“La vita di ogni giorno”

Politica istituzionale e media disprezzano la vita quotidiana delle persone comuni. E allora rifiutiamo il dominio di Pil e spread da loro imposto, riprendiamoci i nostri luoghi e il nostro tempo. Alcune proposte: diffondere aree pedonali e panchine ovunque, limite di 30 all’ora per le auto in città, [..].

 

 

 

LA VITA DI OGNI GIORNO
Politica istituzionale e media disprezzano la vita quotidiana delle persone comuni. E allora rifiutiamo il dominio di Pil e spread da loro imposto, riprendiamoci i nostri luoghi e il nostro tempo. Alcune proposte: diffondere aree pedonali e panchine ovunque, limite di 30 all’ora per le auto in città, riduzione dell’orario di lavoro, moltiplicare le sale di lettura gratuite e le sale di cultura visiva, poesie invece dei cartelloni pubblicitari…
PAOLO MOTTANA

L’OCEANO DELLA VITA QUOTIDIANA RAÚL ZIBECHI

PARLIAMO COI MURI ROSARIA GASPARRO

POPOLO ITALIANO
Le prime dichiarazioni del presidente del consiglio incaricato che si propone “di essere l’avvocato difensore del popolo italiano” lasciano chiaramente presagire quale sarà il vettore che segnerà le scelte legislative e amministrative della maggioranza dei due partiti populisti usciti vincenti dalle ultime elezioni. Sono pronti, partiranno come un rullo compressore, forti di un consenso parlamentare già annunciato, più ampio della maggioranza che sostiene il governo. I migranti pagheranno un conto salatissimo. Il tempo della democrazia autoritaria
FULVIO VASSALLO PALEOLOGO

COSTRUIAMO LE VOSTRE CASE, MA NON NE ABBIAMO
Christopher è un muratore, Immanuel fa l’elettricista, Talitha e Johanna sono domestiche: insieme a migliaia di persone vivono nelle baraccopoli del Sud Africa e fanno parte del movimento Abahalali baseMjondolo. Immanuel ha contribuito a costruire il Mall of Africa, il più grande centro commerciale del continente, ma vive in una baracca a Good Hope, appena fuori Johannesburg. “Costruiamo le vostre case, ma non ne abbiamo nessuna”. Ogni giorno quelli di Abahlali lottano per difendere la terra delle proprie baracche, occupano terre abbandonate e cominciano a tirar su gruppi di case, con almeno una scuola e un centro medico, senza aspettare gli interventi dello Stato o delle amministrazioni comunali. Oltre a sperimentare impensabil i forme di autogestione e a rifiutare l’uso della violenza nelle loro proteste, il movimento è noto perché a mettere i corpi in gioco nelle occupazioni, oggetto di continue repressioni, sono per lo più donne. Sono le gogos e le mamas, cioè le nonne e le madri, racconta Vijay Prashad “che stanno costringendo il Sud Africa a essere un società decente…”. Il mondo dei nessuno non smette di creare speranza
VIJAV PRASHAD

LO SGUARDO DI RIACE SUL MONDO
Alcuni anni fa hanno aperto il loro splendido borgo e non hanno più smesso. Hanno accolto migranti ma hanno prima di tutto risposto al bisogno di cambiare la direzione del nostro sguardo sul mondo. Mentre Riace è rinata e si trasformata in comunità grazie ai migranti, la Rete dei Comuni solidali (Recosol) ha cominciato a tessere fili preziosi tra pezzi di società e amministrazioni locali intorno al tema dell’accoglienza. Intanto, ong come Un ponte per e Cric, associazioni come la Rete di cooperazione educativa e La Rete delle Città Vicine, hanno annunciato insieme a molti altri la partecipazione alla due giorni di scambio e confronto promossa a Riace, nel fine settimana, da Recosol in collaborazione con l’Associazione dei Comuni virtuosi e la redazione d i Comune
R.C.

LA SOLIDARIETÀ È UN CRIMINE?
Se chi difende i diritti umani viene fatto oggetto di campagne sempre più ampie e violente di de-legittimizzazione, che vedono l’intervento congiunto di media e leader politici irresponsabili e un utilizzo strumentale e distorto perfino del diritto penale, vuol dire che il processo di connotazione dispotica di quel che resta della democrazia è già molto avanti. Accade da tempo in parecchie aree del mondo, in Europa e da diversi anni anche in Italia, in particolare ai danni di chi è impegnato nella solidarietà con i migranti e i rifugiati. Adesso, però, questo processo corrosivo sembra sul punto di innestare, proprio in Italia, una linea ad alta velocità, che ha un suo evidente canale politico e istituzionale ma anche un suo portato culturale ed etico non meno grave: considerare la solidarietà un crimine non genera solo insanabili contraddizioni con quanto ha affermato fino ad oggi il diritto internazionale ma apre un vero e proprio vaso di Pandora spalancando un abisso che va ben oltre l’alternanza di governi politici impresentabili e non è detto che sia reversibile
FRANCESCO MARTONE

DOVE C’È IL NULLA NESSUNO VIVE
Wesal Sheikh Khalil è morta a 14 anni. È stata una delle oltre 60 vittime a Gaza di lunedì 14 maggio. A quell’età aveva già fatto piani per il suo funerale: “Se dovessero spararmi durante le proteste al confine, mamma, seppelliscimi nel punto esatto in cui morirò, o magari, accanto alla tomba di nonno”. Per l’esercito israeliano Gaza è il nulla, i palestinesi non esistono. “Dove c’è il nulla, è inutile che guardi – scrive Alessandro Ghebreigziabiher – Dove c’è il nulla, andare è superfluo. Dove c’è il nulla, nessuno vive. E tutti non devono far altro che morire…”
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

LA PROSSIMA MOSSA MESSICANA
I cinque candidati ammessi alle elezioni presidenziali del prossimo luglio ci vogliono immobili, rapiti dalla speranza che il vincitore ci salvi dal disastro in cui siamo, scrive Gustavo Esteva. Molta gente voterà e crederà che il Messico possa avere un nuovo governo. Ma ogni volta è più difficile dare un senso qualsiasi alla realtà di ciò che continuiamo a chiamare Paese. Quelli che si contendono il potere sembrano convinti di riuscire poi a governarlo. Ma basta ascoltarli per rendersi conto che si tratta di vuota retorica. Quello che è necessario, invece, è recuperare il senso, i sensi, e concepire e realizzare le azioni che ciascuno, nel suo contesto, con il suo gruppo, con la sua organizzazione, può mettere in pratica, a seconda delle forme specifiche che assumono in ogni luogo la spoliazione, l’aggressione, la distruzione, così come la resistenza e la ribellione
GUSTAVO ESTEVA
 

IL BRASILE IN ATTESA DEL DESTINO DI LULA
Sono trascorsi due anni dal colpo di mano istituzionale che ha poi condotto l’impresentabile Michel Temer alla presidenza del Brasile. Da allora, il suo governo annaspa in una crisi senza speranze, Temer si limita a comprare voti in parlamento e i sondaggi per le elezioni di ottobre lo danno sotto il 5 per cento, un consenso mortificante, soprattutto se paragonato all’oltre 50 per cento attribuito a Lula. A fine aprile, il Partito dei Lavoratori ha confermato, malgrado lo spettacolare arresto del suo leader, l’orientamento alla candidatura dell’ex presidente metalmeccanico, che dovrebbe essere formalizzata a fine luglio, qualche giorno prima del pronunciamento decisivo del Tribunale elettorale. Intanto, il Brasile affonda in uno dei periodi più bui degli ultimi decenni, e il prezzo maggiore, come sempre, lo pagano gli ultimi
F.M.

MILANO DA MANGIARE. SANO E BENE
Da qualche anno il Comune di Milano ha avviato un percorso di ascolto della città per realizzare politiche olistiche sul sistema alimentare. La Food Policy approvata nel 2015 indica 5 priorità per un indirizzo generale e per dar vita ad azioni concrete: garantire un cibo sano e accessibile, lavorare sulla sostenibilità del sistema alimentare, sull’educazione alimentare, sulla lotta agli sprechi e sulla ricerca in ambito agroalimentare locale. Ora si sta lavorando alla creazione di un Consiglio Metropolitano del Cibo per avviare processi di re-territorializzazione del sistema, garantire la sicurezza e la sovranità alimentare e favorire la partecipazione. Il gruppo di giovani ricercatori di Eutropian ne ha parlato con Anna Scavuzzo, vicesindaco con delega al coordinam ento della Food Policy, e ci ha inviato questa interessante intervista
J.M.

UNA SCUOLA OLTRE LE MURA
Abbiamo bisogno di comunità, non ci stanchiamo di ripeterlo, ma dovremmo tutti chiederci, mentre tentiamo di crearle, di quali comunità parliamo e di come possiamo rigenerarle prima di tutto nelle città. Ad esempio, se per una volta adottiamo il punto di vista dei più piccoli e dei più giovani possiamo domandarci come coltivare un tessuto sociale nel quale tutti e tutte siano in grado di imparare e in cui ogni forma di apprendimento possa sbocciare. Forse hanno ragione gli autori de La Città educante. Manifesto della educazione diffusa, si tratta di sperimentare le piazze, i cortili, i boschi, le botteghe, i mercati qualsiasi spazio sociale e culturale come luoghi di apprendimento e di abitare in modo diverso gli edifici scolastici. Si tratta di vivere il territorio e l a “scuola diffusa”. Di questo e molto altro ragioniamo sabato 26, durante Ma sei fuori?!, a Milano.
P.M E G.C.
 

AMAZON ADDIO
“Ho comprato in passato…. Ma orgoglioso di essere rinsavito!” (Moreno Garino). “Amazon è il simbolo del consumo facile e del bisogno indotto…” (Sandro Spina)
ADERISCI

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

 

ALCUNI APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

IMPERIA 25 MAG IN NOME DEL DECORO

MILANO 26 MAG MA SEI FUORI?! CONVEGNO DI GAIA EDUCAZIONE DIFFUSA

ROMA 26 MAG MISERIE E SPLENDORI DELL’URBANISTICA A LO YETI

RIACE-RC 25/27 MAG, INCONTRO DELLA RETE DEI COMUNI SOLIDALI

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *