Pool di donne alla Procura della Repubblica di Palermo per occuparsi dei reati di cui sono vittime gli animali

Comunicato stampa OIPA – 24 gennaio 2024

 

UN POOL DI DONNE A PALERMO CONTRO I REATI DI CUI SONO VITTIME GLI ANIMALI. OIPA: «ALTRE PROCURE SEGUANO L’ESEMPIO»

Le magistrate si occuperanno di un’ampia serie d’illeciti

È un pool di donne quello che è nato alla Procura della Repubblica di Palermo per occuparsi dei reati di cui sono vittime gli animali. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ringrazia il procuratore Maurizio de Lucia per la sensibilità dimostrata con questa sua iniziativa e auspica che altre Procure ne seguano l’esempio.

I quattro sostituti procuratori che fanno parte del gruppo di lavoro sono Clio Di Guardo, Giulia Falchi, Maria Forti e Federica Scuderi. Le magistrate, che verranno coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, si occuperanno di un’ampia serie d’illeciti riguardanti gli animali: dai combattimenti clandestini tra cani alla macellazione abusiva, dalle corse clandestine di cavalli al commercio abusivo di animali da compagnia, fino allo sfruttamento dei cavalli delle carrozze turistiche.

Le nomine arrivano a pochi giorni dall’interpello del procuratore capo pubblicato subito dopo la morte di Aron, il povero cane cui il suo stesso detentore ha dato fuoco nel capoluogo siciliano. A tal riguardo L’Oipa ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo per maltrattamento e uccisione di animali nei confronti dell’uomo. L’associazione si costituirà parte civile nel processo e il suo Ufficio legale ha inviato istanza al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, affinché emetta un’ordinanza interdittiva che vieti al soggetto nonché ai suoi familiari e ai suoi conviventi di detenere animali.

L’Oipa, nell’augurare buon lavoro al pool di Palermo, si rende disponibile per supportare questo prezioso lavoro.

«Aspettiamo un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, come promesso da diverse parti politiche», dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Soggetti che incrudeliscono contro gli animali sono soggetti pericolosi che possono tranquillamente passare dall’animale all’uomo. L’ordinamento dovrebbe considerare anche questo».

 

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