: la digitalizzazione. La lotta è ancora tra i pochi disumanizzati e i tanti che sono ancora umani.

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