“L’ipocrita campagna ‘antirazzista’ di Oliviero Toscani per Benetton”

“Ma i Benetton non si erano comprati mezza Patagonia buttando fuori chi ci abitava da secoli? Viene da domandarselo guardando la nuova campagna pubblicitaria ‘antirazzista’ firmata da Oliviero Toscani. Un evidente autogol”.

 

Cosa c’è di più ipocrita della campagna “antirazzista” di Oliviero Toscani per Benetton?

 

Ma i Benetton non si erano comprati mezza Patagonia buttando fuori chi ci abitava da secoli? Viene da domandarselo guardando la nuova campagna pubblicitaria “antirazzista” firmata da Oliviero Toscani.  Un evidente autogol. Ma chi volete che ve lo faccia notare considerando che il gruppo Benetton – già padrone di autostrade e aeroporti grazie alle “privatizzazioni”, del PD – oltre ad essere azionista del Gruppo editoriale GEDI (l’Espresso,La Repubblica, La Stampa…) – tiene in vita con le sue inserzioni pubblicitarie moltissimi giornali?

Quindi, ve le diciamo noi due parole sul land grabbing. L’Oxfam calcola che l’accaparramento di terre nei paesi del Terzo Mondo da parte di multinazionali (che già possiedono 88 milioni di ettari di terra fertile) continua a crescere, gettando nella fame milioni di contadini e pastori costretti così ad andarsene. I capitalisti italiani fanno la loro parte: nei dintorni di Timisoara in Romania, ad esempio, quasi 150 mila ettari di terre è ora nelle loro mani. E anche i Benetton fanno la loro parte comprandosi dallo stato argentino 900.000 ettari di terre per allevarci pecore e montoni (ogni anno 1 milione 300mila chili di lana). I Mapuche che vivevano lì e che si erano ribellati, nel 2016, sono stati spazzati via; nel 2018 il loro leader, Santiago Maldonado, viene trovato ucciso.

Interessa a qualcuno questa storia? Si direbbe di no considerato la diatriba sul “razzismo” che sta dilagando come non mai. Ma, grazie al Cielo adesso arriva la nuova campagna “antirazzista” di Oliviero Toscani per Benetton. Per commuoverci e convincerci ad accettare disperati. Sui perché della loro disperazione, ovviamente, nemmeno una parola.

Francesco Santoianni

da: www.lantidiplomatico.it

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