Roma, occupato padiglione ex ospedale S. Maria Pietà

“Come Unione Inquilini non possiamo che appoggiare e sostenere le ragioni dell’occupazione avvenuta quest’oggi del fatiscente “padiglione 28” all’interno del comprensorio Santa Maria della Pietà a Roma”.

Roma, 29 novembre 2013

 

COMUNICATO STAMPA: occupazione di un padiglione abbandonato nel comprensorio del Santa Maria della Pietà: la solidarietà dell’Unione Inquilini
 
Così Renato Rizzo, responsabile dell’Unione Inquilini  roma-Nord:“Come Unione Inquilini non possiamo che appoggiare e sostenere le ragioni dell’occupazione avvenuta quest’oggi del fatiscente “padiglione 28” all’interno del comprensorio Santa Maria della Pietà a Roma.
Il Santa Maria della Pietà è uno spazio prezioso e riteniamo intollerabile lo stato di abbandono e degrado in cui ancora oggi versano molti dei suoi “padiglioni”.Le pastoie burocratiche di Comune, Regione e ASL stanno condannando alla rovina degli spazi pubblici che potrebbero altrimenti essere riutilizzati a fini comuni e a vantaggio della collettività.
Comprendiamo e facciamo perciò nostre le ragioni che, quest’oggi, hanno spinto un gruppo di artigiani a riappropiarsi del padiglione 28 per richiedere che sia giustamente destinato a progetti di “laboratorio professionale” per giovani disoccupati ed artigiani in difficoltà.
Così come chiediamo che sia finalmente concluso il trasloco nel Santa Maria della Pietà di tutti gli uffici del XIV municipio – ancora oggi ospitati (al prezzo di un salatissimo affitto a un privato) presso il vecchio edificio di Via Mattia Battistini – crediamo che sia auspicabile la riconversione di tutto il complesso.Il Santa Maria della Pietà potrebbe comodamente ospitare molte famiglie di romani alle prese con il dramma dello sfratto, nonché  ovviamente anche un “Ostello della gioventu”. Così come come già deciso oltre dieci anni fa in sede di Prg.
Chiediamo a tutte le realta’ del territorio di esprimere anch’esse la propria solidarietà a questa azione che ripetiamo essere utile e giusta per tutti, per richiedere l’apertura immediata di un “tavolo di confronto” con Regione, ASL e Comune di Roma.

Il Santa maria della pieta’ deve essere pubblico e restare al servizio dei cittadini. Non dei privati e della speculazione.

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