L’ultimo pacchetto di sanzioni anti-russe dell’UE ucciderebbe la competitività delle sue stesse aziende tecnologiche

Andrew Korybko – 27/11/2023

L’ultimo piano di sanzioni anti-russe dell’UE ucciderebbe la competitività delle sue stesse aziende tecnologiche

 

Bloomberg ha riferito sabato che “alcune nazioni dell’UE spingono per indebolire il piano di applicazione delle sanzioni alla Russia“. Bruxelles ha proposto di costringere le aziende al di fuori del blocco che acquistano “articoli ad alta priorità” come i semiconduttori a depositare prima una somma in un conto vincolato. Se si presume che abbiano rivenduto questi articoli alla Russia, perderanno il loro contratto e almeno la metà del denaro depositato andrà in Ucraina. Secondo Bloomberg, “gli inviati diplomatici di un gruppo di grandi Stati membri” non sono contenti.

Temono che questa proposta sia impraticabile e che equivarrebbe a uccidere la competitività delle aziende tecnologiche dell’UE, dal momento che i clienti potrebbero farsi beffe di dover fare tutti questi salti mortali e potrebbero invece preferire fare accordi senza vincoli con la Cina. Anche le loro preoccupazioni sono ragionevoli, dal momento che chiunque faccia affari con quelle aziende tecnologiche dell’UE si offrirebbe essenzialmente volontario per consentire al blocco di spiare le loro attività al fine di monitorare il rispetto extraterritoriale delle sue sanzioni.

Pochi in tutto il mondo si sentirebbero a proprio agio con questi termini, per non parlare dello scenario di perdere l’importo che sarebbero costretti a depositare per fare affari con quelle società se fossero semplicemente accusate di aver violato le sanzioni senza nemmeno andare in tribunale per questo, il che non può essere escluso. Ha quindi senso “restringere l’ambito delle potenziali clausole e l’elenco dei beni che sarebbero coperti dalla misura proposta”, come Bloomberg ha riferito che gli inviati vogliono fare.

I paesi baltici e gli altri paesi che l’outlet ha affermato essere a favore del mantenimento dei termini originali non hanno intenzione di perdere la quota di mercato redditizia che fanno i “grandi stati membri” dal momento che non costruiscono semiconduttori e altri “articoli ad alta priorità”. I loro interessi sono esclusivamente quelli di limitare l’accesso della Russia a tutti i costi, compresi quelli autoinflitti che rischiano di cedere la quota di mercato del blocco alla Cina. Basti dire che solo gli ideologi “si taglierebbero il naso per fare dispetto alla loro faccia”, per così dire.

A dire il vero, le stesse sanzioni anti-russe equivalevano proprio a una politica autodistruttiva, ma gli ideologi del blocco sono meno in voga al giorno d’oggi dopo che è diventato impossibile negare che l’economia russa stia effettivamente crescendo, a differenza di quella di molti membri dell’UE. Di conseguenza, c’è una possibilità credibile che i “grandi Stati membri” possano far passare con successo le riforme che si dice propongano, ma anche questo non può essere dato per scontato dal momento che gli ideologi hanno ancora una certa influenza sui circoli politici influenti.

 

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