“Da tempo andiamo denunciando l’imperialismo ‘di sinistra’ che lavora, su commissione, per diffondere, tra coloro che nel passato hanno espresso movimenti antimperialisti, posizioni ambigue in modo da favorire l’opera dei nostri avversari, cioè dei fautori delle guerre, ‘umanitarie’ o meno”.
L’imperialismo di sinistra e la guerra
[Qui] riportiamo la dichiarazione di Laura Boldrini in sede di commissione parlamentare per gli affari esteri, in cui esplicitamente si dichiara a favore dell’interventismo occidentale contro i paesi che esprimono posizioni difformi dal sistema, preteso superiore per democrazia e civiltà, degli USA e dei loro vassalli europei.
Da tempo andiamo denunciando l’imperialismo ‘di sinistra’ che lavora, su commissione, per diffondere, tra coloro che nel passato hanno espresso movimenti antimperialisti, posizioni ambigue in modo da favorire l’opera dei nostri avversari, cioè dei fautori delle guerre, ‘umanitarie’ o meno.
Inutile parlare del PD e dei suoi cespugli, di cui la Boldrini fa parte. Essi sono schierati da tempo con gli interventi militari USA e NATO e la Boldrini ne è un esempio. Un altro esempio è Nicola Fratoianni – quello che si è tanto sbracciato sulla Sea Watch – di cui riportiamo nella foto accanto un significativo tweet sulla Siria.
Ma non ci possiamo limitare a denunciare queste prese di posizione, che platealmente servono a rendere digeribili le guerre imperialiste per la gente normale. L’operazione imperialismo di sinistra va in profondità ed ha numerose e pervasive articolazioni.
Una di queste articolazioni sta senz’altro nell’universo preteso filantropico-assistenziale costituito dalle ONG (non tutte naturalmente, ma certo le più grosse e lautamente finanziate). Su questo argomento registriamo la buona opera di demistificazione e informazione di Sonia Savioli di cui segnaliamo [qui] il libro e la recente presentazione a Bologna.
Più in generale è stata seminata a piene mani e non trova resistenza adeguata – specialmente dopo il trionfo della controrivoluzione nell’Europa dell’est – l’ideologia della superiore responsabilità civilizzatrice dell’occidente. Responsibility to protct, ricordate, così avevano chiamato – senza vergogna – lo squartamento della Libia. Questa ideologia, che è anche il vero volto del razzismo oggi (altro che i buu negli stadi al calciatore negro di turno), ha il suo epicentro negli USA (il ‘paese indispensabile’) e una importante ramificazione in Israele (‘l’unica democrazia del Medio Oriente’!). Le forme sono nuove (diritti umani, ecc.) ma la sostanza non ha nulla da invidiare alla vecchia ideologia del colonialismo classico, portatore, si diceva, di civiltà. Solo che, nelle forme attuali, fa breccia più nelle anime (belle?) di sinistra che nella destra.
Ne offre un esempio Vittorio Feltri su Libero che con i più beceri argomenti del solito arsenale anticomunista conclude però e titola “Il Venezuela si arrangi per conto suo” [qui], trascurando per altro sanzioni e ingerenze destabilizzanti già in opera da molti anni. E Salvini? L’incarnazione, secondo i nostri sinistri, di tutte le tendenze al ritorno del fascismo, getta la maschera, come con Netanyahu, come con Bolsonaro, e si schiera risolutamente con i golpisti in Venezuela … insomma, come sul TAV, si allinea al PD e al Mattarella emulo di Napolitano, custode non della costituzione, ma del servilismo verso gli USA. Però la Lega al Parlamento europeo si astiene, insieme al M5S, e tra i contrari agli ultimatum europei non c’è solo l’Italia, ma anche il tanto deprecato Orban e con lui anche Romania, Bulgaria, Slovacchia. Che cosa sta succedendo nei paesi dell’est apparentemente più succubi degli americani? Qualcuno incomincia a sentire puzza di bruciato?
Intanto, con beata incoscienza, e sovrana indifferenza rispetto alla escalation bellica che potrebbe coinvolgere l’Europa (vedi la clamorosa indifferenza verso il ritiro USA dal trattato INF), media e partiti, servi stupidi ma ben remunerati, insieme all’adozione generalizzata del pensiero unico del turbo-capitalismo finanziario, si strattonano e accavallano per essere tra i primi a far da portavoce delle campagne martellanti di fake news e di guerra psicologica, con tanto di utilizzo militare degli amati “social”, che puntualmente accompagnano le azioni di guerra degli imperialisti, pardon della “comunità internazionale”.
Soltanto i 5Stelle tengono fermamente una posizione dignitosa, come sono costrette ad ammettere anche frange di estrema sinistra, abituate più che altro alle declamazioni inconcludenti e a salire in cattedra senza averne troppo titolo. Qualche anno fa abbiamo scritto “meno male che Grillo c’è” e non abbiamo avuto motivo di pentircene. Ma i 5Stelle sono sotto assedio da tutte le parti, dal PD e FI, dal partner di governo e dal presidente Mattarella. Servirebbe la sponda di un movimento non ideologico, ma che rimetta al centro la questione della pace, ma, a parte qualche lodevole iniziativa come a Milano e a Napoli e qualche coraggiosa fonte di informazione, siamo ben lontani dall’uscire dalla palude.
I fatti però hanno la testa dura. Il mondo non è come lo dipingono gli imperialisti di sinistra. La Siria ha resistito. Il Venezuela resiste. Hezbollah ha dimostrato che gli israeliani possono essere sconfitti quando non hanno di fronte gente inerme. Russia, Cina, Iran e molti altri paesi sanno che si devono difendere e si stanno attrezzando. Anche gli europei farebbero bene a farsi quattro conti di fronte al bellicismo USA e ai revival coloniali francesi e non solo. Già, i francesi: i Gilet Gialli hanno scritto nel loro programma in 24 punti: “Uscita immediata dalla NATO e divieto per l’esercito francese di partecipare a qualsiasi guerra di aggressione. Cessare il saccheggio delle risorse africane e le ingerenze politiche e militari. Restituire i soldi dei dittatori e dei beni saccheggiati ai loro popoli. Rimpatriare immediatamente tutti i soldati francesi. Porre fine al sistema del franco africano che mantiene l’Africa nella povertà. Stringere rapporti paritetici con gli Stati africani. Impedire i flussi migratori impossibili da accogliere e integrare visto la crisi di civilizzazione che stiamo vivendo”. E’ solo un inizio, ma promette bene.
I fanatici incendiari che guidano oggi le maggiori potenze occidentali sono un pericolo per il mondo intero. Prima riusciremo a diradare le nebbie che vengono utilizzate per nascondere il più a lungo possibile un fatto ormai eclatante e meglio sarà per tutti.
Aginform
6 febbraio 2019