[nuovoPCI] Mobilitazione e azione – Le masse popolari hanno la forza per impedire le operazioni militari

Comunicato CC 10/2023 – 5 maggio 2023

 

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Il 9 maggio celebriamo il 78° anniversario della vittoria dell’Armata Rossa sovietica diretta dal partito comunista capeggiato da Stalin, contro l’aggressione nazifascista promossa dalle potenze e dai gruppi imperialisti di tutto il mondo. Tiriamone lezioni per fare avanzare nel nostro paese la seconda ondata della rivoluzione socialista!

Il governo Meloni non è la rinascita del fascismo in Italia!
Il governo Meloni è solo la miserabile versione italiana della distruzione delle condizioni dell’esistenza della specie umana che la borghesia imperialista sta compiendo in tutto il mondo!

Un secolo fa il fascismo di Mussolini fu l’operazione politica con la quale nel nostro paese la borghesia e il clero soffocarono la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, approfittando dei limiti dei socialisti dell’epoca che, nonostante il grande prestigio di cui godevano e la spinta impressa dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre in Russia, non osavano mettersi alla testa della guerra popolare rivoluzionaria che avrebbe instaurato il socialismo in Italia e favorito la rivoluzione socialista nel resto d’Europa. Mussolini fece scuola non solo a Hitler, ma ai reazionari e agli avventurieri di tutti i paesi imperialisti. W. Churchill scriveva a Mussolini: “Se fossi in Italia, io sarei con voi”. F. D. Roosevelt mandava i suoi ministri a Roma a imparare dai fascisti quello che era applicabile negli USA contro le masse popolari americane.

Il governo Meloni invece non fa che proseguire, servile al protettorato USA instaurato nel 1949 con la NATO e rafforzato con il Trattato di Maastricht del 1992, nell’attuazione dell’Agenda Draghi. Questa è l’espressione programmatica dell’opera compiuta dai 37 governi delle Larghe Intese che negli ultimi quarantacinque anni si sono succeduti in Italia. La partecipazione alla guerra USA-NATO contro la Federazione Russa in Ucraina e paesi limitrofi e contro la Repubblica Popolare Cinese nello stretto di Taiwan e dintorni è la sintesi della sua linea, solo che ora sempre più i suoi mandanti USA-NATO litigano tra loro e i partiti delle Larghe Intese si azzuffano. Il modo di produzione capitalista già per sua natura metteva non solo un capitalista contro l’altro, ma addirittura ogni individuo e gruppo sociale l’uno contro l’altro. Ancora più questo avviene da quando la sovrapproduzione assoluta di capitale riduce la parte del capitale che i capitalisti possono impiegare con profitto nella produzione di merci.

Gli esponenti dell’antifascismo padronale (capitalisti, prelati e loro funzionari, agenti e uomini politici che si professano antifascisti per approfittare dell’antifascismo delle masse popolari) denunciano a gran voce le misure antipopolari del governo Meloni: ma queste se non sono esattamente le stesse, sono in linea con le misure che loro stessi hanno introdotto e praticato, litigando e collaborando tra loro e servendo rispettosi le direttive di Washington. Con la novità che i gruppi imperialisti USA sono sempre più divisi tra loro su cosa fare, dato che nel mondo la loro forza economica e politica è via via minore e che la distruzione della Terra e l’inquinamento di aria, acqua, mare, terreno e cibo crescono e coinvolgono sempre più anche i singoli membri delle classi dominanti. L’abbrutimento delle menti e dei cuori e la mistificazione delle informazioni, delle idee e dei sentimenti ostacolano la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, ma sono sempre meno efficaci ai fini della governabilità del corso delle cose.

Per i gruppi imperialisti USA, sionisti, europei e i loro satelliti la guerra è indispensabile per mantenere il loro dominio sull’umanità e inoltre con la produzione di armi e altri congegni militari alcuni di essi sopravanzano altri e accumulano enormi profitti. Il turismo, gli spettacoli, le grandi opere pubbliche (inutili quando non addirittura nocive) e la privatizzazione dei servizi pubblici non bastano. Non compensano lo smantellamento dell’apparato produttivo di beni, l’eliminazione delle industrie pubbliche (IRI, ecc.) e la delocalizzazione delle aziende, il lavoro precario (contratti a termine, voucher, lavoro in nero e affini), l’eliminazione del reddito di cittadinanza, la riduzione dei salari reali e della validità dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Non compensano l’eliminazione delle conquiste che le masse popolari dei paesi imperialisti avevano strappato nel secondo dopoguerra, nel periodo 1945-1976 del “capitalismo dal volto umano” a cui la borghesia dovette rassegnarsi per far fronte alla vittoria dell’Unione Sovietica: istruzione, statuto dei lavoratori e giusta causa nei licenziamenti, scala mobile contro l’inflazione, servizio sanitario nazionale, pensioni e assistenza agli anziani e agli invalidi, istituti a favore della maternità e dell’infanzia.

Le masse popolari hanno la forza per impedire le operazioni militari: la useranno e acquisiranno più fiducia in se stesse man mano che vedranno gli effetti delle prime loro operazioni contro la partecipazione alla guerra. Ai loro esponenti d’avanguardia spetta il compito di mostrarli.

Porre fine alla partecipazione dell’Italia alla guerra scatenata da USA-NATO comporta:

– denunciare capillarmente con scritte murali, con locandine e volantini, nel social network ogni base militare, agenzia e installazione NATO e USA, ogni servitù e operazione militare: che la presenza di ognuna di esse risalti in ogni località più ancora di quanto risalta la presenza di una chiesa e di una stazione ferroviaria ;

– promuovere manifestazioni stradali e picchetti contro la partecipazione alla guerra e contro ogni singola operazione in cui la partecipazione si concretizza;

– bloccare e sabotare l’invio e il trasporto di armi verso l’Ucraina, ogni convoglio ferroviario e stradale e ogni caricamento di navi: generalizzare l’esempio dato dal Comitato Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova contro l’invio di armi dai porti italiani;

– fare agitazione contro la partecipazione dell’Italia alla guerra USA-NATO in ogni istanza delle forze armate italiane e delle forze dell’ordine.

Compito di noi comunisti e di tutti quelli che sono realmente e onestamente contro la partecipazione dell’Italia alla guerra, è mobilitare e organizzare le masse popolari a impedire ogni operazione militare.

Chiunque ha prestigio e autorità e non mobilita contro la guerra quelli che hanno fiducia in lui, è complice dei promotori della guerra: se parla contro la guerra scatenata da USA e NATO, lo fa principalmente per approfittare delle masse popolari, perché le masse popolari sono contro la guerra USA e NATO.

La borghesia imperialista fa di tutto per impedire che il partito comunista cresca.

Non è un caso che nei paesi imperialisti è difficile essere dirigenti comunisti. La borghesia a una persona che ha le doti personali necessarie per essere dirigenti e ha avuto la formazione necessaria per esserlo, apre strade ben remunerate e socialmente stimate. Oggi molti sono quelli che si rendono conto che l’umanità va alla rovina, molti di meno sono quelli che sono consapevoli che esiste ed è praticabile una strada diversa dal lasciarla andare in rovina (“io spero che me la cavo!”) e ancora di meno sono quelli che ci si mettono a farle cambiare strada.

Ma porre fine alla guerra è possibile. A noi comunisti spetta il compito di scoprire e indicare la via e mobilitare e organizzare a percorrerla. Dato che “nessuno nasce imparato”, abbiamo limiti e facciamo errori. I nostri limiti ed errori servono di pretesto a tutti quelli che non vogliono impegnarsi e a quelli che disertano. Ma il fatto è che nessuno dei disertori ha tracciato e seguito una strada migliore, nessuno è andato più avanti. Questo è un fatto.

Non c’è una strada migliore di quella che noi seguiamo? Certo che c’è: è quella che troviamo e tracciamo correggendo gli errori e superando i limiti ogni volta che li scopriamo. È così che gli uomini convinti che arrivare in cima all’Everest era possibile e decisi ad arrivarci, ci sono arrivati!

Apprendere, assimilare, applicare la concezione comunista del mondo!
Sta a noi comunisti promuovere la guerra popolare rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari fino a instaurare il socialismo
Combattere la sfiducia nelle nostre forze e la rassegnazione!
Fare di ogni lotta una scuola di comunismo, superando l’economicismo e l’elettoralismo!
Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!

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