“Liberarsi dalla velocità”

La chiave di volta, per cambiare in profondità, è partire da noi stessi. Per farlo dobbiamo liberarci dalle catene della velocità, che impediscono di respirare, vivere, sognare un mondo nuovo.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

LIBERARSI DALLA VELOCITÀ
La chiave di volta, per cambiare in profondità, è partire da noi stessi. Per farlo dobbiamo liberarci dalle catene della velocità, che impediscono di respirare, vivere, sognare un mondo nuovo. Le ragioni virtuose del Festival della lentezza MARCO BOSCHINI

UN GESTO BRUTALE CHE LASCIA SOLO DOLORE E RABBIA
La notizia, almeno a Roma, è nota: la polizia in assetto anti sommossa ha sgomberato un campo di profughi eritrei, somali e di altre nazionalità a Ponte Mammolo. Le ruspe hanno buttato giù tutto. Decine di persone si sono trovate in mezzo una strada, senza un ricovero, sostenute solo da alcune associazioni e dal quartiere. Si poteva costruire una soluzione umana e dignitosa, senza aspettare le ruspe. Di tempo ce n’è stato tanto, ma non è stato fatto. E questo è un fallimento. A pagarne le spese sono i profughi e i rifugiati. Non sarà facile cancellare la brutalità di un gesto che lascia solo dolore e rabbia (qui un articolo di Giulio Marcon, un messag gio dello spazio occupato Casale Alba 2 e una lettera aperta al sindaco Marino di Medici per i diritti umani) GIULIO MARCON
 

ABRUZZO SENZA TRIVELLE
Governo e imprese hanno deciso: bisogna bucare l’Adriatico. Per questo in Abruzzo accadono cose strane: bandiere No Ombrina fuori dai balconi, adesivi sulle vetrine di negozi, bar, ristoranti, uffici, scuole ma anche etichette No Triv sulle bottiglie diffuse da diverse cantine. E ancora: amministrazioni comunali che approvano delibere in cui si dichiarano contro le trivellazioni, cartoline virtuali che rimbalzano in rete per ricordare la manifestazione del 23 maggio a Lanciano (Chieti), bandiere “Adriatico: un mare contro il petrolio” sugli stabilimenti balneari. “Noi sappiamo da che parte stare: dalla parte della terra, del mare, del futuro – scrivono cittadini, associazioni e reti – Siamo Cittadini. Non siamo indifferenti”. Ecco come nasce un movimento territoriale ZONA 22
 

EXPO, GIOCHIAMO A CARTE SCOPERTE
Abbiamo letto la Carta di Milano e il Protocollo di Milano, documenti elaborati per l’Expo e che, secondo i promotori, avrebbero dovuto mettere sul tavolo le principali questioni da affrontare in materia di cibo e agricoltura. Tra le molte cose, in quei documenti mancano la volontà di individuare le cause profonde dei problemi esposti e il coraggio di avanzare possibili soluzioni; non vengono mai menzionati la Wto o gli altri accordi di liberalizzazione del commercio, e il loro impatto in ambito agricolo: non vengono mai menzionati gli oligopoli e i giganteschi problemi lungo tutta la filiera, dove a fronte di miliardi di piccoli produttori e di consumatori, pochissime multinazionali controllano i prezzi e la distribuzione. Chi legge quelle carte non saprà mai quante multinazionali (5!) controllano il 60 per cento del mercato mondiale delle sementi e quante imprese (6) il 76 per cento di quello dei pesticidi. Complimenti anche per la delicatezza con cui cortesemente si chiede a banche, fondi pensione e assicurazioni, se non arreca eccessivo disturbo, di astenersi gradualmente dal ridurre alla fame milioni di persone scommettendo sulla loro possibilità di sopravvivere…. Per fortuna non mancano analisi alternative di fonti indipendenti, come ad esempio, Terra Viva ANDREA BARANES
 

PARLARE DI CIBO AI TEMPI DELL’EXPO
È accaduto per Genova 2001, comincia ad accadere con i No Tav, accadrà anche per l’Expo. Le ragioni dei movimenti trovano spazio e consensi soltanto dopo molto tempo. Quelli che sono in alto fanno di tutto per dimostrare che non ci sono alternative. Il nostro problema oggi è: come facciamo a raccontare alla famigliola che passeggia allegramente nel parco dei divertimenti sul cibo che la rappresentazione delle multinazionali che sfamano il pianeta è ideologia pura? Insomma, non è facile parlare di cibo nel periodo dell’Expo di Milano, trovare le parole per dire qualcosa di semplice e solido tra il frastuono e la propaganda. Di certo, non è sufficiente avere delle buone ragio ni, ci serve avere buone proposte (ad esempio creare nei territori patti di filiera costruiti insieme tra i diversi soggetti in modo da rispettare i bisogni di tutti) e trovare i modi per presentarle e praticarle ANDREA SAROLDI
 

LE BOLLICINE NUTRONO IL PIANETA
Perché Coca cola è l’Offical soft drink partner dell’Expo? Bizzarro, penserete, per un’impresa che commercializza un prodotto inutile a forte impatto ambientate, che pone seri rischi per la salute delle persone. E come tutte le multinazionali è interessata solo al profitto, condiziona le democrazie di diversi paesi e sfrutta migliaia di lavoratori. Siete sulla strada sbagliata, è «in virtù del suo impegno sul fronte dell’innovazione e della crescita sostenibile capace di generare ricchezza per la comunità, tutelando le risorse utilizzate e incoraggiando consumi e stili di vita equilibrati…» FRANCESCO GESUALD I

LA PEDAGOGIA DEL DISPREZZO
La Scuola di Palo Alto, i lavori di Paul Watzlawick sulla pragmatica della comunicazione, gli studi di Pierre Bourdieu sulla violenza simbolica nello spazio mediatico che funziona come spazio simbolico manipolativo, i lavori della psicologia delle rappresentazioni nonché tutte le elaborazioni delle pedagogie attive sulle forme dei processi formativi ci hanno dimostrato che la forma della comunicazione è contenuto e sostanza. Allora quale è il contenuto pedagogico della forma comunicativa del presidente del consiglio? Quella di una pedagogia del disprezzo. Dal maestro Manzi a Renzi: la nuova alfabetizzazione del televenditore ALAIN GOUSSOT

EDUCARE ALLA LIBERTÀ
12 punti da tenere presenti per delineare un orizzonte di riferimento, se vogliamo educare alla libertà, con libertà FRANCO LORENZONI

LA BUONA SCUOLA, C’È POSTA PER RENZI
“Gentilissimo Presidente del Consiglio, ho ricevuto la sua lettera. So bene che era una missiva a senso unico…. Ma facciamo finta che lei faccia sul serio, che abbia intenzione di raccogliere le nostre osservazioni… Entriamo nel merito delle questioni senza fermarci alla demagogia che pure lei ha usato nella lettera e nel video dove ci spiega la riforma alla lavagna… Lei dice più soldi agli insegnanti: ma 40 milioni di euro per 721 mila insegnanti significa 55 euro a testa per la formazione: una cifra che non basta a pagare un’andata e ritorno a Roma per partecipare a un corso di formazione (lasciando perdere il pernotto).
Lei dice più soldi per l’innovazione digitale e didattica: 120 milioni di euro complessiv i, più o meno 2.800 per plesso: è sicuro che si riesce a fare tutto ciò che ha previsto con queste cifre? E poi perché deve essere una sola persona a decidere le assunzioni dei precari? Perché valutare i docenti “in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni”? Quelli con i ragazzi con più difficoltà che faranno?….” ALEX CORLAZZOLI

LEZIONE DI DEMOCRAZIA RIBELLE
Più che dalla minaccia del blocco degli scrutini del sindacato (che pure ha pochi precedenti), oggi la vera lezione di democrazia creativa e ribelle arriva dal successo del boicottaggio delle prove Invalsi nelle scuole superiori di tutta Italia. Il rifiuto della scuola azienda è un fiume in piena. Viaggio fotografico nella protesta degli studenti FOTO

SABBIA, LEGNETTI E PIGNE. GIOCHIAMO?
Troppo spesso ci sentiamo in dovere di proporre oggetti e attività che stimolino la fantasia e l’intelligenza dei bambini. Compriamo i giochi più sfavillanti o i materiali didattici più raffinati. Ma non è la ricchezza né la ricercatezza dell’oggetto che fa la differenza, è la qualità dell’esperienza. Un’esperienza significativa deve essere complessa e libera, Davanti a sabbia, segatura, foglie, legnetti, ghiande e pigne i bambini, bombardati dal consumismo, magari ti guardano all’inizio un po’ spiazzati, poi però cominciano a cucinare zuppe, costruiscono strade e città, scalano montagne… Elogio del gioco spontaneo SELIMA NEGRO

RICOMINCIAMO DA SCUP
Hanno confuso i mattoni con le idee. Per questo le ruspe non sono riuscite a demolire la storia di Scup. Lo spazio sociale romano sgomberato una settimana fa rinasce in un altro luogo abbandonato da restituire ai cittadini. Si comincia venerdì 15 con una grande festa, naturalmente autogestita, di tre giorni preparata in due. Sport, cultura, teatro, musica, mercato Ecosolpop, giocolorie: per asfaltare le ruspe e colorare la città ARTICOLO E PROGRAMMA

VIVERE, VIVERE
Un gruppo di adolescenti inglesi nei giorni scorsi ha promosso una campagna contro Protein World, nei cui manifesti pubblicitari campeggia una modella in bikini e la scritta “Il tuo corpo è pronta per la spiaggia?”. Un’altra ribelle è Lane Bryant che ha creato il proprio marchio di intimo per donna al motto di “Non sono un angelo” (‪#‎ImNoAngel‬), con chiaro riferimento alle campagne degli “angeli” e dei “corpi perfetti” orchestrate da Victoria’s Secret. E vi ricordate di Vincenzo, il ragazzo di 14 anni di Pianura (Napoli), prima dileggiato perché grasso e poi violentato con un compressore da uno dei suoi tre aguzzini che “volevano solo scherzare”? Ora deve subire una seconda operazione. Poi c’è Martina, che invece è stata ingozzata di odio contro il “grasso” sino a uccidersi nello scorso novembre. Aveva 16 anni, una corporatura assolutamente normale – non il foglio di carta bidimensionale dei manifesti “corpo-da-bikini” – ed era continuamente aggredita come “grassa”. Noi continuiamo a vivere, ma non dimentichiamo MARIA G. DI RIENZO
 

IL REGNO CONTRO NATURA
C’era una volta un regno. Essendo un regno, a capo di quest’ultimo, c’era un re. Ebbene, il sovrano non ne poteva più di tutto questo permissivista relativismo con l’ossessione per la deriva morale e la trasgressione lussuriosa, ecco. Così, fece un editto. Qualunque cittadino venisse sorpreso nel compiere atti contro natura sarebbe stato giustiziato all’istante. Il primo giorno furono sterminati tutti gli aviatori … perché volare è contro natura. Il secondo giorno vennero trucidati tutti gli atleti … perché laddove l’uomo si arroghi il presunto diritto di superare l’umano confine, vuol dire che sta osando combattere contro la propria stessa natura. Poi furono ammazzati tutti gli artisti. Perché l’arte è vita. E perché creare vita non è roba da mortali. Quindi estremamente contro natura. Il giorno successivo toccò ai sognatori ad occhi aperti … E venne il giorno dei bambini. Perché tutti i bambini desiderano volare e correre come il vento, creare il mondo che più li renda felici ammirandolo con occhi perennemente sognanti. I bambini sono quindi contro natura…. ECCO COM’È ANDATA A FINIRE (il 17 maggio è la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia): L’ARTICOLO COMPLETO DI ALESSANDRO GHEBRIGZIABIHER

REDDITO DI CITTADINANZA, SPINTE E RESISTENZE
Sem­bra che il red­dito di cit­ta­di­nanza, sinora teo­riz­zato da iso­late avan­guar­die, abbia fatto final­mente il suo ingresso nel cuore del Palazzo. Ma a sini­stra e soprat­tutto all’interno del sin­da­cato, covano riserve tenaci nei con­fronti di que­sta misura assi­sten­ziale. È la vec­chia etica del lavoro PIERO BEVILACQUA

SCAMBIARE E LEGGERE PER FARE COMUNITÀ
Da alcuni mesi fioriscono nei quattro angoli della città e sui sette colli di Roma delle cassette di libri per lo scambio libero e gratuito. Quelli della Libera Biblioteca PG Terzi le inventano tutte, o quasi, per favorire l’incontro tra libri e lettori, disseminando cassette di libri donati da persone comuni, case editrici o librerie presso erboristerie, bar, botteghe di commercio equo, condomini, studi medici, parrucchieri, uffici, rosticcerie; portando cassette di libri davanti alle scuole e promuovendo presso i bambini lo scambio di libri; organizzando Circoli di Lettura e Laboratori per bambini, rivitalizzando le biblioteche scolastiche. Perché lo fanno? Perché “la cultura finisce per alimentare la cultura – dicono -, la lettura anima la socialità, intorno al libro e alla lettura nasce una comunità attiva e solidale”. La vita non è un codice a barre ARIANNA TERZI
 

IL CONSUMO DI SUOLO NON SMETTE DI CRESCERE
Pubblicato il rapporto Ispra 2015: in aumento ville, seconde case, magazzini, discariche, parcheggi e strade ECO DALLE CITTÀ

NUTRIRE LA RESISTENZA ALLE PRIVATIZZAZIONI
La crisi sistemica in atto in Europa vede l’attacco ai beni comuni come uno dei luoghi di precipitazione dello scontro sociale. Attraverso la trappola del debito e le politiche rigoriste europee e nazionali si cerca di non affrontare gli evidenti fallimenti dei processi di privatizzazione. La buona notizia? Contro gli effetti delle privatizzazioni, a livello nazionale e su scala europea, si sono prodotte importanti resistenze sociali, le quali, oltre a erodere il consenso al modello neoliberista, hanno prodotto elaborazioni e praticato esperienze che, per quanto fra loro frammentate, sono in grado di disegnare tracce per percorsi alternativi MARCO BERSANI

NON È IL VINO DEL DISTRIBUTORE
C’è a chi interessa come si distribuisce un vino tanto quanta solforosa viene messa in bottiglia, quanti lieviti vengono utilizzati, quanti e quali trattamenti vengono fatti in campagna e a come si lavora in cantina, ma anche il rapporto che si ha con i propri dipendenti e i loro diritti. Perché il vino resta prima di tutto del vignaiolo. E il consumatore, il coproduttore, lo spazio sociale, l’enoteca e il ristorante devono aver la possibilità di acquistare direttamente il vino dal produttore. Non può esserci nessun monopolio. Abbiamo bisogno di una distribuzione dei prodotti della terra e del cibo sempre più diffusa e autogestita L A TERRA TREMA

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