Agro romano devastato: stop al bando per l’housing sociale di Alemanno

“Vita Agra per l’Agro Romano”: tutti i numeri, le aree, i danni del cemento nella campagna romana del bando, nel dossier di Legambiente Lazio.

 

 

Legambiente Lazio – Comunicato stampa

Roma, 12 giugno 2012

Agro romano devastato: stop al bando per l’housing sociale di Alemanno

Dalla Tenuta della Mistica a Bufalotta, da Selcetta a Cesano, dall’Infernetto all’Acqua Vergine, c’è di tutto tra le 160 aree della campagna romana, considerate ammissibili secondo i risultati del bando dell’housing sociale di Alemanno, già approvati con determinazione dirigenziale e in attesa della discussione in Giunta. Un’immensità di quasi 24 milioni di metri quadri di aree per nuovo cemento, ossia ben 2.381 ettari da aggiungere agli attuali Ambiti di Riserva a trasformabilità vincolata già individuati dal PRG vigente, sufficienti per produrre un totale di poco meno di 23 milioni di metri cubi di nuovo cemento. Sono questi i risultati sconcertanti del dossier “Vita Agra per l’Agro Romano”, presentato questa mattina nella sede di Legambiente Lazio, con una prima ricca analisi urbanistica ed ambientale delle aree selezionate.

“Con la scusa dell’emergenza abitativa, Alemanno vuole riscrivere il piano regolatore, aggiungendo milioni di metri cubi tutti in variante, devastando centinaia e centinaia di ettari di agro romano. Una ipotesi folle che va fermata subito, prima ancora dell’approvazione in Giunta –afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Altro che aree residuali, come il Sindaco aveva millantato, di aree insignificanti ovviamente non ce ne sono, anzi. Senza nessuna idea di città, dopo aver annunciato quattro anni fa in campagna elettorale una revisione del PRG oggi è chiaro che Alemanno vuole una enorme nuova cementificazione della città, soprattutto nelle aree più periferiche, dove spesso mancano già oggi servizi e qualità. La devastazione sarebbe enorme, saldando Roma e provincia in tanti punti oggi liberi, colpendo ancora le ex zone abusive, realizzando cemento ai bordi del sistema dei parchi. Un serio rischio soprattutto per il futuro, visto che il Sindaco non potrà mai vedere attuata prima delle elezioni l’assurda variante generale al Piano Regolatore, che rischia però generare diritti edificatori che non ci toglieremmo più. Rilanciamo un appello a tutte le forze e le parti sociali contro questa schifezza. Dopo il tentativo sull’acqua, Alemanno vorrebbe cedere ai privati anche l’Agro romano con l’orribile scusa dell’housing, l’attacco ai beni comuni è sempre più grave.”

Il ricco dossier di 40 pagine, che Legambiente invierà a tutte le forze sociali e domani consegnerà all’Assessore Corsini in un incontro già fissato e poi a tutti i gruppi consiliari comunali, racconta tutte le nefandezze previste. Ci sono proposte dentro alle aree protette –dove non si potranno costruire case ma potranno essere ricavati standard urbanistici come verde pubblico, servizi, obbligatori per legge-, ad esempio quella che ricade parzialmente nel Parco Regionale della Marcigliana, oppure appena fuori dai perimetri come per la Riserva di Decima, la Valle dei Casali, il parco di Veio, la Riserva del Litorale, Mazzalupetto che sarà praticamente circondata, persino l’Appia Antica, dove si costruirà alla Tenuta delle Cornacchiole, in un’area contigua secondo il piano d’assetto adottato dal parco.

Il Municipio più devastato sarebbe il 19, dove arriveranno su 347 ettari oltre 5 milioni di metri cubi e quasi 43mila nuovi residenti in aree splendide tra Ottavia, Palmarola, La Storta, Tragliatella, ma anche affianco all’Olgiata. Segue nella classifica dello scempio, il Municipio 20 con 3,5 milioni di metri cubi su 358 ettari tra Cesano e Prima Porta fino a Formello. Ancora nel quadrante ovest, il Municipio 15 è terzo sul podio, con 2,7 milioni di metri cubi su 284 ettari e 22mila nuovi residenti tra Monte Stallonara e la Valle dei Casali. Subito appresso, non se la cavano meglio il Municipio 8 con altri 2,7 milioni di metri cubi su 214 ettari (tra Castelverde e San Vittorino fino a saldare la Capitale con Monte Compatri, attraverso anche aree adiacenti all’ormai stranota Corcolle), il Mun. 18 con 2,4 milioni su 170 ettari (tra Selva Candida e Villa Santa), il Mun. 12 con 1,2 milioni di metri cubi (tra la Tenuta della Cecchignola, Colle della Strega, Spinaceto e anche il Divino Amore), il Mun. 11 con 1,1 milioni, il Mun. 5 con 1,1 (tra Casal Monastero e Case Rosse).

Ci sono poi Municipi con minore appesantimento in termini di cemento e nuovi residenti, ma con aree a rischio altrettanto importanti. E’ il caso della Tenuta della Mistica nel Mun. 7. attraversata dall’acquedotto Anio Vetus, dove da tempo residenti e ambientalisti chiedono l’istituzione di un parco agricolo e ora rischiano di arrivare 306mila metri cubi. Di aree in agro ce ne sono pure di folli, per motivi diversi da quelli esclusivi della tutela: si vorrebbero portare altri 51mila metri cubi all’Infernetto, un quartiere che va sott’acqua alla prima pioggia, dove addirittura morì un cittadino lo scorso anno affogato in uno scantinato; c’è persino un’area fronte pista dell’aeroporto di Roma –Fiumicino, tanto per creare nuovi problemi col frastuono dei voli. Ci sono aree dove il piano regolatore aveva previsto un ridotto carico di cemento per motivi urbanistici che vedono volare in alto i numeri: è il caso della Longarina (mun. 13), ex borgata abusiva dove il Prg si limitava a 8mila metri cubi e il nuovo bando ne aggiunge ben 451mila, riempiendo completamente gli 11 ettari sopravvissuti alla trasformazione abusiva.

“Alemanno fa un grave errore a contrapporre la difesa dell’Agro Romano al diritto all’abitare, il meraviglioso paesaggio della campagna romana è un enorme e insostituibile valore per tutto il Paese -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Usare la scusa dell’emergenza abitativa per giustificare una nuova colata di cemento è ridicolo, il problema della casa è serio per molti romani che di certo non possono permettersi di acquistare nuove case private in vendita. C’è un’enorme quantità di case esistenti e in costruzione invendute, vuote, non serve certo un nuovo attacco all’agro romano per affrontare il dramma delle fasce deboli alla ricerca di una casa, ma politiche innovative a sostegno del mercato dell’affitto a basso costo, deterziarizzazione, frazionamento dei grandi appartamenti, ridefinizione delle necessità di spazi commerciali. Alemanno, invece, disegna solo nuovo cemento nelle aree agricole, nelle periferie come a Torbellamonaca o nei toponimi, a Romanina dove raddoppia le cubature o all’ex Fiera di Roma dove applica il piano casa, col waterfront di Ostia che devasterebbe il litorale o addirittura per le metropolitane in cambio di cubature. Il Sindaco in campagna elettorale forse tenta di recuperare voti nel più brutto dei modi.”

Legambiente usa parole forti nel dossier, fino ad arrivare a dire che l’attacco all’agro è un vero e proprio delitto, se si pensa che quelle zone svolgono l’importantissima funzione di “polmone verde”, specie nelle periferie, in mezzo ad un tessuto edilizio, spesso di origine abusiva, troppo fitto. In molti territori l’Agro Romano separa la “Città Costruita” dalla “Città della Natura”, i grandi Parchi regionali di Roma, ed assume pertanto anche la fondamentale funzione di “rigenerazione ecologica” della città.

Il rischio è enorme: la Giunta di Roma Capitale, entro pochi giorni, potrebbe approvare i risultati d el bando per “l’individuazione di nuovi Ambiti di riserva a trasformabilità vincolata, finalizzati al reperimento di aree per l’attuazione del Piano Comunale di “housing sociale” e di altri interventi di interesse pubblico” emanato nell’ottobre del 2008. Concluso il lavoro della Commissione che ha analizzato le 334 proposte pervenute, le 160 ipotesi considerate compatibili occuperebbero il 3,7% del territorio vincolato della Capitale, l’1,8% del totale della superficie comunale, con 22.919.891 di metri cubi. Numeri enormi e molto superiori a quelli del fabbisogno abitativo che era stato indicato in 27.500 alloggi e che nei risultati pubblicati dal Comune di Roma in relazione al nuovo bando, sono inspiegabilmente diventati 66.198. E ancora, il 20% della SUL (Superficie Utile Lorda) totale è destinata ai privati proponenti le aree, un’edilizia convenzionata, e non sovvenzionata, che invece poteva essere una soluzione.

L’Ufficio stampa Legambiente Lazio

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *