“Mare chiuso”

«Abbiamo pensato di lanciare lo streaming gratuito sulla nostra piattaforma il 12 luglio e rendere disponibile la visione per una settimana di Mare chiuso».

 

 

MARE CHIUSO
«Abbiamo pensato di lanciare lo streaming gratuito sulla nostra piattaforma il 12 luglio e rendere disponibile la visione per una settimana di Mare chiuso». ZaLab è un piccolo collettivo che conosciamo da anni ma prima di tutto un bizzarro produttore e distributore di documentari sociali che ha scelto di coltivare indipendenza e pensiero critico in tanti progetti culturali, senza lasciare priorità al dogma del profitto: Mare chiuso – regia di Andrea Segre e Stefano Liberti – è un un viaggio tra gli accordi con i libici, i primi blocchi navali, la chiusura dei porti cominciati in realtà una decina di anni fa, attuando i respingimenti in mare e attirandosi le condanna della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Mare chiuso racconta quella pagina storica grazie alle testimonian ze dei migranti respinti dalle operazioni di allora. «Oggi lo vogliamo riproporre per dare idealmente voce a quanti vengono respinti in queste ore. Perché queste violenze e queste morti continueranno a ripetersi finché non si apriranno altre vie, legali e sicure, di migrazione…». Facciamolo sapere in giro
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VENTIMIGLIA, VENTI DI UN MONDO DIVERSO
Dici Ventimiglia e pensi alle odiose parole e alle scelte dei Minniti e dei Macron. Eppure quel luogo resta un fermento di libertà e di solidarietà nonostante la repressione. “Il problema è semplicemente il confine. Forse è davvero giunto il momento di muovere tutto il possibile per aprirlo… – fanno sapere da Ventimiglia – Forse è tornato il momento di dire a voce alta che le persone devono passare… Lo faremo sabato 14 luglio con una manifestazione larga e partecipata…”
AA.VV

METTERSI A NUDO DAVANTI AI PROFUGHI
Gridare in molti modi diversi contro l’orrore delle scelte del ministro degli interno è imprescindibile quanto urgente. Smontare stereotipi, pregiudizi e invasioni che non ci sono e mettere in discussione concetti come confine e identità è indispensabile. Ragionare sulle alternative, alla luce ad esempio dei soldi pubblici destinati all’acquisto di armi e del numero di edifici facilmente riutilizzabili per un’accoglienza diffusa e dignitosa, è necessario. Tuttavia non basta, ha ragione Paolo Mottana: per cambiare davvero in profondità la società dovremmo avere anche il coraggio, ignorando le stupide strumentalizzazioni della destra, di affrontare domande serie. Siamo disposti a ospitare nelle nostre case dei migranti, dei prof ughi? Siamo consapevoli del nostro rifiuto coltivato ogni giorno nei confronti di anziani, dei più poveri o dei Rom? Cosa possiamo fare per non restare chiusi nelle nostre piccole tane di indifferenza, dove la fraternità resta spesso qualcosa di astratto? Possiamo imparare a camminare non solo con i nostri simili, “quelli speculari, che ci mettono like e cuoricini su facebook”? “Forse dovremmo fare esercizio di accoglienza dei fascisti prima che dei profughi, per allargarci… – scrive Paolo Mottana – per accogliere quelle parti di noi che ci rifiutiamo di vedere…”
PAOLO MOTTANA
 

SONO D’ACCORDO CON I CENTRI DI ESPULSIONE
“mi sono convinto che i centri di identificazione e le piattaforme di sbarco ci vogliono, ci vogliono per tutti, perché è giusto identificare i veri motivi per i quali si va in un altro paese: per lavorare o per delinquere? Cos’è questa storia della libera circolazione delle persone, neanche fossero merci?… Ci vogliono centri di identificazione alle frontiere della Svizzera, di Lussemburgo, delle Isole Cayman e di tutti i covi fiscali – scrive Massimo Angelini – per trattenere qualche giorno chi porta denaro e, prima di farlo entrare, sapere se è frutto di riciclaggio o evasione… Ci vogliono alle frontiere di tutti i paesi in via di occidentalizzazione… chi arriva dall’Europa, dalla Russia, dagli Stati Unti, dalla Cina, dal Giappone e, senza farsi sviare dagli abiti e dai modi così belli e puliti, controllare che non sia un mediatore o un trafficante di denaro, di droga, di persone, di armi, di terreni, di risorse, di scorie e rifiuti tossici, di minerali e materiali preziosi…”
MASSIMO ANGELINI

QUEL DIALOGO CON I DUBBIOSI E GLI OSTILI
Se non prendiamo seriamente in considerazione la sostanziale inefficacia di ogni tipo di mobilitazione simbolica, anche quelle importanti e ben riuscite come l’iniziativa delle magliette rosse, rischiamo di mantenere costantemente su binari morti i “treni” che vorremmo far circolare. Dovremmo, ad esempio, cercare finalmente di non parlarci più solo fra di noi, “fra i già convinti, i già persuasi – scrive Carlo Francesco Ridolfi -, ma trovare forme, azioni pratiche, iniziative, attività quotidiane che ci facciano entrare in contatto e poi in dialogo con i dubbiosi, gli incerti, persino gli ostili e i non disposti ad ascoltarci. Non illudendoci che basti la cultura (anche le SS ascoltavan o Beethoven), o, peggio, cullandoci nell’autorassicurante ma dannosissima presunzione di superiorità intellettuale. Le donne e gli uomini hanno bisogno di riconoscimento, di ascolto, di attenzione e di prossimità affettiva e pratica…”
CARLO FRANCESCO RIDOLFI
 

TUTTA MIA LA CITTÀ, UN DESERTO CHE CONOSCO
Com’è fatta la città di bambini e bambine? Bastano, per garantircela, le fondamentali battaglie a difesa del diritto allo spazio pubblico e del welfare per l’infanzia, sempre più erosi, negati, sottratti? Abbiamo bisogno di uno sforzo di immaginazione. Da dove cominciare? Potremmo forse accorgerci di una città diversa. Potremmo forse restituire senso politico al gioco per riconoscerlo come momento creativo, di autonomia, di rischio e sperimentazione (emotiva, affettiva, relazionale). Potremmo forse riprenderci le scuole pubbliche come spazi cruciali di socializzazione, punti di riferimento delle comunità educanti nei territori, aperte, attraversate trasversalmente da tutti e tutte…
IMPU NITA

LE STORIE NASCOSTE DELLE DONNE CHE SI RIBELLANO
Ci sono storie che raramente finiscono nei libri studiati a scuola. Ci sono donne che ogni giorno, accade da sempre, con coraggio resistono per costruire mondi nuovi. Ci sono temi rimossi, ad esempio il colonialismo, con cui dobbiamo imparare tutti a fare i conti sul serio per trasformare il presente
JOHN PILGER

I PROFETI INASCOLTATI DEL CLIMA
Le tre alternative ai disastri ambientali: rassegnarsi, adattarsi, pianificare. La terza soluzione significa darsi l’obiettivo di non occupare nuovi spazi
GIORGIO NEBBIA

IL WELFARE DI COMUNITÀ DI CASA MANCHESTER
All’ingresso della sede di Manchester Home Care, un grande cartello colorato avverte: Putting people before profit. «Le persone prima del profitto», per questa cooperativa sociale specializzata nel settore dell’assistenza sociale e in servizi di welfare locale di Wythenshawe (il più grande quartiere di Manchester, noto per essere separato dalla città da una fascia di campagna), è molto più di uno slogan con cui decolonizzare il proprio immaginario. Ogni giorno gli 800 soci-lavoratori della cooperativa cercano di dare significato alla parola autogestione, ogni giorno sperimentano un servizio fino a qualche tempo impensabile come quello degli “infermieri di comunità”, ogni giorno rifiutano le logiche del profitto sfidando addiritt ura le multinazionali sanitarie
R.C.

UN SALTO DEL GAMBERO SUL LIBERO COMMERCIO
Il ministro dello sviluppo economico ha dato il via libera alla stipula del contratto Japan-EU Free Trade Agreement, un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Giappone
R.C.

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

 

APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

13/15 LUG ROMA BOLERO EUROPA – BLACK REALITY + SEMIVOLANTI
Che cos’è l’Europa oggi? È ancora quella comunità di popoli e diritti?

13 LUG NOCERA INFERIORE TUTTA N’ATA FESTA
Musica dal vivo, cucina del mondo, mostra fotografica

14 LUG CASTIGLIONE D’OTRANTO IL PANE E LE ROSE
Il paese dello spopolamento e della “restanza” (le politiche di chi resta)

15 LUG MODICA CENA SOCIALE QUETZAL E SPETTACOLO
A tavola insieme anche per ragionare di assicurazioni etiche e bollette “rinnovabili”

15 LUG ROMA BALLATA DEI SENZATETTO – ASCANIO CELESTINI
Tanti personaggi attorno a due parcheggi di periferia
 

26/29 LUG VENAUS FESTIVAL ALTA FELICITÀ
Festa No Tav con artisti, scrittori, attori, persone di ogni luogo del mondo

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