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Frosinone, ‘finalmente’ stop a progetto aeroporto

Chiusura Società Aeroporto di Frosinone, Legambiente: “Finalmente lo stop definitivo allo sciagurato progetto che avrebbe devastato un territorio già dilaniato dal grave inquinamento ambientale”.

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Roma, 7 febbraio 2014
 
Legambiente Lazio – Comunicato stampa
 
Chiusura Società Aeroporto di Frosinone, Legambiente: “Finalmente lo stop definitivo allo sciagurato progetto che avrebbe devastato un territorio già dilaniato dal grave inquinamento ambientale”  
 
Finalmente è stata riconosciuta la totale incoerenza con le esigenze del territorio di una sciagurata operazione che ha trovato da sempre l’ostacolo da parte di ogni ente chiamato a pronunciarsi in merito – dichiara Francesco Raffa, coordinatore provinciale Legambiente Frosinone-. È evidente l’incompatibilità con l’emergenza ambientale in cui versa l’intera Valle del Sacco, dilaniata da un pesante inquinamento ambientale da sostanze chimiche a cui si aggiunge l’emergenza legata all’inquinamento industriale e la pessima qualità dell’aria registrata negli ultimi anni, con gravi ricadute sulla salute dei cittadini.”
 
Grossi profili di irregolarità sono stati ravvisati negli anni alle società S.I.F. S.p.A e Aeroporto di Frosinone SpA prima dalla Corte dei Conti, che nel 2011 ne aveva riscontrato l’inattività rilevando più di 1.300.000 euro di perdite, mentre queste continuavano imperterrite a chiedere un’enorme variante urbanistica al Piano Regolatore, e nel settembre scorso da parte della Procura della Repubblica che ne aveva ipotizzato il reato di peculato.
 
“L’avvio alla chiusura della società Aeroporto di Frosinone mette per sempre la parola fine allo scellerato progetto di un impattante aeroporto a Frosinone, di cui da anni denunciamo linfattibilità dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico – dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. L’area della Valle del Sacco e della provincia di Frosinone ha piuttosto bisogno di un’accelerazione delle operazioni di bonifica per il grave inquinamento da beta-esaclorocicloesano che interessa un’area di ben 120 mila ettari, come emerso dal recente dossier presentato nei giorni scorsi da Legambiente sullo stato delle bonifiche in Italia.”
 
Serve una nuova gestione del territorio che punti al suo risanamento completo e definitivo e vada verso la valorizzazione sostenibile di un’area dalle grosse potenzialità che va resa competitiva a livello nazionale.
 
 
L’Ufficio stampa Legambiente Lazio
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