“Naufraghi”

Il numero di migranti lasciati morire in mare cresce, nonostante la riduzione degli sbarchi. La guerra alle Ong presenta il conto. Intanto si continua a negare l’evidenza delle torture e degli abusi in Libia. L’unica prospettiva sensata resta il lancio di una missione internazionale di soccorso umanitario.

 

NEWSLETTER DI COMUNE 

NAUFRAGHI

Il numero di migranti lasciati morire in mare cresce, nonostante la riduzione degli sbarchi. La guerra alle Ong presenta il conto. Intanto si continua a negare l’evidenza delle torture e degli abusi in Libia. L’unica prospettiva sensata resta il lancio di una missione internazionale di soccorso umanitario. Prospettiva che non paga elettoralmente Interessa a qualcuno?
FULVIO VASSALLO

MINARE IN TUTTI I MODI L’AUTONOMIA
Lasciare morire persone in mare o nei lager, cancellare il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, sdoganare comportamenti razzisti … In realtà l’aggressione istituzionale all’accoglienza dei migranti si nutre sempre di più di un inganno è sottile: nell’impossibilità di precludere totalmente l’accoglienza (in virtù degli obblighi legislativi e costituzionali e dei trattati internazionali), sono costretto ad accoglierti: tuttavia, ti nego ogni possibilità, ti tengo qui, per un tempo infinito, finché non ti sfinisco. E se prendi un’iniziativa, rendo tutto complicato per scoraggiare la tua esigenza di autonomia… In questo scenario, chi tenta in basso di sperimentare un’idea diversa di accoglienza, ha a di sposizione uno strumento importante come l’arte per rispondere all’esigenza di un tempo diverso, quello per le cose apparentemente inutili eppure così vitali…
SARA FORCELLA
 

AVETE PRENOTATO?
Tredici splendidi laboratori sull’educazione interculturale proposti sabato 6 e domenica 7 ottobre nell’ex Cartiera di via Appia Antica a Roma: MIRAGGI MIGRANTI è promosso dalla Rete di Cooperazione Educativa, la redazione di Comune e l’Asilo Bosco Caffarella, all’interno del festival multidisciplinare Fabbrica di Roma ReAct. Ecco i titoli dei laboratori rivolti a insegnanti, educatori, operatori sociali e genitori: nell’articolo linkato notizie dettagliate, orari e informazioni per prenotare.
PROGRAMMA COMPLETO E INFORMAZIONI PER PRENOTARE

FUORI DALLA SCUOLA MURATA
Più o meno contemporaneamente alla pubblicazione del Manifesto dell’educazione diffusa (avete aderito?) è andato in stampa, per elèuthera, l’antologia “L’educazione incidentale” di Colin Ward, a cura di Francesco Codello. Per Ward ogni angolo della città è un’aula scolastica, ogni strada uno spazio di incontro e di sperimentazione di relazioni sociali diverse, ogni contesto urbano o rurale in cui viviamo è un luogo di apprendimento. La libertà della strada, la città come risorsa, il gioco come esperimento e protesta, l’adattamento degli ambienti, spiega in questa recensione l’architetto e dirigente scolastico Giuseppe Campagnoli sono alcuni elementi del Manifesto con una forte risonanza nel pensiero di Ward. Anche di questi temi si ragiona alla tavola rotonda “La scuola senza mura” domenica 7 ottobre
GIUSEPPE CAMPAGNOLI
 

BOLSONARO? #ELENÃO #ELENUNCA
Bolsonaro no, Bolsonaro mai. A pochi giorni dal voto presidenziale, sabato 29 settembre, in molte città di tutto il Brasile le donne occupano la scena per fermare l’avanzata di un candidato razzista e misogino tanto estremo da far impallidire Donald Trump e i suoi epigoni europei. Forte della strumentale propaganda inscenata con un grave (e sospetto) attentato che l’ha colpito, Jair Bolsonaro rischia di arrivare al ballottaggio contro Fernando Haddad, il candidato designato da Lula, ancora detenuto nelle carceri brasiliane, e dal Pt. La protesta delle donne del paese più importante del Sudamerica va ovviamente molto oltre le dinamiche delle forze politiche e del voto presidenziale. Si unisce così ai grandi movimenti continentali che, soprattutto in Argentina, hanno saputo risvegliare conflitti sociali e speranze da tempo sopite producendo risonanze per molti versi sorprendenti a livello planetario
LAURO BUROCCO
 

LO STATO DELLE COSE NEL MESSICO IN ROVINA
Il Messico è stato condotto per decenni letteralmente alla rovina. Oggi, perché i capitali finanziari realizzino profitti straordinari e si mantenga l’equilibrio macroeconomico che esige il FMI, gran parte della gente deve (e dovrà) lottare per la sopravvivenza. Milioni di persone sono dovute fuggire per andare a cercare di rifarsi una vita altrove. La corruzione e la violenza che devastano il paese non riguardano soltanto i vertici. Sono partite da lì, ma adesso investono la società intera. Si annidano anche nei comportamenti più semplici della vita quotidiana, perfino tra gli amici e gli innamorati. Sono ovunque e, come sempre, le più colpite sono le donne. È ormai impossibile distinguere fra il mondo del crimine e quello delle istituzioni, l a metà degli omicidi e dei casi di desaparecidos le chiamano direttamente in causa. Non ci sono opzioni chiare per uscire da questo disastro. Ce ne saranno ancor meno, però, se la nuova amministrazione di López Obrador riprenderà alcuni dei vizi peggiori del regime smantellato dopo 90 anni di PRI, come l’ossessione per la crescita economica o la pratica quotidiana della costruzione di lealtà verticali
GUSTAVO ESTEVA

NON SIAMO NATE PER ESSERE SPOSE NÉ MADRI
“Quando gli altri vi dicono che il compito di una madre è quello di prendersi cura dei propri figli, voi rispondete che è anche quello di un padre – scrive Penny, madre e insegnante – Il compito di una madre è quello di prendersi cura di se stessa per far felice anche i propri figli… Non siamo nate per essere dedite, nemmeno per sacrificarci, anche se è quello che vogliono farci credere. Siamo nate per essere felici. C’è una grossa differenza…”
PENNY

I’M NOT IN THE MENU
Sciopero, picchetti silenziosi, cortei. In dieci città statunitensi migliaia di lavoratrici di McDonald’s sono scese in strada non solo per gli aumenti salariali ma prima di tutto contro le molestie sessuali sul lavoro. Moltissime hanno sfilato con dei nastri di carta adesiva che attraversavano la bocca su cui avevano scritto #metoo. A sostenerle, l’associazione Fight for $15 (la richiesta di paga oraria minima), la Women’s March e altre. “I’m not in the menu”, Non sono nel menù, è stato lo slogan più utilizzato durante la straordinaria protesta: le lavoratrici non sono merce in vendita
LANFRANCO CAMINITI

APRITE LE PORTE
Un volantino, due tavolini, una lasagna, fave e cicoria. Arrivano i bambini, una nonna, due ragazzi. E il microfono. C’è chi alza muri e chiude porti, altri aprono porte e preparano bizzarre cene di condominio in cortile. Si mangia, si beve e si canta insieme. “I fumatori, più in là verso il portone, danno notizie ai passanti che chiedono se sia un compleanno e quando capiscono che è una riunione di condominio – racconta Claudio – chiedono se ci sono appartamenti in vendita…”. Sì, si possono ricomporre le relazioni sociali devastate dal mercato in tanti modi
CLAUDIO TOSI

DA GRANDI FAREMO… LA COPPIA PERFETTA
I bambini sono arrivati in quinta. Comincia l’ultimo anno, non si può non guardare al futuro. La maestra domanda agli alunni cosa vogliono fare da grandi. Quei due dell’ultimo banco a destra sono sempre un po’ strafottenti, loro si sono piaciuti subito, fin dal primissimo giorno di scuola, e sono diventati inseparabili, ma la cosa più sorprendente è che hanno le idee chiarissime su quel che vogliono diventare… Un racconto del nostro tempo di Alessandro Ghebreigziabiher
A. GHEBREIGZIABIHER

COME HANNO AVVELENATO L’ITALIA
Adesso servirebbero almeno 30 miliardi di euro per ripulire l’Italia dalle devastazioni ambientali prodotte nel Novecento dall’industrializzazione. Sono quelli che, forti di molti silenzi e sistematiche complicità, hanno sempre evitato di pagare le imprese per arginare e, laddove possibile, riparare i danni colossali prodotti dalla sete di profitti da realizzare con ogni mezzo possibile e a qualsiasi prezzo. “Mala terra”, di Marina Forti, racconta l’altra faccia di uno sviluppo che per quasi un secolo ha considerato blasfemo ogni tentativo di critica
LUCA MANES

LIBERIAMO LE CITTÀ DAL DEBITO
Gli effetti della trappola del debito e delle politiche di austerità sulle comunità territoriali sono sotto gli occhi di tutti. La funzione pubblica e sociale dei Comuni è profondamente messa in discussione, con sindaci e amministratori subalterni ai poteri forti della rendita immobiliare e finanziaria, ma pronti a dichiarare una guerra ai poveri chiamata “decoro”. C’è però chi dice di No: molte realtà di base hanno deciso di non sottostare a quella sorta di sacralità finanziaria “indiscutibile” e di avviare percorsi di valutazione indipendente sul debito locale, finalizzati alla riappropriazione della ricchezza sociale, dei beni comuni e di tutto ciò che alle comunità territoriali appartiene. Tutte queste realtà si da nno appuntamento a Napoli il 6 ottobre per un incontro nazionale
MARCO BERSANI

OCCUPAZIONE, DEBITO E MONETA TAMPONE
Un governo dipendente dai mercati, che può finanziare il proprio deficit solo chiedendo prestiti al sistema bancario e finanziario privato, con quali soldi può sostenere le misure che pensa necessarie a ridurre la povertà? Luciano Gallino proponeva la creazione di una moneta complementare sotto forma di certificati di credito fiscale. In pratica si tratterebbe di pagamenti da parte dello Stato con dei “pagherò” che, al momento della scadenza, vengono quietanzati non con la restituzione di euro, ma accettandoli come pagamento delle imposte dovute
FRANCESCO GESUALDI

VENEZIA, ESTRATTIVISMO E GIOCHI D’ACQUA
Gentrificazione (l’espulsione di fatto dei cittadini verso le periferie, per l’aumento degli affitti) e turistificazione (la trasformazione delle città storiche in parchi a tema ad uso esclusivo della filiera turistica e dei grandi capitali privati) non smettono di aggredire le grandi città. È la logica estrattiva, per dirla con Zibechi, applicata ai contesti urbani. “Venezia, delicata e fragile come un cristallo, non si salva – scrive Rebecca Rovoletto – La città si svuota del suo tessuto relazionale rigurgitando souvenir, fiumane di bipedi con videocamera ostruiscono calli e campi, giganteschi grattacieli crocieristici inquinano arie e acque, intaccando la morfologia laguna…”
REBECCA ROVOLETTO
 

RACCONTARE LA SOCIETÀ CHE CAMBIA
Un seminario di formazione a distanza sulla comunicazione sociale (giornalismo web, comunicati stampa, newsletter, campagne, uso dei social network…): “Raccontare la società che cambia” è nato da un’idea della redazione di Comune nell’ambito delle iniziative della Scuola del Sociale (Città metropolitana di Roma). La partecipazione alla prossima edizione del seminario on line è gratuita. Il seminario, della durata di trenta ore, include tre incontri in aula (6, 13 e 27 novembre 2018, dalle 9,30 alle 13.30 presso la Scuola del Sociale in via Cassia 472, a  Roma), il resto delle ore si svolge in FAD (formazione a distanza). Prenotazioni entro il 29 ottobre
R.C.

 

APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

3 OTTOBRE, NAPOLI. E TI CHIAMARON MATTA
Ascanio Celestini e Alessio Lega all’ex Opg occupato Je so’ pazzo

4 OTTOBRE, ROMA. ALESSANDRO PORTELLI: LA CITTÀ E LE SUE STORIE
“Grande come una città” incontra Portelli all’Aristofane

4 OTTOBRE, BOLOGNA. MERCATO DI CAMPI-APERTI @XM24
Mercato contadino biologico a km0 autogestito.

4/7 OTTOBRE. SABIRFEST. RIPARARE L’UMANO
Messina, Catania, Reggio Calabria: eventi per la cittadinanza mediterranea

6/7 OTTOBRE, ROMA. MIRAGGI MIGRANTI
13 laboratori sull’educazione interculturale per insegnanti e genitori. Prenotate

7 OTTOBRE – ROMA. LA SCUOLA SENZA MURA
Tavola rotonda promossa dalla redazione di Comune

 

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