“Da Moro a Savona: 4 decenni di sovranità limitata per l’Italia”

“Tante e diversificate le ingerenze indebite in tal senso. Ultima l’omicidio Moro, che fu epifania di tale limitazione e, insieme, ne rappresentò la vittoria definitiva. Oggi come allora: quanto si è consumato ieri è stato momento epifanico di una rinnovata sovranità limitata”.

 

Da Aldo Moro a Paolo Savona: 4 decenni di sovranità limitata per l’Italia

Sovranità limitata era l’espressione con la quale è stata definita per decenni l’ingerenza straniera in Italia. Nel caso specifico tale limitazione riguardava la politica estera.
 
Da Aldo Moro a Paolo Savona

Tante e diversificate le ingerenze indebite in tal senso. Ultima l’omicidio Moro, che fu epifania di tale limitazione e, insieme, ne rappresentò la vittoria definitiva.
Oggi come allora: quanto si è consumato ieri è stato momento epifanico di una rinnovata sovranità limitata.
Allora c’era da contrastare il compromesso storico, oggi il compromesso “populista”.
Quanto avvenuto indica che l’Italia semplicemente non può mettere in discussione le politiche economico-finanziare elaborate a Bruxelles.
Certo, Mattarella ha spiegato di aver tentato mediazioni. Ma tutte le ragioni di questo mondo non impediscono di rilevare il dato oggettivo: che il “niet” a Paolo Savona non era suo ma imposto da altrui. Sovranità limitata, appunto.
Certo, le forze politiche potevano essere più duttili. Ma anche qui, tutte le critiche che si possono muovere a tale rigidità non possono ovviare al fatto che quel “niet” era un’esplicita richiesta di accettazione della sovranità limitata di cui sopra.
 
Unione o comunità europea

Da questo punto di vista, certi interventi di questi giorni, volti a evidenziare le prerogative attribuite dalla Costituzione al Presidente della Repubblica volti a indicare che egli poteva porre dei vincoli al governo, sono apparsi del tutto arbitrari.
La Carta nasce per garantire anzitutto la sovranità del popolo italiano. Brandirla per menomarla è operazione del tutto illegittima.
Le modalità di intervento da parte dell’Unione europea ricordano un’altra Unione, quella sovietica, dove la dottrina delle élite al potere era insindacabile e irrevocabile.
Perseguendo il disegno dei padri fondatori, la Politica europea creò la Comunità economica europea, dove “comunità” era termine espressivo della natura del sodalizio.
Il cambiamento da “comunità” a “unione” non è stato solo nominale, ma indica anche l’avvenuto mutamento della natura del sodalizio stesso. E richiama in maniera esplicita l’altra Unione, contro la quale pure l’Europa rivendica di aver lottato in nome della libertà.
Inoltre va rilevato che tutti i media mainstream sono consegnati ai diktat cosiddetti europeisti. Nati in funzione e a presidio della democrazia, si sono trasformati nell’esatto contrario.

Le regole e l’eccezione tedesca

Interessante però un articolo di Federico Fubini sul Corriere della Sera di oggi, nel quale riporta gli strali contro l’Italia rimbalzati in questi giorni sui giornali tedeschi.
E su Berlino scrive: “L’idea di fondo nel governo tedesco è semplice come lo fu per Atene a guida populista nel 2015: non cedere, non concedere, non permettere a un Paese di condizionare il sistema con la minaccia dell’uscita dall’euro; aspettare che lo stress finanziario sempre più acuto metta spalle al muro il governo ribelle per poi imporre le condizioni […]. A qualunque prezzo per il Paese coinvolto”.
Di seguito, invece, rileva: “La Commissione Ue non ha ancora dichiarato “eccessivo” il surplus esterno tedesco, benché da cinque anni sia molto sopra i massimi consentiti e le politiche tedesche vadano in direzione opposta alle richieste”.
“Dai criteri contabili, ai requisiti di capitale per le banche di sviluppo, alla ricapitalizzazione delle banche pubbliche con denaro dei contribuenti, alla garanzie statali sul sistema del credito per centinaia di miliardi, alle banche sottratte alla vigilanza Bce: le eccezioni alle regole a favore della Germania sono ovunque, sugli stessi temi per i quali l’Italia è spesso accusata”.
Quando altri che non i sedicenti “europeisti” muovono tali rilievi sono bollati come “populisti”. Tant’è.

Guerra di Religione

L’attuale scontro non è solo una lotta per la riforma di un sistema, ma ha i caratteri di una guerra di religione.
Ciò perché il sistema è consegnato il Credo-Credito, dottrina indiscutibile che richiede solo fedeli passivi. I critici sono eretici, cioè nemici esistenziali con cui non si può né si deve trattare.
Tale Credo-Credito si fonda sul Sacrificio, quello altrui ovviamente. Sono i sacrifici umani, – la vampirizzazione delle ricchezze altrui – che danno linfa al sistema. In quanto Credo sanguinario, può tracimare. Vedremo.

Ps. Sulla nomina di un Commissario per l’Italia, funzionario individuato nella figura di tal Carlo Cottarelli, per ora stendiamo un pietoso velo.

PICCOLE NOTE

da: www.lantidiplomatico.it

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