L’Europa si prepara per nuovi e-venti di guerra

Gianfranco Uccheddu – 09/02/2024

L’EUROPA SI PREPARA PER NUOVI E-VENTI DI GUERRA. – News Academy Italia

 

Tutti i protagonisti occidentali coinvolti nel conflitto, soprattutto Europa, USA e Ucraina, descrivono un’unica soluzione possibile: la vittoria dell’Ucraina sulla Russia.

I Paesi coinvolti in modo indiretto sono circa 50, gran parte della NATO e prevalentemente occidentali, sono espressione del protettorato del mondo anglosassone.

In questo contesto internazionale la parola “perdere” non viene contemplata nello scenario finale, sarebbe uno smacco troppo umiliante, per la NATO e le “super potenze” coinvolte, considerato, tra l’altro, che si tratta di una partita impari: 50 Paesi contro 1 la Russia.

E allora eccoci qua, in questi ultimi mesi, dopo la fallimentare controffensiva Ucraina, da più autorevoli parti (dei perdenti), si sentono proposte strabilianti, spesso senza senso, nel vano tentativo di non far emergere la palese sconfitta.

Ammetterlo non sarebbe una tragedia immane, come molti pensano, ma sarebbe un gran risultato se la si considera volta a non sacrificare più vite umane sull’altare dell’egemonia anglosassone. Il potere decisionale non è più in seno alla politica, ridotta ad una mascherata dedita a una mera obbedienza all’élite, ciò che risalta come soluzione finale è il “congelamento” del conflitto, una soluzione temporanea, molto vaga e senza proposte serie su cui fare riferimento per comprendere cosa significhi.

Per ora, per intuire cosa ci aspetta il prossimo futuro, possiamo trarre spunto dalla storia recente.

Più volte timidamente annunciato, il “congelamento” è finalizzato a prender tempo e consentire la riorganizzazione delle forze in campo.

Secondo i geni militari e politici occidentali, i quali fino ad oggi non ne hanno azzeccata una, con questo provvedimento, si potrebbero rovesciare le sorti finali del conflitto, ovviamente nel frattempo bisogna mostrare i muscoli alla Russia con mastodontiche esercitazioni e grandi dichiarazioni sulla unità di azioni, economiche e militari, volte ad impedire a Putin anche il solo pensiero di poter invadere l’Europa. Nel frattempo in Europa e negli USA è ripartita la corsa agli armamenti e al ripristino ed efficientamento degli arsenali.

Sembrerebbe quindi si parli di Pace ma soffiano, come al solito, venti di guerra più forti che mai.

L’esplosione economica dell’industria bellica, per almeno i prossimi 5 anni, è il primo grande risultato già raggiunto.

Mentre in Europa vengono negati aiuti ai lavoratori europei anche se solo per una manciata di milioni di euro, ecco che dal cilindro magico dei 27 Paesi fuoriescono 50 miliardi di euro reiterati per i prossimi quattro anni, i nostri governanti, hanno concordato un sostegno creditizio a lungo termine per Kiev.

Non stiamo parlando di un aiuto “una tantum”, ma di un sostegno determinante e costante per il mantenimento del Paese e della macchina da guerra contro la Russia, un impegno politico e delle finanze europee da considerare, come arco temporale, a lungo termine e, per questa ragione, una pericolosa condizione incentivante delle probabilità di estensione del conflitto ad altri Paesi europei.

Di questi “aiuti” solo 17 miliardi di euro dell’importo totale sono sovvenzioni, il resto, 33 miliardi, sono prestiti che dovranno essere rimborsati, attraverso una terapia di riforme legislative e nuove tasse, dalla popolazione Ucraina che sopravvivrà al conflitto.

Per ora, fino al 1° febbraio 2024, sono pervenuti solo 389,8 milioni di dollari, come piccolo “aiutino” dal Giappone, altri 300 milioni di dollari sono arrivati da un prestito del Fondo Monetario Internazionale, 6 miliardi dal governo tedesco che ha, nel frattempo, rifiutato 900 milioni di euro di aiuti agli agricoltori in rivolta.

Come da tradizione Ucraina, una parte verrà divorata dalle “esigenze” necessarie ai canali dell’endemica corruzione di Kiev, vi ricordo che, tenendo in considerazione solo il 2022, Il presidente Zelensky ha visto crescere il suo capitale personale da 600 milioni ad 1 miliardo e mezzo di dollari.

Oggi, l’unico risultato certo del conflitto è che l’Ucraina è uno dei paesi più indebitati al mondo e, anche senza tener conto degli imminenti pagamenti del debito, il deficit di bilancio ammonta a circa 35 miliardi di euro ed è in continua crescita, per cui le quote europee saranno in grado di coprire solo una parte dei bisogni del Paese.
Fino ad oggi sono stati attuati provvedimenti finalizzati ad accrescere capitali stranieri, come ad esempio la vendita di asset dello Stato, incluse aziende strategiche e opere d’arte, svendute all’occidente famelico a prezzi stracciati, come la vendita delle fertili terre e rami vitali dell’industria del Paese a varie multinazionali e fondi quali BlackRock.
Per coprire le spese, ma anche per cercare fonti di finanziamento alternativi alla copertura dei debiti, si incomincia a parlare di tariffe sull’energia elettrica raddoppiate, misure di ripiego e altre come questa per i cittadini ucraini contribuiscono a rendere ancora più difficile sperare ad un ritorno a quella “normalità” della quale ormai si hanno solo ricordi.

Una fase storica che abbiamo già visto nel passato con quanto accadde dopo la firma del trattato di Minsk nel 2015, stipulato solo per prendere tempo ai fini del ripristino degli armamenti e fortificazioni necessarie al conflitto avviato nel febbraio 2022, anche oggi come allora è in atto una riorganizzazione del sistema bellico Europeo che entro 4/7 anni potrebbe assumere un ruolo da protagonista in questo conflitto contro la Russia, già risuona l’eco delle forze politiche europee che chiedono un maggiore coinvolgimento militare dell’Europa al grido di allarme: “se l’Ucraina perde, Putin invaderà l’Europa!”, questa prossima volta andremo incontro ad una nuova catastrofe militare ed economica della vecchia Europa?

Gli scongiuri non sono mai abbastanza ma anche da parte politica non si riscontrano azioni volte a spezzare questo servilismo dei governanti spinto dal vento della corruzione. Se nei mesi scorsi qualcuno presupponeva seriamente che i finanziamenti all’Ucraina sarebbero terminati così bruscamente e quindi avrebbero spento il conflitto, oggi dovrebbe riconoscere di esser stato un ingenuo.

Lo stanziamento degli aiuti economici europei non è quindi una soluzione da considerarsi provvisoria e tantomeno definitiva, alle condizioni attuali la Russia è invincibile, inoltre Kiev ha ancora bisogno delle quote americane soprattutto per la fornitura di armi e munizioni.

Le prossime elezioni negli Stati Uniti vincolano l’Europa a sopperire ciò che la probabile prossima presidenza Trump andrà ad attenuare in termini monetari ma, attenzione, non militari.

Gli Stati Uniti hanno già programmato diverse trance di aiuti in armi pronte per essere inviate al governo di Kiev.

Anche l’Italia in questo marasma internazionale interpreta la sua parte

Come ricordato dal portavoce del Ministero degli Esteri russo M.V. Zakharova, il 31 gennaio 2024, “Il 7 febbraio 2024 è stato il centenario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Federazione Russa (allora URSS) e la Repubblica Italiana.
Le relazioni russo-italiane sono tradizionalmente caratterizzate da una storia secolare, da un patrimonio culturale e spirituale comune straordinariamente ricco, da esperienze di cooperazione di successo in vari campi e dal capitale di fiducia reciproca accumulato nel corso di decenni.
L’Italia fino a poco tempo fa era uno dei partner più importanti della Russia in Europa.

Dall’avvio dell’operazione militare speciale il 24 febbraio 2022, l’Italia, seguendo obbedientemente gli approcci comuni dell’UE e degli atlantisti, e di fatto, su ordine di Washington , ha scelto la linea del duro confronto con il nostro Paese.
In un’intervista, il Ministro della Difesa italiano G. Crosetto, ha detto che gli italiani in termini di portata, entità e volume dell’assistenza fornita al regime di Kiev, non sono solo tra i primi cinque, ma letteralmente nelle prime posizioni, quasi al secondo posto.”

Anche in ambito Europeo sono innumerevoli le varie iniziative volte a creare allarmismo e imponente riarmo per l’imminente invasione Russa.

Le dichiarazioni del segretario della Difesa britannico Shapps sono anch’esse indirizzate verso questo orizzonte: “Il Regno Unito apprende con favore che i nostri partner europei si uniscano a noi nell’impegno ad aumentare i finanziamenti per l’Ucraina. Il mondo non può permettersi la vittoria di Putin, (…) il prezzo sarà inimmaginabile.

Sempre più spesso il tema del confronto con la Russia emerge nelle dichiarazioni dei relatori occidentali in caso di completa sconfitta dell’Ucraina nel distretto militare settentrionale. Allo stesso tempo, un possibile scontro assume talvolta la forma grottesca di una “marcia di orde asiatiche sulla Manica”, che sembra così folle che non se ne vuole nemmeno discutere.

Ma resta il fatto che in Europa ormai tutti fanno previsioni allarmistiche. Naturalmente, tutto ciò è sostanzialmente un tentativo per estorcere più denaro per sostenere il complesso europeo militare, industriale e concordare nuove tranche per Kiev.

Troppi in Europa credono che verremo invasi dalle “orde russe”.

La stessa Polonia in rapida militarizzazione avrà molto presto forze armate abbastanza adeguate, lo zampino della NATO e un esercito riorganizzato con tecnologie militari moderne provocheranno ulteriori stimoli a sperimentarle.

Una revisione della politica di difesa dell’UE è inevitabilmente in atto e le prossime elezioni negli USA lo impongono.

Come affermato in un editoriale del Wall Street Journal: “I funzionari europei hanno cambiato la loro visione del conflitto ucraino da una crociata morale a una lotta per l’autoconservazione”. Questa autoconservazione sfocerà naturalmente in un conflitto che sarà evitabile solo se la politica si sveglierà da questa velenosa ipnosi indotta dagli anglossassoni affetti da paranoia egemonica.

È in corso un processo anti-russo, volto alla distruzione ad ogni costo.

In questi ultimi due anni, per la Russia, nulla è cambiato, ora però è costretta a vincere dai nostri stessi governati senza scrupoli i quali fino ad oggi hanno sbagliato tutto e ai quali non interessa affatto la Pace dei Popoli che governano.

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