Il Museo Storico della Liberazione di Roma rimane aperto nonostante il ministro Sangiuliano

Paola Baiocchi – L’Unità 2 – 05/01/2024

IL MUSEO STORICO DELLA LIBERAZIONE APRE NONOSTANTE IL MINISTRO SANGIULIANO – l’Unità2 (unita2.org)

 

Il Museo storico della Liberazione è in via Tasso 145 a Roma, in quell’edificio che durante l’occupazione nazifascista di Roma fu sede del Comando del Servizio di Sicurezza delle SS e carcere nazista, sotto la guida del colonnello Herbert Kappler.

È un museo del tutto particolare, in quanto è esso stesso documento storico, dal momento che al suo interno avvennero alcuni degli episodi più tragici della Resistenza romana. In questo anonimo edificio vennero segregati, torturati e uccisi donne e uomini antifascisti, che trovarono la morte anche alle Fosse Ardeatine.

I suoi muri ancora raccontano le sofferenze che qui hanno patito, nei nove mesi di occupazione, 2.000 prigionieri, di cui 400 donne.

Il Museo è visitato ogni anno da migliaia di cittadini, studenti e scolaresche. E’ un centro di ricerca e consultazione, grazie al suo archivio. Eppure dal 20 dicembre scorso il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel suo mirabolante giro di presentazioni di scoperte archeologiche di cui non ha nessun merito, inaugurazioni di mostre su Tolkien, ospitate alla Scala, libri su Giovanni Gentile, non ha ancora trovato il tempo di rinnovare l’incarico del presidente e del comitato direttivo, lasciando l’istituzione culturale senza vertici. Dando il segno di voler impedire che circoli l’informazione su cosa ha voluto dire il nazifascismo.

Con senso del dovere il prof. Antonio Parisella, ordinario di Storia contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Parma e presidente del Museo della Liberazione dal 2001, sotto la sua personale responsabilità ha deciso di non consegnare le chiavi e di garantire l’apertura del Museo, per non interrompere un servizio pubblico così prezioso. Compiendo un gesto di rispetto della Costituzione e di ribellione civile che si dovrebbe estendere a tutta la cittadinanza, oggi troppo passiva.

 

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