Le richieste dei Comuni toscani al Governo Monti

Imu, Patto di stabilità, Tesoreria unica: ecco le richieste dei sindaci toscani contenute nell’ordine del giorno approvato oggi dall’Assemblea dei Comuni.

COMUNICATO STAMPA

 

“Il governo rimetta al centro dell’agenda politica le priorità degli enti locali”

 

Firenze, 12 aprile 2012. Intensificazione dell’azione di pressione di ANCI a partire dal livello nazionale e richiesta al Governo e al Parlamento di rimettere al centro dell’agenda politica una serie di priorità che interessano gli enti locali, dalle questioni istituzionali agli aspetti economico finanziari. È quanto chiedono i sindaci toscani attraverso un ordine del giorno approvato dall’Assemblea dei Comuni toscani che si è riunita oggi pomeriggio a Firenze. In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge sulla Carta delle Autonomie, attualmente all’attenzione del Senato, “occorre accelerare i tempi verso una nuova e chiara ridefinizione delle funzioni amministrative, sempre nel rispetto delle sfere di competenza legislativa attribuita alle Regioni, per giungere ad una definitiva approvazione del ddl entro l’anno”. Sulla questione Province, l’Assemblea auspica “che prima della fine dei mandati delle amministrazioni provinciali venga approvato il ddl per l’elezione di Presidente e Consiglio Provinciale” ritenendo essenziale come indicato da ANCI “che il diritto di voto sia attribuito in capo ai soli sindaci, e non anche ai consiglieri comunali, e che sia istituito il premio di maggioranza”. Tra gli altri temi su cui i Comuni toscani sollecitano una risposta da parte del Governo ci sono la questione delle riforme costituzionali, delle Unioni di Comuni e gestioni associate, del riordino degli enti decentrati dello Stato, e del controllo statale sui Comuni.

Venendo agli aspetti economico-finanziari, sull’IMU permane “una netta contrarietà rispetto alla scelta del Governo di affidare ai comuni il ruolo di esattori dello Stato relativamente alla metà del gettito standard riferito ai restanti cespiti immobiliari”, quelli diversi dall’abitazione principale. I Comuni toscani si dicono inoltre fortemente preoccupati “per il ridimensionamento contestuale della funzione assegnata al Fondo di riequilibrio, dal momento che con il passaggio dalla vecchia ICI all’IMU sperimentale l’aumento reale del gettito ad aliquota base risulterà per le casse comunali verosimilmente inferiore al taglio delle risorse perequative destinate al comparto”.

Rispetto al taglio dei trasferimenti erariali e al Patto di stabilità interno, i sindaci toscani tornano a ribadire forti perplessità riguardo al fatto che i comuni “possano continuare a svolgere adeguatamente il ruolo di sostegno e protezione sociale tradizionalmente garantito alle loro comunità” e tornano a chiedere “che sia quanto prima modificata la disciplina del Patto, al fine di consentire,  almeno presso gli enti che detengono risorse proprie disponibili, una ripresa degli investimenti rivolti alla modernizzazione infrastrutturale dei territori comunali, oltre che il pagamento alle imprese degli stati di avanzamento dei lavori già programmati”.

Resta ferma, alla vigilia del trasferimento coatto delle liquidità comunali di cassa da effettuare entro il 16 aprile 2012 presso la Tesoreria statale, anche la contrarietà alla scelta del Governo di ritornare “in via provvisoria” al modello della Tesoreria unica, “norma che umilia perfino sul piano simbolico l’autonomia comunale costituzionalmente sancita, determinando al contempo un ulteriore danno economico per i bilanci dei nostri comuni, dal momento che oltre alla mancata disponibilità delle risorse proprie non viene garantita neanche l’equivalenza del rendimento finanziario rispetto ai tassi di interesse fin qui maturati presso le tesorerie comunali” e si auspica quindi su questo fronte “un’intensificazione delle attività di mobilitazione che possano favorire un passo indietro del Governo e la salvaguardia delle tesorerie comunali”.

Una serie di criticità, quindi, rispetto alle quali i sindaci toscani lanciano un appello a Governo e Parlamento affinché prendano atto “della complessità di interventi che si abbattono sui Comuni rendendo impossibile la capacità di governo locale del territorio e di intervenire con certezza di tempi e diritto affinché possano essere rimossi gli ostacoli”. Ma i sindaci toscani si rivolgono anche direttamente all’Anci nazionale “di rafforzare la propria attività di rappresentanza del principio di autonomia dei Comuni sia verso il Governo che verso il Parlamento anche attraverso la messa in campo di iniziative di protesta e mobilitazioni” che ribadiscano come i Comuni siano “costretti a ruoli che non sono loro propri, a partire dall’esazione per conto terzi”.

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