Carlo Formenti: La cassetta degli attrezzi

Rassegna del 22/01/2024

Carlo Formenti: La cassetta degli attrezzi

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La cassetta degli attrezzi

Postille a “Guerra e rivoluzione”

di Carlo Formenti

PremessaIn “Guerra e Rivoluzione” (2 voll. Meltemi, Milano 2023) ho affrontato alcuni temi “scabrosi” sui quali il marxismo occidentale non può esimersi di riflettere, se vuole uscire dalle secche in cui lo hanno impantanato decenni di opportunismo, settarismo e dogmatismo. Personalmente ritengo che l’opportunismo (vedi le ricorrenti tentazioni elettoralistiche e la conseguente disponibilità al compromesso con le borghesie liberali), benché pernicioso, abbia causato meno danni del settarismo e del dogmatismo, cioè della riproposizione rituale e ottusa di dogmi che un secolo di storia ha impietosamente falsificato. E’ questo crampo ideale che ha impedito alle formazioni neo comuniste di radicarsi nel sociale e raccogliere consensi (mi riferisco all’arruolamento di nuove leve di militanti, non a qualche manciata di voti) fra i lavoratori e le giovani generazioni. In questo articolo propongo alcuni approfondimenti relativi ai temi affrontati nel libro uscito qualche mese fa. Non toccherò – se non marginalmente – le questioni relative alle trasformazioni strutturali del tardo capitalismo e alle nuove forme di socialismo emerse in Cina e America Latina, perché si tratta di problemi sui quali sono già tornato su queste pagine. Mi concentrerò invece: 1) sulla critica degli “ismi” (economicismo, progressismo, eurocentrismo, universalismo, ecc.) che hanno sterilizzato il marxismo occidentale; 2) sulla questione della forma partito.

I. Gli “ismi”che hanno affossato il marxismo occidentale

In un dialogo con Onofrio Romano, pubblicato da DeriveApprodi nel 2019 (1), elencavo cinque temi da affrontare per il rinnovamento del marxismo:

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Joshua Frank: La Striscia di terra bruciata

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La Striscia di terra bruciata

di Joshua Frank

immagine 2 11.jpgDopo aver abbattuto le persone e le case, c’è da avvelenare la terra e l’acqua. Ci penseranno l’utilizzo del fosforo bianco, l’inquinamento delle falde e l’abbattimento degli ulivi. Come rendere Gaza, una volta conclusa la campagna di sterminio, un angolo del mondo invivibile anche per le generazioni palestinesi a venire. Ci vorranno almeno cento anni per eliminare gli effetti ambientali di questa guerra.* * * *Su una pittoresca spiaggia nel centro di Gaza, 1.600 metri a Nord del campo profughi di Al-Shati, ormai raso al suolo, lunghi tubi neri serpeggiano attraverso colline di sabbia bianca prima di scomparire sottoterra. Un’immagine rilasciata dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) mostra decine di soldati che posano condutture e installano quelle che sembrano essere stazioni di pompaggio mobili che devono prelevare l’acqua dal Mar Mediterraneo e convogliarla nei tunnel sotterranei. Il piano, secondo vari rapporti, è quello di allagare la vasta rete di gallerie e tunnel sotterranei che Hamas avrebbe costruito e utilizzato per svolgere le sue operazioni.“Non parlerò dei dettagli, ma includono esplosivi per distruggere e altri mezzi per impedire agli agenti di Hamas di utilizzare i tunnel per danneggiare i nostri soldati”, ha detto il Capo di Stato Maggiore dell’IDF, il Tenente Generale Herzi Halevi. “Qualsiasi mezzo che ci dia un vantaggio sul nemico che usa i tunnel, privandolo di questa risorsa, è un mezzo che stiamo valutando di utilizzare. Questo è un buon piano”.Anche se Israele sta sperimentando la sua strategia di allagamento, non è la prima volta che i tunnel di Hamas vengono sabotati avvalendosi dell’acqua di mare.

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Giuseppe Masala: Parte I: Putin prepara l’Africa Corps russo per il calderone africano

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Parte I: Putin prepara l’Africa Corps russo per il calderone africano

di Giuseppe Masala

720x410c50muyhgw.jpgMentre gli occhi del mondo sono giustamente puntati sulla nuova deflagrazione della “guerra mondiale a pezzi” avvenuta con l’attacco anglo-americano in Yemen per contrastare il blocco dello stretto di Bab al-Mandab da parte dei ribelli filo-iraniani Huti anche in Africa la situazione si fa sempre più grave.Come ho già illustrato in passato anche l’Africa è di fatto uno dei campi di battaglia nei quali si confrontano l’Occidente e il blocco euroasiatico (in particolare la Russia, che è più esposta militarmente mentre la Cina lo è maggiormente economicamente); il fine è di guadagnare un vantaggio strategico sull’avversario con l’insediamento di basi militari, ma anche quello di mettere le mani sulle preziose materie prime del continente e di trasferire produzioni a basso valore aggiunto la cui produzione non è più economicamente sostenibile nei paesi d’origine. Quest’ultimo è per esempio il caso dell’Etiopia (da ultimo entrata nei Brics) che sta ricevendo ingenti investimenti cinesi anche con il trasferimento di produzioni a basso valore aggiunto e non più sostenibili per Pechino (1). Per quanto riguarda l’esposizione militare della Russia in Africa, bisogna dire che questa diventa ogni giorno più rilevante: non solo con l’ingresso della compagnia di ventura privata Wagner fondata dal quell’Evgenij Prigožin deceduto in un misterioso incidente aereo, ma anche con l’intervento diretto di forze russe (Istruttori e intelligence), e il trasferimento di armamenti anche molto sofisticati. Si fa peraltro sempre più insistente la voce secondo cui la Russia (intesa come entità statuale) starebbe organizzando e istituendo una vera e propria Africa Corps di altissimo livello per contrastare “il colonialismo occidentale” nel continente.

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Fulvio Grimaldi: Iran, Sudafrica, Yemen, Hezbollah, Siria: à la guerre comme à la guerre

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Iran, Sudafrica, Yemen, Hezbollah, Siria: à la guerre comme à la guerre

L’asse della resistenza salva l’onore dell’umanità (e forse il suo futuro)

di Fulvio Grimaldi

E’ con autentico sollievo che i popoli del mondo, quelli sul lato della vita, della dignità, dell’onore, hanno accolto la risposta al rigurgito di demenza genocida rappresentato dal carcinoma sionista. La sveglia, fuori dal cerchio ristretto delle milizie sciite libanesi e irachene da sempre partecipi della questione, l’hanno data i combattenti Ansarallah, chiamati col nome del loro capo storico, Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, caduto in combattimento nel 2004.Fantastici: hanno messo in crisi il mondo della rapina e della prevaricazione, dello sfruttamento e dell’ipocrisia, senza colpo ferire, senza provocare una sola vittima. Ma è su di essi che si avventano, con il loro armamentario di punizione, morte e devastazione, senza neanche provare a mettersi a un tavolo a praticare la reietta e obsoleta soluzione della diplomazia, quelli che tengono lo strascico sotto il quale lo Stato-mostro seppellisce a decine di migliaia vite giuste.Già perché quella degli Huthi non è una storia, una guerra di liberazione e di indipendenza, partita ieri. Qui ci si libera dall’incombenza sgradevole di riconoscere dignità politica e legittimazione popolare a gente strana, oscura (pure di pelle), che è meglio far passare per ribelli, sottintendendo che sono elementi irregolari, anche parecchio terroristici (come sancisce inevitabilmente il Dipartimento di Stato) e come tali non istituzionali, fuori dall’ambito di uno Stato come è giusto concepirlo.

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Agata Iacono: Un bizzarro comunicato dei giornalisti Rai sulla censura

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Un bizzarro comunicato dei giornalisti Rai sulla censura

di Agata Iacono

Leggo e ascolto in tutti i Tg Rai il comunicato stampa dei giornalisti dell’Usigrai contro la censura. Finalmente direte voi…“Care lettrici, cari lettori… Il 19 dicembre scorso la Camera dei deputati ha approvato una modifica del codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare.Per la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, le associazioni regionali di Stampa e i comitati di redazione, il provvedimento in discussione rappresenta l’ennesimo bavaglio all’informazione, oltre che uno squilibrio del nostro sistema giuridico e costituzionale.Se anche il Senato dovesse approvare il testo, ci troveremmo di fronte a un provvedimento che va al di là delle disposizioni europee, viola l’articolo 21 della Costituzione e compromette l’autonomia dei giornalisti.Da qui la richiesta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare una legge con una norma di questo tipo.

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Branko Marcetic: L’Iowa suona la sveglia a Biden

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L’Iowa suona la sveglia a Biden

di Branko Marcetic

Trump ha fatto a malapena campagna elettorale per il caucus e insultato il leader evangelico locale ma ha vinto lo stesso. E con un margine storico. Ce n’è abbastanza per sollecitare i democratici a sfidarlo sul terreno politico e non su quello giudiziarioNegli ultimi tre anni, il Partito democratico ha fatto pressione a tutto campo con il singolare obiettivo di minare le possibilità di Donald Trump di ricevere ancora la nomination: gli spettacoli mediatici e congressuali durati anni intorno al 6 gennaio, la serie di accuse penali contro Trump, persino il recenti tentativi di ricorrere ai tribunali per escluderlo dal voto in diversi stati. Invece, il sostegno di Trump all’interno del Partito repubblicano non ha fatto altro che crescere, a volte apparentemente proprio grazie a questi sforzi.Con la larghissima vittoria di Trump nei caucus dell’Iowa di ieri sera, i democratici potrebbero finalmente chiedersi se hanno bisogno di una strategia per la sconfitta politica dell’ex presidente, invece di elencare i modi per evitarlo con un trucco.

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Il Chimico Scettico: Cs, l’anonimato, Elena Basile

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Cs, l’anonimato, Elena Basile

di Il Chimico Scettico

Ricordo ancora un lettore della pagina fb che sognava, magari in tv, il sottocritto in un momento “Io sono Iron Man”.Ma la vita non è un film (o un cinecomic). Primum vivere, diceva uno. E se sei in un certo ramo e vuoi vivere (avere lavoro e stipendio) certe cose non le puoi dire se non da dietro una maschera. Altrimenti il rischio di perdere lavoro e stipendio non è qualcosa di peregrino, tutt’altro. Perché siamo in un mondo libero e democratico e la libertà di opinione è garantita, giusto? Al di là di considerazioni sulla libertà di opinione, esistono condizioni contrattuali in cui la comunicazione pubblica del dipendente deve essere preventivamente approvata dall’azienda o dall’agenzia. Per tacere di quelle belle leggi sui “comportamenti antiaziendali” che sono passate in Italia negli ultimi 20 anni (http://www.lavorosi.it/rapporti-di-lavoro/licenziamenti-individuali/cassazione-legittimo-il-licenziamento-del-lavoratore-che-offende-lazienda-su-facebook/).Queste cose sono a me ben presenti, molto meno presenti erano a certi divulgatori che pensavano di sapere tutto della scienza e del mondo.

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Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli: Lenin con gli occhi a mandorla: l’asiacentrismo

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Lenin con gli occhi a mandorla: l’asiacentrismo

di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

720x410c50mnjourfvLenin, Meglio meno ma meglio (1923): «L’esito della lotta» (tra comunismo e imperialismo moderno) «dipende, in ultima istanza, dal fatto che la Russia, l’India, la Cina ecc., costituiscono l’enorme maggioranza della popolazione».Dato per assodato il decisivo apporto reso da Lenin, dal 1893 al 1923, alla vittoria e al consolidamento dell’epocale Rivoluzione d’Ottobre, in gran parte sull’ex impero zarista, risulta ora poco apprezzato nella sinistra antagonista delle metropoli imperialiste il geniale contributo teorico (oltre che pratico) offerto da Lenin al processo di sviluppo del marxismo creativo e antidogmatico: gli schemi e le analisi innovative via via prodotte dal grande rivoluzionario russo (1870-1924) rispetto al capitalismo russo dal 1894 al 1916, al partito rivoluzionario, allo sviluppo in fasi differenti del processo rivoluzionario, al materialismo e alla logica dialettica, all’imperialismo contemporaneo, al capitalismo monopolistico di stato, al complicato processo di costruzione del socialismo in Russia, costituiscono una serie impressionante di gemme assai preziose e incastonate tra loro che servono, ancora oggi, all’elaborazione e alla praxis collettiva dei comunisti del Ventunesimo secolo, a un secolo dalla scomparsa del fondatore del bolscevismo/comunismo moderno.Molto meno nota si rivela invece un’altra sezione del pensiero leninista, rilevante e importante, che consiste nella teoria dell’asiacentrismo.Bisogna subito precisare che lo stesso concetto di Asia risulta di origine europea e risale allo storico greco Erodoto, essendo una categoria geopolitica non accettata dagli abitanti dell’Asia fino ai primi del Novecento.

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Emmanuel Todd: «Stiamo assistendo alla caduta finale dell’Occidente»

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«Stiamo assistendo alla caduta finale dell’Occidente»

Alexandre Devecchio intervista Emmanuel Todd

Nel suo ultimo libro, lo storico e antropologo diagnostica La Sconfitta dell’Occidente. Nel suo saggio La Caduta finale, pubblicato nel 1976, l’autore aveva previsto con precisione il crollo dell’Unione Sovieticadefeatwest.jpgGRANDE INTERVISTA A «LE FIGARO» – Nel suo ultimo libro, lo storico e antropologo diagnostica La Sconfitta dell’Occidente. Nel suo saggio La Caduta finale, pubblicato nel 1976, l’autore aveva previsto con precisione il crollo dell’Unione Sovietica. «Le Figaro» spera che, questa volta, il “profeta” Todd si sbagli.* * * *LE FIGARO. – Secondo lei, questo libro ha in particolare come punto di partenza l’intervista che ha concesso al «Figaro» esattamente un anno fa, intitolata “La Terza Guerra Mondiale è iniziata“. Ora lei constata la sconfitta dell’Occidente. Ma la guerra non è finita…Emmanuel TODD. – La guerra non è finita, ma l’Occidente è uscito dall’illusione di una vittoria ucraina possibile. Non era ancora chiaro per tutti quando scrivevo, ma oggi, dopo il fallimento della controffensiva di quest’estate, e la constatazione dell’incapacità degli Stati Uniti e degli altri paesi della NATO di fornire armi sufficienti all’Ucraina, il Pentagono sarebbe d’accordo con me.La mia constatazione della sconfitta dell’Occidente si basa su tre fattori.Primo, la carenza industriale degli Stati Uniti con la rivelazione del carattere fittizio del PIL americano. Nel mio libro, smonto questo PIL e mostro le cause profonde del declino industriale: l’insufficienza della formazione di ingegneria e più in generale il declino del livello educativo, a partire dal 1965 negli Stati Uniti.Più in profondità, la scomparsa del protestantesimo americano è il secondo fattore della caduta dell’Occidente.

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Elena Basile: Provocazioni occidentali. Così la guerra si allarga

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Provocazioni occidentali. Così la guerra si allarga

di Elena Basile

Il conflitto in Medioriente si è allargato. I cantori della crociata occidentale descrivono la violazione della sovranità statale dello Yemen, in spregio alle normative onusiane, con bombardamenti su molteplici siti militari che sembra abbiano causato solo pochi decessi, come un’azione dovuta per ristabilire l’ordine. I nostri analisti che fino a qualche settimana addietro ammettevano la riluttanza di Libano e Iran a farsi trascinare in un conflitto regionale, con la coerenza e la logica che li contraddistinguono, puntano il dito contro gli Houthi e gli Hezbollah, manovrati dall’Iran, protagonisti dell’escalation. Come è facile trasformare la realtà di fronte a un’opinione pubblica assuefatta alla buona novella dell’occidente costretto a trucidare donne e bambini a Gaza e a punire i ribelli Houthi per il bene comune. La Farnesina esprime sostegno ai bombardamenti anglo-americani. Tajani accenna all’Italia che lavora misteriosamente per la pace.Cerchiamo di guardare ai fatti per comprendere chi è interessato all’escalation che, qualora provocasse reazioni a catena di Iran, Russia e Cina, concretizzerebbe il rischio di un conflitto nucleare.

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Geraldina Colotti: Gli interessi europei nel Mar Rosso

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Gli interessi europei nel Mar Rosso

di Geraldina Colotti

La difesa del traffico mercantile nel Mar Rosso attuata militarmente da Usa e Ue, a tutela dei giganteschi interessi commerciali nella regione, avviene con l’ipocrita messa in causa dei “diritti umani” totalmente ignorati quando riguardano il genocidio in corso in Palestina.All’operazione Prosperity Guardian, lanciata dagli Stati Uniti il 19 dicembre scorso “per salvaguardare il commercio nel Mar Rosso”, hanno aderito 44 paesi, compresi i 27 dell’Unione europea. Nella prima dichiarazione della coalizione multinazionale che ha condannato gli attacchi degli Houthi yemeniti contro le navi cargo israeliane o in transito verso Tel Aviv, non si parlava di reazioni armate. In una successiva dichiarazione, datata 3 gennaio 2024 e firmata da dieci Stati, fra cui Germania, Danimarca e Paesi Bassi (tre membri Ue), il riferimento alla rappresaglia è però esplicito.Tuttavia, i 73 raid che, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, hanno bombardato cinque regioni dello Yemen controllate dagli houthi (che sostengono la resistenza palestinese), uccidendo cinque combattenti e ferendone altri sei, sono stati sferrati solo dalle forze armate nordamericane e da quelle britanniche.

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Pasquale Cicalese: Il nemico numero uno dei lavoratori italiani (che non si può neanche nominare)

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Il nemico numero uno dei lavoratori italiani (che non si può neanche nominare)

di Pasquale Cicalese

La storia d’Italia, dall’unità in poi, è pervasa da potenze straniere che vogliono dominare il nostro Paese, testa di ponte del Mediterraneo. Succede che nel mondo dello shipping, a partire dagli inizi degli anni novanta, il canale di Panama non può permettere l’attraversamento delle nuove mega container, il canale di Suez sì.Da allora è un gioco tra l’imperialismo franco-tedesco (l’euro) e l’imperialismo anglosassone, volto a controllare il paese. Mani Pulite fu l’operazione che permise ciò, la vecchia classe politica, che si era guadagnata, anche a colpi di corruzione, di clientelismo ecc. (ma in tutti i paesi ci sono questi fenomeni) la stima del mondo arabo e dell’Estremo Oriente, fu spazzata via. L’imperialismo franco-tedesco vide il nostro paese come rete di subfornitura, nata agli inizi degli anni settanta a seguito della ristrutturazione dei grandi complessi industriali privati causati dall’autunno caldo. Ma non bastò, occorreva smantellare banche (privatizzazioni, fine della Legge bancaria del 1936), colossi industriali, reti industriali di semilavorati al sud, per permettere lo spostamento della forza lavoro meridionale al nord, allora alle prese con grave crisi demografica.

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Alessandro Sergio: La biblioteca perduta ma sempre attuale dell’URSS

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La biblioteca perduta ma sempre attuale dell’URSS

di Alessandro Sergio

Noi possiamo costruire il comunismo soltanto con il complesso delle conoscenze, organizzazioni e istituzioni, con la riserva di energie umane e di mezzi che abbiamo ricevuto dalla vecchia società”.“Senza aver capito chiaramente che solo se conosciamo esattamente la cultura creata dallʼumanità nel corso di tutto il suo sviluppo, solo se rielaboriamo questa cultura, possiamo costruire la cultura proletaria”.“Marx ha rielaborato criticamente, senza tralasciare un sol punto, tutto quello che la società umana aveva creato[1].Queste parole di Lenin danno indicazione dellʼatteggiamento dialettico che il comunista dovrebbe assumere nei riguardi della ricerca e dello studio finalizzati alla comprensione e alla trasformazione della realtà.Era il 1920 allorquando Lenin pronunciò questo discorso ai giovani del Komsomol.Il primo Stato socialista al mondo non disponeva di alcuna fucina culturale alternativa che non fosse quella ereditata dal “vecchio mondo”, dalla società in cui ancora sussisteva il regime della proprietà privata e dello sfruttamento dellʼuomo sullʼuomo.

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Davide Rossi: Per il Corriere della Sera Trump è il cattivone che vuole la pace

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Per il Corriere della Sera Trump è il cattivone che vuole la pace

di Davide Rossi

Per il terzo giorno consecutivo l’editoriale del Corriere della Sera inneggia alla guerra e auspica la guerra mondiale. C’è da restare sbalorditi. Poi – rispetto al mar Rosso – nel solito gioco di ribaltamento dei fatti, l’editoriale odierno si diverte a scrivere il contrario della realtà. Gli yemeniti hanno deciso di colpire e bloccare solo e soltanto le navi israeliane o dirette in Israele, da trenta giorni a questa parte permettono il libero transito nel mar Rosso e nello stretto di Bab el Mandeb di qualsiasi nave civile e commerciale di qualsiasi nazione del mondo, dunque il pieno e libero accesso al canale di Suez e al Mediterraneo. Tuttavia nell’articolo che online è titolato “Se Trump torna presidente”, e sulla prima pagina cartacea: “Nel mondo di Trump”, Massimo Gaggi scrive: “Dopo aver tentato per tre mesi di evitare l’allargamento del conflitto iniziato a Gaza, Joe Biden fa quello che solo l’America, pur perdendo peso in Medio Oriente, è in grado di garantire con la sua forza militare: tenere il Mar Rosso aperto al traffico navale evitando di riportare il commercio mondiale tra Asia e Occidente all’era pre-Suez della circumnavigazione dell’Africa.”

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