Andrew Korybko – 12/12/2022
Ecco l’intervista che Andrew Korybko ha recentemente rilasciato al quotidiano iraniano Kayhan, riportata dal Teheran Times.
1. Conferma che i recenti disordini verificatisi in Iran sono collegati alla guerra ibrida?
Sì, gli ultimi eventi sono stati il risultato di forze esterne che hanno esacerbato le linee di frattura preesistenti all’interno della società iraniana allo scopo di catalizzare scontri di strada tra civili e servizi di sicurezza. Alcuni partecipanti sono stati fuorviati dalle narrazioni della guerra dell’informazione straniera, mentre alcuni di loro si coordinano direttamente con i servizi di intelligence ostili. Lo scopo di queste provocazioni era quello di mettere in moto un ciclo autosufficiente di destabilizzazione causato dagli attacchi contro i servizi di sicurezza.
2. Disordini interni e operazioni terroristiche si sono verificati simultaneamente durante l’ultimo mese in Iran. Come potrebbero questi due strumenti essere interpretati come parti della guerra ibrida?
La guerra ibrida può essere concettualizzata in modi diversi, ma il modello pionieristico in Siria, Ucraina e Libia è di proteste armate (rivoluzioni colorate) che si evolvono in campagne terroristiche (guerra non convenzionale). Questa transizione è guidata da forze straniere attraverso una combinazione di guerra dell’informazione e dei loro servizi di intelligence. Provocare scontri con i servizi di sicurezza ha lo scopo di fabbricare artificialmente la percezione di “democrazia contro dittatura” al fine di giustificare il terrorismo come risultato.
3. Quali sono le caratteristiche principali della guerra ibrida contro la Repubblica islamica dell’Iran?
La guerra dell’informazione e le sanzioni hanno esacerbato le linee di frattura preesistenti nella società generando più sentimenti antigovernativi, dopo di che un evento scatenante (in questo caso la morte inaspettata di un individuo detenuto a causa di un incidente medico) è stato sfruttato per mettere in moto la destabilizzazione prepianificata. I guerrieri ibridi nello stato preso di mira e all’estero hanno poi collaborato per fabbricare false percezioni sulle dinamiche sul terreno al fine di giustificare campagne terroristiche prepianificate.
4. Chi ci guadagna dal condurre guerre ibride in diversi paesi?
Gli Stati Uniti sono i maestri praticanti della guerra ibrida, avendo perfezionato questi metodi sovversivi nel corso dei decenni e soprattutto dall’inizio del secolo. Il suo mondo accademico, gli esperti, i servizi di intelligence, i media e i responsabili politici studiano attentamente le società prese di mira al fine di identificare le linee di faglia preesistenti che poi cospirano per esacerbare esternamente attraverso la guerra dell’informazione, le sanzioni e il terrorismo. Lo scopo è quello di provocare un conflitto civile al fine di dividere e governare il paese preso di mira in seguito.
5. C’è qualche relazione tra Hybrid Warfare e Color Revolutions?
Le rivoluzioni colorate, o proteste con armi esterne, sono una forma di guerra ibrida che spesso precede la seconda destabilizzazione prepianificata del terrorismo (guerra non convenzionale). Il primo ha lo scopo di fabbricare artificialmente la falsa percezione di “democrazia contro dittatura” per poi giustificare tutte le forme di violenza anti-statale. Queste azioni illegali sono spiegate dai media mainstream occidentali guidati dagli Stati Uniti al resto del mondo come “la reazione disperata dei combattenti democratici per la libertà”.
Il Teheran Times ha riportato l’intervista con Kayhan nella loro recensione dei media iraniani qui.