Fulvio Grimaldi: “Luci in Africa, buoio pesto da noi”

Visione TV, Il Grimaldello IV, con Enrica Perucchietti e Fulvio Grimaldi

 

La puntata parte dal continente della sofferenza, dell’abuso, della speranza e della liberazione. E dopo avervi raccontato del fenomeno di “Militari per la democrazia” e contro il colonialismo in Mali, Burkina Faso, Guinea e Niger, stavolta tocca a una mia vecchia conoscenza, il Gabon della dinastia dei Bongo, al colmando per conto dei francesi (e non solo) da 56 anni. Anche qui quello che chiamano un colpo di Stato militare è la rimozione sotto pressione e volontà del popolo di un regime asservito agli stranieri invasori e sfruttatori.

Un inciso. Fino a qualche tempo fa la Storia che ci raccontavano era quella dei suoi “grandi protagonisti”, principi, condottieri, papi, capi rivoluzionari. Le masse, i popoli, la gente non c’erano, per quanto fossero loro a muovere e smuovere e cambiare le cose. Alla borghesia, al capitalismo, alle sedicenti élites, il protagonismo di costoro non piaceva, non gli tornava. Ma venne la scuola storiografica degli Annales, a mettere le cose al loro posto e ai popoli venne riconosciuta la forza che muoveva gli eventi.

Tuttavia, il vecchio vizio non è mai stato del tutto abbandonato e anche oggi ci sono voci, pur autorevoli e valide che, davanti alle rivolte antifrancesi in Africa, parlano di manovre statunitensi finalizzate a sostituire l’avvoltoio dalla testa bianca al gallo francese, con le stesse mire neocolonialiste. I popoli, poveri figuranti manipolati, quasi si trattasse delle famigerate rivoluzioni colorate.

E allora mettiamo i puntini sulle i. Gli USA, impegnati a demolire l’Europa, a partire dalla Germania, ora pensano di far fuori anche la Francia, seconda potenza europea, a partire dalla sua crisi africana (ma anche interna). E così guardano con l’acquolina in bocca alla cacciata dei francesi da un paese africano dopo l’altro. E’ tattica. Solo che la strategia è in mano alle popolazioni che hanno detto basta con TUTTI i colonialismi e non si aspettano certo di essere liberati da quello più feroce e cinico di tutti, lo yankee.

Detto questo, in pieno vento di cambiamento per il meglio, che spira dall’Africa e dall’affermazione poderosa dei BRICS, sempre più potenza alternativa e antimonocratica, passiamo al buio pesto nostro.

Nella puntata abbiamo fatto appena in tempo a vivere il buio della morte di 5 operai (edili, ma impiegati in ferrovia) ammazzati a Brandizzo dal capitalismo ultraliberista, nella versione stracciona draghian-contian-meloniana, come si esprime nella spietata guerra ai poveri e ai lavoratori che, con questo regimetto militarizzato e militarizzante a 360 gradi, sta raggiungendo vette di spietatezza senza precedenti. Oltre 1000 morti sul lavoro all’anno, ma appalti e subappalti deregolamentati, privatizzazioni globali e relative deresponsabilizzazioni istituzionali, super risparmi e superprofitti, ispettori del lavoro inutile spreco, Draghi, Prodi, Reagan, Thatcher, Renzi, fino al granchio blu Meloni, nel ruolo di sociocidi. E’ che sono impegnati in roba seria: ponti sugli stretti, megadighe foranee, alte velocità, sventramenti e disfacimenti territoriali.

Stupore perché il Fatto Quotidiano attribuisce a madame Casellati l’intento di rifare le istituzioni mettendo tutto in camo a un premier che tiene il guinzaglio e a un parlamento che scodinzola? Ma se è da mo’ che mezzo Occidente punta al Potere Unico, quello esecutivo, eliminando i vecchi lacciuoli del Giudiziario e del Legislativo. Non avete visto i Netaniahu, gli Zelensky, i Biden, le Ursule, che tracciano il solco? Poi andiamo a Trento, città cavia, e constatiamo in che modo si terranno a bada eventuali recalcitranti (a proposito, il 9 settembre a Trento grande manifestazione per impacchettare sorveglianti, spioni, controllori e ladri di libertà in accurate confezioni di carta costituzionale).

E Tim? La nostra struttura di sovranità, indipendenza, privacy, più strategica di tutte le strutture strategiche di una nazione, privatizzata da Prodi nel segno dell’offesa all’Ulivo? Passerà al Fondo di Private Equity statunitense KKR, con tutti i 600mila km di cavi della sua controllata Sparkle. All’azionista di maggioranza Vivendi basteranno 31 miliardi. L’Italia, in quanto Stato, per 2,3 miliardi si tiene il 20%, che forza! Edward Snowden ve l’aveva detto. Ora avete la conferma: stavolta è il granchio blu a essersi venduto i vostri dati, fino all’ultimo centimetro cubo di privatezza, all’NSA (per i monoglotti: National Security Agency, quella che spiava perfino la Merkel.)

Gravina a 350.000 euro l’anno, Roberto Mancini a 25 milioni l’anno in Saudia? Non vi pare normale? Ma come, costoro si sono guadagnati i loro sudati, ma modesti compensi a forza di toppate clamorose ai mondiali e agli europei. Fanno parte dei benefattori del mercato che trasferisce il calcio da dove è storia, civiltà, cultura, società, passione, vita, a dove non c’è mai stato, ma ci sono i soldi. Per corromperti, per sradicare dal popolo, dalle famiglie, dagli individui, dalla nazione, anche questo pilastro del tempio dell’identità, bastano un po’ di dollari da petrolio. Quel petrolio che doveva sparire per far posto alle pale eoliche. Il mondo è bello perché è vario.

Nella puntata c’è dell’altro.

 

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