“Daniza voleva solo vivere”

L’orsa Daniza, rea di avere difeso i suoi cuccioli da un cercatore di funghi che, anziché mantenersi a doverosa distanza, si era avvicinato tanto da farle temere per l’incolumità dei piccoli, è stata uccisa, dopo la cattura, dalla narcosi.

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RIBELLARSI FACENDO

 

GARGANTA VILLERA
Si chiama La Garganta Poderosa ed è la voce più fantasiosa e interessante delle villas, gli immensi quartieri poveri della periferia di Buenos Aires che i lavoratori migranti costruirono da sé prima e durante la dittatura. Esprime in modo efficace e irriverente la cultura ribelle, sovversiva che si sta consolidando tra los de abajo della capitale argentina. Stampa ogni mese copertine piuttosto originali, con grandi personaggi che gridano, e cura la qualità, perché vuole rompere l’assedio dei grandi media sul territorio. Gridano i presidenti e soprattutto gli eroi del futbol, perché siamo in Argentina. Anche in quella splendida quanto surreale di Osvaldo Soriano: la Garganta non si l imita a tifare, gioca. I gol delle donne valgono il doppio e prima di ogni partita si fanno assemblee per decidere le regole. Di arbitri non c’è bisogno. Parte dei lettori si mette in gioco anche col movimento dei villeros, il principale protagonista della realtà urbana odierna di Buenos Aires, che dà vita a mense, cliniche mediche, spazi educativi, culturali, mezzi di comunicazione. Non ha ancora invaso le grandi avenidas ma da quelle parti accade spesso che grandi movimenti si rendano poco visibili fin quando l’onda della protesta non rompe ogni argine. È in quel tempo della latenza, però, che il cambiamento s’immerge nella vita quotidiana e cambia il mondo L’ARTICOLO COMPLETO DI RAUL ZIBECHI
 

DANIZA VOLEVA SOLO VIVERE
L’orsa Daniza, rea di avere difeso i suoi cuccioli da un cercatore di funghi che, anziché mantenersi a doverosa distanza, si era avvicinato tanto da farle temere per l’incolumità dei piccoli, è stata uccisa, dopo la cattura, dalla narcosi. Nessuno le aveva chiesto, diversi anni fa, di entrare da protagonista in un progetto squisitamente umano, quale quello pomposamente denominato Life Ursus; nè fu interpellata prima di essere prelevata e trasportata. Ancora una volta ha prevalso l’ottica perdutamente antropocentrica che vede in uno splendido animale solo un oggetto di “ripopolamento”, da spostare qua e là a seconda del pensiero dominante del momento. Ha vinto il brodo di cultura che autorizza l’Umano a considerarsi in diritto di punire qualsiasi animale, nel momento in cui il suo interesse entra in collisione o semplicemente non collima con il proprio. #Daniza che difende i suoi piccoli e che per questo viene condannata, è solo l’ultimo caso, in ordine di tempo, di un animale che non fa altro che esprimere le proprie caratteristiche di specie. Gli animali restano cose senza emozioni e diritti. In attesa che l’Homo Sapiens si chiarisca le idee, non si può che stare dalla parte di Daniza, che avremmo voluto maestosa e libera come la sua natura vuole, Daniza che ha difeso i suoi cuccioli dall’uomo, perché pensava (e come darle torto?) che di lui non sia proprio il caso di fidarsi L’ARTICOLO COMMENTO DI ANNAMARIA MANZONI
 

RENZI, IL PETROLIO E I COMITATI
Ma perchè i bambini di Basilicata e Sicilia non meritano l’aria pulita? Spiega Matteo Renzi: “Quando penso che abbiamo un sacco di petrolio in Basilicata o in Sicilia che non tiriamo su per problemi dei comitati di turno, io dico eh bè, vorrà dire che perderò qualche voto ma la norma per sbloccare e per tirar su il petrolio in Basilicata e in Sicilia, creando posti di lavoro in Basilicata e in Sicilia… Vada come deve andare” (piccolo particolare, questo lo ha detto in un paese della provincia di Brescia). Tutti quelli che pensano che il petrolio sia la panacea ai nostri mali dovrebbero fare un salto a Gela (foto) a vedere lì quanto lavoro e quanto progresso abbia portato loro l’Eni. Di certo, Sicilia e Basilicata si contendono, assieme alla Calabria, ogni anno il titolo di regione più povera dello stivale… Qui non si tratta di perdere voti, quanto di perdere vite preziose di persone: per questo i comitati sono composti da madri e padri di famiglia che vogliono solo un po’ di aria sana. Veramente qualcuno pensa ancora che il futuro dell’Italia e del pianeta sia nel fare buchi? Naturalmente Renzi ha anche detto: “Il futuro del nostro paese è lontano dai combustibili fossili”. La vera domanda allora è: perché Matteo Renzi non va a dire queste cose, per dirne una, a Gela, dove l’industria petrolifera ha portato tumori, malattie e malformazioni a residenti e lavoratori, inclusi i bambini, fuori da ogni limite di tolleranza e di decenza?” L’ARTICOLO COMPLETO DI MARIA RITA D’ORSOGNA
 

UN PAESE TRASFORMATO DALLA MAGIA DEI BAMBINI
La prima volta che si sale a Sauris si resta abbastanza impressionati dalla tortuosità dalla strada di questo paesino della Val Lumiei in Carnia (Udine): ripide salite, stretti tornanti, oscure gallerie e un lago fantastico. Qui si è sviluppata un’idea meravigliosa che vede coinvolti in prima linea bambini e bambine nel prendersi cura di un pezzo di bosco, tra passeggiate, letture, lezioni di erbologia, gare gastronomiche… Tutto si regge grazie alla passione dei piccoli per la natura e per il maghetto #HarryPotter e al desiderio della comunità di ricostruire relazioni tra l e persone e di diffondere stili di vita diversi L’ARTICOLO COMPLETO DI ELISABETTA PERKELE COLAUTTI
 

IL DECALOGO DEL BUON CONFLITTO
Da molti anni sappiamo che i bambini hanno grandi capa­cità nei primi sei, sette anni di vita ad affron­tare i pro­pri litigi in una logica di accordo e di ricom­po­si­zione. Per questo nel liti­gio infan­tile non biso­gna sop­pri­mere il dibat­tito con inter­venti tipo «adesso basta, smet­te­tela, tacete, dovete volervi bene, fate la pace», men­tre è fon­da­men­tale che ogni bam­bino possa comu­ni­care all’altro la pro­pria ver­sione dei fatti con l’adulto che resta in una posi­zione neu­trale e favo­ri­sce sem­pli­ce­mente il confronto. Insomma, si tratta di gestire i conflitti. La vio­lenza non è una con­se­guenza della ten­sione ma, come la guerra, è una con­se­guenza dell’incapacità di gestire la ten­sione, anzi addi­rit­tura di una nega­zione del con­flitto stesso L’ARTICOLO COMPLETO DI DANIELE NOVARA
 

UNA SCUOLA SENZA STEREOTIPI DI GENERE
Associazioni, insegnanti, genitori, educatrici si sono dati appuntamento a Roma, il 20 e 21 settembre, perché condividono l’idea di una società aperta, in grado di contrastare agli stereotipi di genere, a partire dai banchi di scuola LA NOTIZIA COMPLERA DI MARTA DI COLA
 

IL NUOVO ANNO SCOLASTICO
Nuovi tagli al monte ore di sostegno richieste per gli alunni in difficoltà, risorse economiche sempre più esigue. Qualsiasi tentativo di cambiare la scuola deve partire dai bambini. Cosa dovvemmo fare? Accogliere bambini e ragazzi per quello che sono, ospitarli in luoghi in cui è piacevole vivere insieme, farli crescere autonomi e responsabili attraverso il sapere e il fare. Per fare tutto questo non bastano buone leggi o innovazioni tecnologiche, servono buoni insegnanti L’ARTICOLO COMPLETO DI LUCIANA BERTINATO
 

LA RIFORMA DELLA SCUOLA VISTA DA UN HACKER
Scrive Salvatore Iaconesi, hacker e artista di fama internazionale che accompagna all’attività creativa quella dell’insegnamento: “Quanto stiamo vedendo, innanzitutto a partire dalla (chiamiamola così) “riforma scolastica” di questi giorni, è troppo tecno-deterministico, troppo orientato (ancora una volta) all’emergenza, alla crisi”. Di cosa abbiamo bisogno? Di una #scuola in grado di “andare oltre l’utilità, oltre la necessità di trovare un lavoro, di produrre, di essere efficiente… Sono per il superamento dell& rsquo;idea di consumo, e pure di quella di produzione. Sono per l’emersione del concetto di esistenza, e di co-esistenza, come negli ecosistemi”. La riforma invece “ha lo scopo evidente (e neanche tanto nascosto) di produrre i prossimi colletti blu, gli operai della next-industria che, oltretutto, visto il modo (e il tempo) con cui sono costretti a lavorare, non godranno nemmeno l’eros dell’eros di organizzarsi, di tentare una rivoluzione. Ah, sì, avranno Arduino (piattaforma hardware low-cost, ndr): una rivoluzione in un comodo kit di montaggio” L’ARTICOLO COMPLETO DI SALVATORE IACONESI
 

L’OFFICINA DI QUARTIERE CHE DÀ NUOVA VITA
Uno spazio per condividere saperi e tempo, per realizzare qualcosa di nuovo partendo da scarti e prodotti vecchi, per il restyling dei mobili, per autoprodurre saponi insieme, per il riutilizzo creativo di vecchi ombrelli e, naturalmente, per la manutenzione della bicicletta LA NOTIZIA COMPLETA

IL VIGILE CHE SI RIBELLA AGLI SFRATTI
Roberto Rivas di mestiere fa il vigile del fuoco: non è l’unico, certamente è il più noto tra i vigili che in Spagna hanno rifiutato di spezzare le catene che chiudevano le porte di casa a centinaia di famiglie sotto sfratto. In questi giorni è cominciato il processo a sua carico, per aver disobbedito agli ordini davanti l’appartamento di Aurelia Rey, una donna di ottantacinque anni. Negli ultimi mesi Roberto non ha rinunciato a partecipare alle iniziative dei movimenti per il diritto all’abitare. In Spagna, soltanto lo scorso anno cinquantamila famiglie hanno perso la casa perchè non potevano pagare l’affitto o le rate del mutuo LA NOTIZIA COMPLETA
 

EL ALTO E L’ARTE DI VIVERE INVENTANDO
Non poteva certo mancare la tappa aymara nel grande viaggio di Marco e Irene alla scoperta dell’América delle alternative. Un viaggio che comincia con lo straordinario messaggio alla nostra campagna, Ribellarsi facendo, e diventa man mano una ribellione della vita che crea esperienze e relazioni sociali lontane distanze siderali da quelle di ogni forma immaginabile di turismo. Sono le fantastiche Storie dell’Altro mondo (le trovate tutte nel blog ma alcune anche su Comune-info) arrivate adesso a El Alto, la città più aymara del Sudamerica, cresciuta alla periferia settentrionale di La Paz. E’ qui che i fratelli Bertana incontrano Juan: mi ha insegnato molto su come girare inventando modi per vivere e sul fatto che non bisogna mai darsi per vinti, racconta Irene. Così, nella magica atmosfera del Carrettero, l’ostello dove alloggia chi viaggia d’arte, suona, fa teatro di strada, la nostra “scrivi-storie” impara a preparare e vendere le trufas, squisiti dolcetti a base di banana e dulce de leche. Non si guadagna molto, quel che basta per un letto e per mangiare, ma ci si diverte un sacco… L’ARTICOLO COMPLETO DI IRENE BERTANA
 

FERMARE LA GUERRA
Nuovi venti di guerra soffiano ovunque. Abbiamo bisogno di una liberazione comune. Scrive Peppe Sini del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani: “Per fermare la guerra occorre il disarmo. Per fermare la guerra occorre la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle società, delle culture, delle istituzioni, delle relazioni internazionali. Per fermare la guerra occorre una politica di pace con mezzi di pace …. SEGUE QUI

UN PORTALE DI SPERANZA
Un luogo per condividere risorse utili ed esperienze. Uno spazio web che lega già donne di venti paesi (fra cui Egitto, Gambia, Indonesia, Iran, Libano, Libia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Siria e Tunisia). Alcune di queste donne vivono nel nord dell’Iraq e grazie alle ultime guerre ora devono fare i conti con il gruppo militarizzato noto come Isis…; ogni giorno indagano e documentano gli abusi perpetrati da Isis nei confronti delle donne nella regione curda dell’Iraq e assistono quelle ferite. Le cinque donne che stanno facendo tutto questo pubblicamente, con i loro volti esposti e le loro identità note, senza cappucci in testa e senza fucili a tracolla, sono Mhabad Qaradaghi, Lanja Abdullah, Huda Z angana, Shler Bapir e Gulan Salim L’ARTICOLO COMPLETO DI MARIA G. DI RIENZO

 

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