[SinistraInRete] Francesco Cappello: Repressione Democratica

Rassegna 27/02/2024

 

Francesco Cappello: Repressione Democratica

seminaredomande 

Repressione Democratica

di Francesco Cappello

Con una mano aiutiamo a sparare sui bambini e le loro famiglie con l’altra li curiamo amorevolmente. Questo è legale. Se manifesti contro il genocidio sei fuorilegge

A seguire le parole del Ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota stampa a commento dell’arrivo in Italia, dall’Egitto, del volo militare, con a bordo 11 piccoli pazienti destinati alle strutture sanitarie nazionali e 14 accompagnatori [1]:

Benvenuti in Italia! Al termine dell’operazione saranno circa 100 i bambini con le loro famiglie che saranno curati nei nostri migliori ospedali pediatrici. Sono vittime innocenti di questa guerra. Vogliamo fare di tutto per alleviare le loro sofferenze. Siamo stati i primi a portare aiuti alla popolazione civile di Gaza. Abbiamo inviato una nave ospedale, siamo pronti a installare un ospedale da campo e continuiamo con il ponte aereo per portare minori palestinesi in Italia e curarli nei nostri ospedali. Siamo amici di Israele e lavoriamo per l’unica scelta di pace possibile che prevede due popoli e due Stati.

Leggendole, risulta inevitabile pensare al coinvolgimento, ormai strutturale, del nostro Paese nelle operazioni belliche israeliane su Gaza.

Da vent’anni li aiutiamo a compiere i peggiori crimini [2]. La cooperazione tra l’industria militare italiana e quella israeliana è stata, infatti, ratificata dal terzo governo Berlusconi che codificò un precedente accordo generale nella forma di memorandum di intesa, risalente al 2003, sulla cooperazione militare tra Italia e Israele, con la Legge 94 del maggio 2005.

Facile ipotizzare che quegli stessi bambini siano stati feriti da armi ed esplosivi italiani come ad esempio nel caso dei cannoni prodotti in Italia dall’OTO Melara e venduti a Israele.

Leggi tutto

Rossella Fidanza: L’ultimo appello di Julian Assange

rossellafidanza

L’ultimo appello di Julian Assange

di Rossella Fidanza

Martedì Assange presenterà il suo ultimo appello ai tribunali UK per evitare l’estradizione. Se verrà estradato, sarà la morte delle indagini sui meccanismi interni del potere da parte della stampa

Assange 01.jpgLONDRA. Se a Julian Assange verrà negato il permesso di appellarsi alla sua estradizione negli Stati Uniti davanti a una commissione di due giudici dell’Alta Corte di Londra questa settimana, non gli resterà altro che ricorrere al sistema legale britannico. I suoi avvocati possono chiedere alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) una sospensione dell’esecuzione ai sensi dell’articolo 39, che viene concessa in “circostanze eccezionali” e “solo quando esiste un rischio imminente di danno irreparabile”. Ma è tutt’altro che certo che il tribunale britannico sarà d’accordo. Potrebbe ordinare l’estradizione immediata di Julian prima di un’istruzione ai sensi dell’articolo 39 o decidere di ignorare la richiesta della Corte europea dei diritti dell’uomo di permettere a Julian di essere ascoltato dal tribunale.

La persecuzione di Julian, che dura da quasi 15 anni e che ha avuto pesanti ripercussioni sulla sua salute fisica e psicologica, avviene in nome dell’estradizione negli Stati Uniti, dove verrebbe processato per la presunta violazione di 17 capi d’accusa della legge sullo spionaggio del 1917, con una potenziale condanna a 170 anni.

Il “crimine” di Julian è quello di aver pubblicato nel 2010 documenti classificati, messaggi interni, rapporti e video del governo e delle forze armate statunitensi, forniti dalla whistleblower dell’esercito americano Chelsea Manning. Questo vasto materiale ha rivelato massacri di civili, torture, assassinii, l’elenco dei detenuti di Guantanamo Bay e le condizioni a cui erano sottoposti, nonché le regole di ingaggio in Iraq. Coloro che hanno perpetrato questi crimini – compresi i piloti di elicotteri statunitensi che hanno abbattuto due giornalisti della Reuters e altri 10 civili e ferito gravemente due bambini, tutti ripresi nel video Collateral Murder – non sono mai stati perseguiti.

Leggi tutto

Giuseppe Masala: A Monaco si è decisa la rottura della NATO che conoscevamo

 lantidiplomatico

A Monaco si è decisa la rottura della NATO che conoscevamo

di Giuseppe Masala

Mai come quest’anno è stata di cruciale importanza la Conferenza sulla sicurezza di Monaco (Münchner Sicherheitskonferenz MSC) che si è svolta la settimana scorsa nella città bavarese e che ha visto le élites dei paesi più importanti sotto l’aspetto diplomatico e militare dibattere sui temi d’attualità della sicurezza mondiale. Inutile sottolineare che ovviamente la Russia non è stata invitata in ossequio alla strategia che vorrebbe trasformare Mosca in un paria mondiale.

Naturalmente i mass media generalisti si sono concentrati sugli aspetti ormai quasi folkloristici dei vertici internazionali, come per esempio il solito – trito e ritrito – discorso del Presidente ucraino Zelenskij a caccia di armi e finanziamenti dai cosiddetti paesi “donatori” e alleati.

Comunque, dietro il palcoscenico spesso accadono le cose più importanti. A mio avviso è stato così anche in questa conferenza di Monaco. Aleggiava infatti nei discorsi pubblici e nelle interviste ai giornalisti, un Convitato di Pietra, innominato e innominabile, ma non per questo meno importante. Si tratta dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Fantasma reale e palpabile, non foss’altro che per il semplice fatto che è candidato – e grande favorito – nelle elezioni presidenziali di fine anno.

Leggi tutto

comidad: I veri attori sono le lobby d’affari, non gli stati

comidad

I veri attori sono le lobby d’affari, non gli stati

di comidad

È davvero commovente lo zelo con il quale i nostri media e i nostri politici cercano di convincerci che Putin è un tipo poco raccomandabile. Magari i suoi supporter ancora credono che Putin abbia preso il potere in Russia, e lo abbia mantenuto per quasi un quarto di secolo, grazie alla sua qualità di essere il più lesto ad aiutare le vecchiette ad attraversare la strada. In realtà nessuno pensa che Putin sia uno stinco di santo e sono altri i motivi per cui è diventato popolare tra i cosiddetti “populisti” o “sovranisti”.

Le attuali oligarchie euro-americane sono sempre più sradicate e ostili nei confronti delle proprie popolazioni, che trattano come cavie e immondizia. Si parte da questo dato oggettivo, ma poi scatta nuovamente il senso di gerarchia, la reverenza culturale nei confronti delle classi superiori. Invece di constatare che queste bolle oligarchiche sono composte da cleptocrati parassiti e pupazzi animati dal movimento dei soldi, si prendono sul serio le distopie globaliste e transumaniste dei vari Forum di Davos, che sono in realtà prodotti dei loro addetti alle pubbliche relazioni, cioè pubblicità confezionata con materiali eterogenei.

Leggi tutto

Norberto Fragiacomo: L’icona Navalny e l’ingrato Assange

linterferenza

L’icona Navalny e l’ingrato Assange

di Norberto Fragiacomo

Ogni morte va pianta e quelle avvenute in prigione sono ancor più tragiche delle altre, ma la prematura scomparsa di Aleksey Navalny non è di certo un “affare” vantaggioso per il Presidente Vladimir Putin, la cui immagine internazionale era stata appena rilanciata dalla clamorosa intervista firmata Tucker Carlson (cioè, in primis, dai contenuti espressi dall’intervistato), oltre che dalla brillante conquista di Avdiivka. A un mesetto dalle elezioni presidenziali, con un’economia in salute e una ritrovata popolarità interna, il leader russo non aveva di sicuro bisogno di uno scandalo enfatizzabile a piacere dal nemico esterno né di eliminare un oppositore metamorfico, screditato e ormai pressoché inoffensivo, che soltanto per media embedded, opachi sponsor d’oltreoceano e politicanti occidentali costituiva una minaccia al suo potere.

Tralasciamo il particolare che il presunto delitto di Stato ha già un colpevole per “fatto notorio”: per condannare senza appello la Russia non occorrono prove e nemmeno indizi, come ampiamente dimostrato dalla vicenda North Stream e dall’operato di una sedicente corte internazionale messa in piedi per compiacere l’Occidente e agevolare spudoratamente le sue politiche aggressive, alle quali va addebitato il deflagrare della crisi ucraina (e non solamente di questa: serbi, iracheni, afghani, libici, siriani e gli stessi palestinesi hanno provato sulla propria pelle cosa comporti, in termini di lutti e distruzioni, la cosiddetta “esportazione della democrazia”).

Leggi tutto

Francesco Dall’Aglio: Quello che non capiamo del conflitto in Ucraina

kulturjam

Quello che non capiamo del conflitto in Ucraina

di Francesco Dall’Aglio*

Quello che viene continuamente nascosto dal sistema mediatico per portare avanti la narrazione che vede un piccolo paese resistere a una potenza e dunque favorire l’incessante flusso di armamenti è che l’esercito ucraino, al momento, è una delle più formidabili macchine da guerra che esista al mondo, per quantità di effettivi, esperienza di combattimento e quantità di equipaggiamenti. Ed è la NATO a tutti gli effetti per comandi, logistica, spionaggio, e non solo

Si continua a parlare delle perdite russe in Ucraina – il più delle volte solo a scopo di propaganda – ma per trattare l’argomento seriamente occorre fare due valutazioni: la prima specifica, per posti come Avdiivka o Ugledar, la seconda generale.

Iniziamo dal primo punto. Mi sembra che gli osservatori di questo conflitto sottovalutino, o ignorino del tutto, quanto poderoso e complesso sia il sistema di fortificazioni messo in piedi dal 2014 in poi, e quanto le fortificazioni siano estremamente difficili da superare anche bombardandole fino allo sfinimento.

Leggi tutto

Domenico Moro: Gli Stati Uniti d’Europa sarebbero o impossibili o reazionari

laboratorio

Gli Stati Uniti d’Europa sarebbero o impossibili o reazionari

di Domenico Moro

Stati Uniti dEuropa.jpgRecentemente Marco Travaglio ha pubblicato un editoriale sul Fatto quotidiano, giornale di cui è direttore, intitolato “Il regalo di Trump”[i]. Nell’articolo Travaglio tocca il tema della costituzione di un unico esercito europeo, da porre al servizio di una politica estera europea indipendente dagli Usa. In pratica non sarebbe altro che la riduzione ulteriore della sovranità degli stati europei in un campo, quello delle Forze Armate e della politica estera, che rappresenta il nocciolo stesso dell’esistenza di uno Stato. Infatti, secondo i maggiori filosofi e sociologi, tra cui Max Weber[ii] e Frederick Engels[iii], lo Stato si caratterizza in primo luogo per il monopolio della forza su un dato territorio. Di conseguenza, la formazione di Forze Armate europee, unitamente a una politica estera comune, prefigurano la costruzione di un nuovo super-stato europeo, gli Stati Uniti d’Europa.

L’opinione di Travaglio è particolarmente interessante perché il direttore del Fatto quotidiano ha assunto sulla guerra tra Russia e Ucraina una posizione molto più equilibrata della stragrande maggioranza dei direttori dei quotidiani nazionali. Travaglio, inoltre, viene considerato di “sinistra”, malgrado il fatto che sia un liberale, che come giornalista si sia formato con Indro Montanelli e che si sia sempre collocato ideologicamente a destra. Ma questa sorta di confusione è del tutto naturale in un mondo in cui la maggior parte della sedicente sinistra, a partire dal Pds-Ds-Pd, ha attuato politiche di destra sul piano economico, comprendenti privatizzazioni e liberalizzazioni del mercato del lavoro (dal “pacchetto Treu” al jobs act), che hanno prodotto una diffusa precarizzazione. Un analogo spostamento a destra è stato attuato anche riguardo alla politica estera: il Pds-Ds-Pd è stato in Italia il maggiore paladino della Nato e delle regole del Patto di stabilità europeo, incluso il pareggio di bilancio, anche più di Berlusconi.

Leggi tutto

Tommaso Di Caprio: La polarizzazione ideologica negli Usa e il ruolo dei «Neocon» nell’America di oggi

lafionda

La polarizzazione ideologica negli Usa e il ruolo dei «Neocon» nell’America di oggi

di Tommaso Di Caprio

america falling.jpg«Il potere genera responsabilità sia negli affari internazionali, che negli affari domestici e persino nei propri affari privati. Rifiutare o abdicare queste responsabilità è una forma di abuso di potere»[1]. È con questa breve frase che nel 1968 Irving Kristol riassumeva il senso della missione dei neoconservatori nel forgiare il futuro grandioso dell’America come guida del mondo libero.

A un primo fugace sguardo, il neoconservatorismo appare, ancora oggi, come un movimento intellettuale e politico dal perimetro estremamente variabile e indefinito, incapace di darsi una qualsivoglia strutturazione o di agire come effettivo gruppo di pressione, oltreché invariabilmente mutevole nelle simpatie politiche dei suoi esponenti più significativi.

E sebbene a coniare il lemma “neoconservatore” non fu Kristol, ma Michael Harrington all’inizio degli anni Settanta in un articolo intitolato “The Welfare State and Its Neoconservative Critics”, è al primo che si deve il successo del termine.

Nel tentativo di provare a identificare in modo netto un gruppo di intellettuali che pur dichiarandosi liberals (liberali) avevano smesso di riconoscersi nel partito democratico, sempre Kristol era solito definire il neoconservatorismo un «termine descrittivo più che normativo», in grado di cogliere il realismo che regna nel mondo.

Leggi tutto

Alessandro Visalli: A partire da Gershom Scholem, “Il nichilismo come fenomeno religioso”, la questione dell’elitismo e del messianismo politico

tempofertile

A partire da Gershom Scholem, “Il nichilismo come fenomeno religioso”, la questione dell’elitismo e del messianismo politico

di Alessandro Visalli

i id13040 mw624 q90 1x.jpgGershom Scholem fu, probabilmente, il migliore e più stabile amico di Walter Benjamin ma la sua vita si svolse, dopo un avvio comune, su strade e sentieri molto diversi. Filosofo, teologo e semitista proveniente da una famiglia ebraica tedesca, si trasferì molto presto in Israele e qui rimase fino alla morte, a ottantacinque anni, a Gerusalemme nel 1982. Nel percorso della sua ricerca fu uno studioso della storia delle religioni e, in particolare, della cabala oltre che dei movimenti mistici ebraici. In particolare del movimento sabbatiano (da Shabbĕtay Ṣĕbī). Vicino in gioventù al sionismo laico e socialisteggiante degli anni Dieci ne giudicò in modo severo l’evoluzione. In Walter Benjamin. Storia di un’amicizia[1], il suo libro sull’amico, dichiaro che “il sionismo si è ucciso vincendo”[2], distinguendo tra una versione mistico-religiosa e una ‘pratica’ mirante alla soluzione politica ben nota. Una pratica che evoca da sé le forze della sua distruzione spirituale e precipita nella “disperazione del vincitore [che] è ormai da anni la demonìa peculiare del sionismo”. Il quale con Buber, e tanto più quando si fa materia in Palestina, si vuole come ‘sangue e vita vissuta’ e quindi razza.

Di questo complesso autore leggeremo ora solo una piccola, ma interessante, conferenza, tenuta in Svizzera nel 1974, Il nichilismo come forma religiosa[3], nella quale l’autore riassume la storia di alcune forme del misticismo ereticale e messianico ebraico e cristiano. Per cominciare vediamo intanto cosa definisce come ‘nichilismo’: l’atteggiamento di colui che contesta per principio qualsiasi autorità, che quindi non accetta alcun principio per fede, a prescindere da quanto sia essa seguita. Si tratta di un atteggiamento invero oggi molto familiare. Per questo vale la pena ripercorrere il racconto di Scholem.

Leggi tutto

Siena. Polemica sul boicottaggio universitario a Israele. Botta e risposta tra attivisti e Montanari

contropiano2

Siena. Polemica sul boicottaggio universitario a Israele. Botta e risposta tra attivisti e Montanari

di Redazione

Lunedì 19 febbraio, il comitato Palestina Siena è intervenuto alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università per Stranieri di Siena, contestando la ministra dell’Università e Ricerca.

Gli attivisti del comitato, tra cui alcuni studenti dell’università per stranieri di Siena, dopo aver esposto bandiere palestinesi e cartelli invocanti la fine del genocidio, hanno contestato alla Ministra Bernini la complicità del governo nel genocidio del popolo palestinese, chiedendo la fine immediata di ogni rapporto accademico con le università israeliane, partecipi al sistema di occupazione e di apartheid nella Palestina occupata.

A margine della contestazione è passato di là, mentre la DIGOS identificava i contestatori, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, cui è stata contestata la vicinanza al console onorario d’Israele Carrai e che ha pilatescamente sviato le sue responsabilità.

Al Rettore Tomaso Montanari, il comitato ha ribadito come la posizione da lui espressa su boicottaggio universitario non tenga conto da un lato del contesto storico, se così vogliamo chiamare il genocidio in atto dal 1949 a oggi, e dall’altro del ruolo delle Università israeliane nel sistema di Apartheid e di sfruttamento della Palestina.

Leggi tutto

Mario Lombardo: Gaza, il doppio gioco di Washington

altrenotizie

Gaza, il doppio gioco di Washington

di Mario Lombardo

L’agenzia di stampa Reuters ha scritto questa settimana che l’amministrazione Biden starebbe preparando, per la prima volta dal 7 ottobre scorso, una risoluzione da sottoporre al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in cui si chiede un cessate il fuoco a Gaza. Questa iniziativa, che arriva in contemporanea con l’ennesimo intervento americano per bloccare una tregua umanitaria nella striscia, è stata subito giudicata come una netta inversione di rotta da parte di Washington e il segnale della crescente impazienza nei confronti del regime di Netanyahu. Le motivazioni della Casa Bianca non sono probabilmente così nobili come possono apparire a prima vista e, comunque, gli unici provvedimenti che sarebbero realmente in grado di fermare il genocidio palestinese continuano a essere esclusi in maniera categorica.

Gli Stati Uniti hanno già messo il veto su due risoluzioni all’ONU che avrebbero potuto imporre la fine dell’aggressione militare, mentre in altre due circostanze avevano optato per l’astensione, anche se in questi ultimi casi il punto centrale era l’accesso a Gaza di aiuti umanitari. Nella giornata di martedì è arrivato il terzo intervento USA a favore di Israele, con il veto a una risoluzione presentata dall’Algeria e appoggiata da 13 membri su 15 del Consiglio di Sicurezza.

Leggi tutto

Il Chimico Scettico: Er putiniano de fero (se il livello ha toccato il fondo si può sempre scavare)

ilchimicoscettico

Er putiniano de fero (se il livello ha toccato il fondo si può sempre scavare)

di Il Chimico Scettico

Doverosa premessa: con la “scienza” siamo sempre lì…

immaginemiogkyu.jpeg

Franco Prodi ha passato una vita a fare fisica dell’atmosfera. Si può essere d’accordo o no con le sue posizioni attuali ma non si può dire che quello che ha fatto fino al pensionamento non c’entri niente con il clima.

Leggi tutto

Tiziana Miano: Elettriche ma non libere

aldous

Elettriche ma non libere

di Tiziana Miano

In quest’era del “post”: post covid, post-contemporaneo, post-verità, in breve del post – umano, i discorsi sul potere, le sue manifestazioni e molteplici implicazioni nelle nostre vite, mai come adesso hanno occupato spazi fisici e di pensiero. Riflettere sulle cose però, impone un’attenta osservazione delle cose stesse e suggestioni e interrogativi presenti nei romanzi distopici aiutano a cogliere, più spesso di quanto si possa credere, quelle “avvisaglie di futuro”, quei processi non manifesti, ma già in atto, che diversamente rimarrebbero celati alle menti dei più.

Parziale, se non perfino ingenuo, sarebbe però affrontare tal genere di letture senza guardare (qui il terzo occhio è d’obbligo!) al “come” e al “perché” certe pubblicazioni hanno il potere di sollecitare precisi settori delle società odierne che, prontamente, si affannano a celarne, quando non a manipolarne, i preziosi “rimandi” all’oggi. Infine, ma non ultimo, ecco arrivare certa cinematografia che, più di tutti, si è assunta l’arduo compito di “mettere a posto le cose” con sapienti operazioni di profondo restyling, paragonabili solo alla migliore chirurgia estetica, e garantire così soddisfacenti quote di politicamente corretto.

Leggi tutto

 

Sharing - Condividi