Ma com’è che nessuna TV ha ancora raccontato che i 120 milioni di euro stanziati dall’Italia per armamenti e paghe per i mercenari sono, in gran parte, già andati in fumo? Ci riferiamo alla distruzione, ad opera di missili russi, della base militare di Yavoriv, in Ucraina a circa 25 chilometri dal confine con la Polonia, che ospitava il “Centro internazionale di mantenimento della pace e della sicurezza” dove in questi giorni venivano stipati armamenti provenienti dall’Occidente e dove si stavano addestrando i “volontari stranieri” (180 di questi sarebbe morti secondo fonti della Federazione russa) tra i quali Jihadisti già utilizzati dal governo di Kiev nella guerra alle popolazioni del Donbass (15.000 morti in otto anni).
In compenso, dilagano a reti unificate, sbalorditive “notizie”, come quella delle “bestie di Putin” che giocano a calcio con le teste di bambini ucraini appena violentati e poi decapitati, diffusa da Andrea Margelletti; una colossale fake news che quasi fa impallidire quella dei “soldati tedeschi che mozzano le mani ai bambini in Belgio” con la quale si riuscì a trascinare l’Italia nella Prima guerra mondiale. O la “morte della donna e del bambino che aveva in pancia” ripresa in un video-sceneggiata organizzata per far dimenticare la bufala del bombardamento dell’’ospedale pediatrico” di Mariupol. O gli “incessanti bombardamenti” su Kiev, “attestati” sempre dalle stesse immagini di due edifici (verosimilmente di civili abitazioni) in fiamme.
Intanto Open, Tempio del fact checking, davanti all’evidenza del missile Tochka-U usato esclusivamente dall’esercito ucraino e che ha ucciso 23 persone a Donetsk (controllata dalle truppe russe) suggerisce una possibile “spiegazione”: o è stato usato dai russi, verosimilmente per depistare, o il missile era fuori rotta perché già colpito dalla contraerea russa. In ogni caso, è sempre colpa dei Russi.
Francesco Santoianni
16/03/2022