“La banalità della strage quotidiana”

«Secondo l’OIM, soltanto negli ultimi tre giorni nel Mediterraneo sono annegate oltre duecento persone, una serie di stragi ignorate dall’opinione pubblica italiana e nascoste dai politici concentrati nel rinnovato attacco contro le ONG – scrive Fulvio Vassallo – …»

 

 

LA BANALITÀ DELLA STRAGE QUOTIDIANA
«Secondo l’OIM, soltanto negli ultimi tre giorni nel Mediterraneo sono annegate oltre duecento persone, una serie di stragi ignorate dall’opinione pubblica italiana e nascoste dai politici concentrati nel rinnovato attacco contro le ONG – scrive Fulvio Vassallo – La “banalità” della strage quotidiana in mare costituisce la cifra morale del governo Salvini-Di Maio…». La chiusura dei porti e l’allontanamento delle ONG hanno infatti già comportato un aumento esponenziale delle vittime, nonostante il calo degli sbarchi. Il vero obiettivo sembra chiaro: produrre una totale assuefazione
FULVIO VASSALLO

DIRANNO DI NOI CIÒ CHE DICIAMO OGGI DEI NAZISTI
Il mondo si ostina a produrre, finanziare, commerciare e utilizzare armi. Soltanto in Italia si spendono 70 milioni di euro ogni giorno. Questo tempo non sarà ricordato solo per il sostegno alle guerre e per le vittime delle armi, ma anche per le devastazioni ambientali e per il razzismo degli Stati che tentano di reprimere le migrazioni. L’Europa ha già sulla coscienza oltre 50.000 migranti sepolti nel Mediterraneo. Da molti anni Alex Zanotelli non smette di gridare e di “ribellarsi facendo” negli slum africani come a Napoli e nei movimenti sociali. Qui lo fa scagliandosi contro coloro che lasciano ai giovani un mondo orribile: “La mia generazione, quella nata dalla II Guerra Mondiale, sarà tra le generazioni pi&ug rave; maledette della storia, perché nessuna altra ha talmente violentato il Pianeta Terra come l’abbiamo fatto noi… I nostri nipoti diranno di noi quello che noi oggi diciamo dei nazisti…”
ALEX ZANOTELLI
 

CARO SALVINI, AVEVI RAGIONE…
“In un sabato qualunque qualcuno di noi muore. E quando a farlo sono bambini non si può vedere… Ai nostri bambini sussurriamo parole come sabbia, mare, sole…, qualche altro bambino non ha più un nome. E nessuno, probabilmente, potrà piangerlo. Non ci sarà una madre sulla sua tomba. E nemmeno una tomba… Ci dimenticheremo che aveva già mosso i suoi primi passi sotto lo sguardo attento di sua madre e che lei era felice. Che prima di morire lo ha stretto a sé, come farebbe ognuno di noi, e forse gli ha sussurrato una storia… Bene, caro Salvini, abbiamo chiuso i porti e ci siamo tolti il problema. Il nostro confine è salvo… L’anima però, quella, l’abbiamo persa. Per sempre. È rimasta incagliata in mezzo al mare insieme a ll’anima di quel bambino e a tutti quelli che sono morti insieme a lui. Questa sarà la nostra punizione. Non avere più un’anima con cui fare i conti. Sarà, soprattutto, la tua e di tutti quelli che la pensano come te. La mia, e di quelli come me, invece, è di stare a guardare. Di non fermarvi…”
PENNY

IL LAVORO SOCIALE AI TEMPI DI SALVINI
La barbarie salviniana non è arrivata da un giorno all’altro. Non ci sono solo le responsabilità della sinistra istituzionale e dei sindacati. Anche tra chi vive ai piani bassi della società e cerca ogni giorno di trasformarla c’è chi ha finito per credere a coloro che sono in alto che hanno investito sulla paura della persone e offerto “soluzioni” immediate all’impoverimento. “Anche molti di noi operatori hanno creduto alle storielle del privato è bello, hanno aderito alla logica della competizione, hanno eliminato la parola cambiamento da quella di lavoro sociale, hanno ingenuamente creduto che dedicarsi al lavoro di cura potesse essere un lavoro come un altro. Ebbene, è necessario e urgente rendersi co nto che così non è… – si legge in una bella lettera maturata nel mondo del sociale e destinata a chi nel lavoro sociale opera ogni giorno -Bisogna preparare risposte organizzate: in fondo siamo noi che passiamo le serate in stazione con i senza tetto nelle città e conosciamo gli altri luoghi dell’abbandono; siamo noi che entriamo in contatto con gli sfrattati; siamo noi che interveniamo sui bisogni dei disoccupati, delle vittime di tratta; siamo noi che conosciamo i rom. Non certo il ministro Salvini… Abbiamo il dovere di non stare più zitti… Non possiamo più avere paura…”
ROBERTO DE LENA
 

IL TEMPO DEL REDDITO DI BASE
Perché il reddito di base non è uno strumento di lotta alla povertà? Quali sono le condizioni politiche e sociali, non solo tecniche, per avviare una sperimentazione seria e diffusa? Quali relazioni ci sono con il bisogno di trasformare la società mettendo in discussione il dominio del profitto e quello del lavoro? A queste e molte altre domande risponde un testo utilissimo in questo momento, scritto da Federico Chicchi ed Emanuele Leonardi, Manifesto per il reddito di base, di cui proponiamo Incipit, Tesi e Conclusioni. C’è vita oltre la merce
FEDERICO CHICCHI E EMANUELE LEONARDI

IL GRATTA E VINCI DELLE CORPORATION
Si chiama Carta dell’energia, è un oscuro trattato che ha già sfilato oltre 50 miliardi di dollari dalle tasche dei contribuenti degli Stati per consegnarle ai colossi che controllano l’energia nel mondo. Vi sembra una cifra esagerata? Forse sì, in effetti è l’equivalente di quel che servirebbe a garantire in tutto il pianeta ogni anno la luce elettrica a chi non ce l’ha. Eppure altri 35 miliardi di dollari rischiano di fare lo stesso percorso qualora le corporation vincessero le cause contro gli Stati che hanno osato ostacolarne i profitti, Italia e Spagna per prime. Un rapporto di tre ricercatrici ha portato alla luce questo incredibile “Gratta e Vinci” a beneficio di aziende che già realizzano profitti ver tiginosi. Adesso sta per essere esteso alle regioni più saccheggiate e impoverite del pianeta con conseguenze facilmente immaginabili
MONICA DI SISTO
 

L’ENI RISPETTI I DIRITTI DEI POPOLI AMAZZONICI
Un appello a sostegno delle comunità indigene danneggiate dall’estrattivismo
A SUD

INVENTIAMO UNA LINGUA FANTASTICA
In un’epoca in cui la semantica popolare si nutre di paura e menzogne, c’è bisogno di un nuovo linguaggio, capace di alimentare speranze mai sopite del tutto
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

IN FONDO ALLA VALLE NASCE LA NUOVA VILLA
Un gruppo di giovani che sono nati e vivono a Villavallelonga, un piccolo centro in mezzo alle montagne, nella parte marsicana del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha deciso di mobilitarsi per il proprio paese e ha assolutamente bisogno di entrare in contatto con altre esperienze per confrontarsi su come arrestare la perdita della bio-diversità, difendere e valorizzare le risorse naturali, creare comunità e custodire il paesaggio. Hanno creato un Comitato per difendere il patrimonio naturale e vogliono promuovere un’economia circolare che punti a prodotti di qualità a chilometro zero
MARIA GRAZIA MASTRELLA

CHI HA PAURA DELL’EDUCAZIONE DIFFUSA?
Ogni luogo e ogni attività della città possono diventare occasione di scambio educativo e aiutare a superare la separazione tra generazioni, tra chi studia e chi lavora o chi ha perduto la bussola della vita per aver perduto il tempo della ricerca e della riflessione preso dalla corsa al profitto e ad un falso benessere. Ma “un’educazione veramente diffusa, senza obblighi e recinti, libera e guidata solo dalla voglia di capire e di fare – osserva Giuseppe Campagnoli -, fa paura a chi detiene il potere, ieri come oggi…”. Un motivo più per spingere in modi diversi in quella direzione
GIUSEPPE CAMPAGNOLI

COME SI LEGGE UN FUMETTO? INSIEME
Camminare su percorsi culturali e territoriali inediti resta una delle poche cose da fare per alimentare la capacità di pensare e creare mondi diversi. Laputa non è una casa editrice, ma un’associazione che ha degli scopi precisi, segnalati lì, nella loro niente affatto burocratica e identitaria carta di intenti. Laputa, con i suoi eventi, il suo blog L’isola volante, il gruppo di lettura e i progetti nelle scuole da più o meno un anno è prima di tutto un “luogo” di cultura inclusivo e di educazione diffusa
ILARIA TRONCACCI

UN AMORE SUPREMO, PERDUTO E RITROVATO
Per fortuna, Daniele c’è. Sì, perché nel mare di notizie inutili, false, vecchie, manipolate o rimasticate, a molti dei lettori di Comune sarebbe probabilmente sfuggito che in questi giorni esce un’autentica perla del jazz creduta smarrita e ora fortunatamente ritrovata dopo più di cinquant’anni. È nientemeno che «Both Directions at Once. The Lost Album», il frutto delizioso di una session registrata nel 1963 dal mitico quartetto di John Coltrane – poco prima che l’immenso sassofonista incidesse A Love supreme, per capirci – e poi andata perduta in modo rocambolesco. A volte, molto di rado, i “mostri sacri” ritornano, e fanno impazzire non solo gli appassionati di jazz ma chiunque abbia la capacità e la fortuna di saper ascoltare le vere grandi sorprese della nostra esistenza
DANIELE BARBIERI
 

VITALIZI, GRADI E STELLETTE
Mentre tutti se la prendono con i vitalizi politici (cifra da risparmiare, meno di 40 milioni di euro, meno di quello che è destinato al giorno per le spese militari), a nessuno è mai venuto in mente di contestare un altro tipo di vitalizi, quelli dei militari. Ecco qualche cifra
MAO VALPIANA

L’UOMO CHE PIANTA ALBERI NELLA TERRA DEI FUOCHI
Luca fa il contadino ai margini della Terra dei Fuochi e dell’ormai noto “triangolo della morte”. Qualche anno fa era stato coinvolto un po’ per caso in un progetto con le scuole a proposito di biodiversità. Da oltre cinque anni dedica almeno un giorno a settimana a sistemare, tenere in vita e valorizzare, gli spazi verdi di alcune scuole dell’area e, in particolare, della Giovanni XXIII di Baiano (Avellino) piantando alberi, regalando semi e coltivando frutta e verdura insieme ai bambini e alle bambine delle scuole. Possiamo interrompere la logica predatoria delle relazioni sociali e del nostro rapporto con l’ambiente naturale in molti modi, si tratta di spingere la trasformazione insieme ad altri lì dove stiamo
COOPERATIVA SEEDS

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

 

APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

3 LUG COLLE VAL D’ELSA PARLARE DI CIBO E DECRESCITA CON LATOUCHE

4 LUG SENIGALLIA RILEGGIAMO IL MANIFESTO DI RIVOLTA FEMMINISTA

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