[Rete Ambientalista] 2024. Solvay: o vi tenete i Pfas oppure licenzio

Rassegna 05/04/2024

Per lo Speciale Pfas precedente  clicca qui  https://www.edocr.com/v/2olknenm/bajamatase/speciale-pfas

2024. Solvay: o vi tenete i Pfas oppure licenzio.

Solvay ha dettato a Cisl e Uil un comunicato stampa che traduciamo dal sindacalese. Solvay (Cisl Uil) è “sempre più preoccupata a fronte delle notizie che circolano in merito al futuro dello stabilimento”. C’è, infatti, un vasto fronte che va dal comitato che sic et simpliciter chiede la chiusura dell’intera fabbrica di Spinetta Marengo, all’associazione che chiede al sindaco di fermare determinate produzioni inquinanti, alle associazioni che in particolare  chiedono la messa al bando dei PFAS e il monitoraggio di massa del sangue di lavoratori e cittadini. Sullo sfondo preoccupano un nuovo processo penale e azioni di risarcimento collettive. Se questo fronte non viene frenato: Solvay minaccia “possibili ricadute occupazionali”.

Il ricatto occupazionale fa sempre effetto sull’opinione pubblica, ma deve servire ad armare e consolidare le complicità delle istituzioni pubbliche. Di questo sono preposte ad occuparsi  Cisl e Uil nei confronti della politica di  centrosinistra: il sindaco di Alessandria, e di centrodestra: il presidente della Provincia. Nei due incontri, Solvay non ha dubbi che troveranno una posizione all’unisono: “Siamo certi che sia possibile ottenere questo risultato con un impegno corale e armonico da parte delle istanze territoriali”. Non ha dubbi che sindacati  e politici coram populi  apprezzeranno che “l’azienda stia gradualmente eliminando l’utilizzo di tali sostanze” e che dunque disprezzeranno lo stop accelerato di comitati e associazioni “che rischia di impedire gli investimenti necessari per la salvaguardia produttiva e occupazionale”. O mangi la minestra della salute o salti dalla finestra dei licenziamenti. Occupazione oggi, salute domani. Profitti sempre.

Nel comunicato dettato a Cisl Uil, Solvay  sciorina 1.900 lavoratori a rischio tra le unità di produzione di Spinetta e di ricerca a Bollate, presentando così i Pfas come la molecola costitutiva dell’intera catena degli impianti: mai definitivamente eliminabili ma sostituibili periodicamente  con Pfas sempre più “innocui”, ovvero “meno nocivi”:  dall’innocuo Pfoa… infine sicuramente cancerogeno , fino all’odierno innocuo C6O4  cancerogeno… ma meno. E chi meglio di Cisl e Uil garantiscono? Rileggiamoci nel 2020: “Solvay manda all’attacco Cisl e Uil per l’autorizzazione del pfas C6O4” https://www.rete-ambientalista.it/2020/07/07/solvay-manda-allattacco-cisl-e-uil-per-lautorizzazione-del-pfas-c6o4/

2020. Solvay manda all’attacco Cisl e Uil per l’autorizzazione del pfas C6O4.

Stefano Bigini e Andrea Diotto imputati 2024.

 

Comitato Stop Solvay, Movimento Maccacaro, Legambiente, all’attacco contro il pfas C6O4? Massiccia la controffensiva della Solvay. Parte da Bruxelles, dalla amministratore delegato Ilham Kadri. Si dia da fare con quello che guadagna, è il primo che rischia di saltare, il direttore di Spinetta Marengo, Andrea Diotto, il quale infatti si sta sbracciando sui mass media. Presso i quali le compiacenze sono sempre enormi, ma ormai deboli di credibilità. Dunque butti nella mischia i sindacati. Agli ordini: Cisl e Uil chiedono un incontro urgente con Regione Piemonte e Comune di Alessandria affinchè “convincano” la Provincia a rilasciare nuova autorizzazione AIA di uso e vendita del tossico e cancerogeno C6O4, malgrado stia già dilagando nel sangue, nelle falde, negli acquedotti. 

Di norma, con i politici, sarebbe come sfondare una porta aperta, però nel frangente storico ci sono di traverso i Movimenti in piazza. La complicità di Cisl e Uil è assicurata: già nel 2002 stopparono la Cgil che denunciava, addirittura con un pubblico volantino, il tossico e cancerogeno Pfoa fratello gemello del C6O4. La Cgil, tirata per le orecchie dal direttore Stefano Bigini, annodò la coda in mezzo alle gambe e per altri anni il Pfoa avvelenò finchè bloccato dagli esposti di Lino Balza.

Il messaggio ricattatorio che Cisl e Uil oggi trasmettono tramite i giornali compiacenti è un eufemismo sonoro: senza AIA, senza C6O4, la fabbrica di Spinetta Marengo chiude, anzi… la multinazionale belga se ne va dall’Italia, ovvero “ll No Aia rischia di modificare le scelte industriali che il gruppo Solvay può assumere nei confronti del sito e del gruppo stesso a livello nazionale”. Il messaggio  terroristico è ridicolo dal punto di vista imprenditoriale, infatti ad Solvay affida la barzelletta a Diotto e Diotto ai sindacati: senza C6O4 l’ azienda è costretta a cessare  le produzioni di  fluoro-polimeri. 

Il cC6O4, il “pfas buono” come lo definisce Diotto, in realtà rappresenta solo un business Solvay (e l’AIA una sorta di assicurazione penale contro i risarcimenti per danni alla salute) mentre a livello internazionale si praticano le alternative (più costose), come in Italia indicate dall’Istituto Negri. “Noi non barattiamo la salute con l’ambiente, non mettiamo il nostro profitto prima di tutto il resto”: Diotto, nella sua “lettera aperta” rassicura lavoratori e cittadini che vivono in un “mondo migliore” (sic)… intanto che tiene lontano da Spinetta la propria famiglia da quello che egli stesso definisce“un disastro”, il disastro Solvay del Pfoa tossico e cancerogeno e del C6O4, e ADV, fra gli altri. 

Invece i Movimenti gli hanno già risposto: EMISSIONI ZERO.  Dunque la Provincia respinga la nuova AIA e revochi la vecchia AIA, la Procura della Repubblica requisisca (corpo del reato) alla Solvay le occultate cartelle cliniche dei lavoratori contenenti le abnormi analisi del sangue dei lavoratori e blocchi l’utilizzo del C6O4, il Comune e la Regione eseguano il monitoraggio ematico a tutti i lavoratori e cittadini, insieme alle indagini epidemiologiche. Queste Istituzioni non rilascino a Solvay la “patente di avvelenamento” che noi definiamo “licenza di uccidere”. 

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro. 2020

Pfas e Cisl al processo.

A differenza  delle omologhe piemontesi, Cisl Veneto, Cisl Vicenza e Femca Cisl Vicenza si sono costituite parte civile nel processo sull’inquinamento da Pfas provocato dal sito chimico della Miteni, nella zona industriale di Trissino nel Vicentino, che però ha interessato anche le reti idriche delle province di Verona e Padova. Clicca qui.

Pfas e pompieri.

I sindacati dei vigili del fuoco Cisl e Uil pongono, anche nell’Osservatorio Bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie del CNVVF, un quesito formale diretto ad accertare la presenza dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nei Dpi e negli schiumogeni usati dal personale del CNVVF. I PFAS sono presenti in alcuni schiumogeni in uso al CNVVF, e  negli Stati Uniti e in altri Paesi UE, fondati studi scientifici hanno riscontrato la presenza del PFAS nei Dpi e nelle attrezzature dei vigili del fuoco, scoprendo, addirittura, che tali sostanze sono state rinvenute non solo all’esterno degli indumenti protettivi, ma anche nel rivestimento interno degli stessi, ponendosi così alche la questione della reale composizione dei materiali di fabbricazione dei DPI del personale del CNVVF.

Pfas e cancro ai testicoli.

Lo studio scientifico firmato dall’ex dirigente regionale del Veneto, Mario Saugo, e da altri membri della commissione ambiente dell’Ordine dei medici di Vicenza, dimostra una maggiore presenza di cancro ai testicoli negli uomini più esposti alla contaminazione da Pfas. Lo studio, pubblicato su una rivista scientifica inglese, si basa sui dati raccolti nell’area a cavallo tra le province di Verona, Vicenza e Padova dove è avvenuta una vasta contaminazione di acqua con Pfoa ed altre sostanze Pfas. Per anni, gli uomini di questa zona hanno bevuto acqua inquinata ed i numeri mostrano che in questi uomini c’è una maggior presenza di tumori al testicolo. Una correlazione che non stupisce, visto che in passato era stata scoperta anche la correlazione tra l’esposizione ai Pfas e una maggior presenza di tumori al rene.

3M paga 10 miliardi di dollari per l’inquinamento da PFAS.

  1. PAUL, Minnesota – La 3M Company ha raggiunto un accordo definitivo con i fornitori di acqua pubblica (PWS) degli Stati Uniti per affrontare la contaminazione da PFAS nell’acqua potabile, con l’approvazione finale da parte del Tribunale distrettuale degli Stati Uniti di Charleston, Carolina del Sud. L’accordo impegna 3M a versare un valore attuale al lordo delle imposte fino a 10,3 miliardi di dollari in 13 anni, con inizio dei pagamenti nel terzo trimestre del 2024, nell’ipotesi che non siano pendenti ricorsi. Questoaccordo sostiene i sistemi idrici pubblici di tutti gli Stati Uniti nei loro sforzi di bonifica dei PFAS. Il denaro dovrà essere utilizzato per finanziare le tecnologie di trattamento delle acque laddove siano risultate positive ai Pfas, soprannominati “inquinanti perenni”, e per pagare future analisi di controllo.

Il presidente e amministratore delegato di 3M, Mike Roman, ha dichiarato che l’approvazione rappresenta un passo significativo per l’azienda nella riduzione del rischio e dell’incertezza. Ha inoltre sottolineato l’impegno di 3M a cessare la produzione di tutti i PFAS entro la fine del 2025. A seguito della notizia, le azioni di 3M sono aumentate di circa il 3% . 3M nel 2000 aveva dichiarato che avrebbe gradualmente eliminato la produzione di due tipi di Pfas: l’acido perfluorottanoico (Pfoa) e l’acido perfluorottansulfonico (Pfos).

Si chiude quindi anche la questione della schiuma antincendio che aveva coinvolto il Pentagono:causa multidistrettuale Aqueous Film Forming Foam (Afff) con sede a Charleston, nella Carolina del Sud. Sostanza presente nella schiuma a film acquoso utilizzata dai vigili del fuoco per spegnere gli incendi. Si avvia verso la risoluzione anche la questione dei tappi auricolari difettosi, forniti all’esercito statunitense e prodotti da Aearo Technologies, acquisita da 3M nel 2008 e dal luglio 2022 in procedura fallimentare.

Amianto e Pfas.

Venerdì, 5 aprile 2024 ore  20,45 Seminario interattivo in collaborazione con Associazione Amianto e rischi per la salute, Diario prevenzione, Istituto Ramazzini (in presenza: via Carlo Jussi 102, San Lazzaro di Savena-Bologna o in diretta web). Clicca sul titolo.

Operaio del petrolchimico ucciso dall’amianto.

Il tribunale di Brindisi ha riconosciuto un risarcimento danni pari a 200mila euro agli eredi di un operaio morto  a causa di un carcinoma polmonare e di asbestosi, che per più di 20 anni ha lavorato a contatto con le polveri di amianto, all’interno del petrolchimico di Brindisi. La sentenza emessa dal giudice del lavoro segna un nuovo e importante capitolo di una lunga vicenda giudiziaria già approdata nel 2012 a un primo giudizio che aveva accertato e dichiarato la responsabilità della società datrice per la malattia contratta dal lavoratore, riconoscendo il diritto dei ricorrenti al risarcimento di tutti i danni conseguiti.

Glifosato, spunta un rapporto nascosto.

“I test utilizzati per valutare la tossicità sono insufficienti”: lo sapevano da almeno 8 anni. Si tratta di un documento richiesto, e successivamente nascosto, dall’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria sul lavoro (ANSES) in Francia. l lrapporto si concentrava sulla genotossicità dei prodotti contenenti glifosato, ovvero sulla loro capacità di danneggiare il DNA e potenzialmente causare mutazioni cancerogene. Solo dopo una battaglia legale intrapresa da Le Monde, il quotidiano francese, l’ANSES ha deciso di rendere pubblico il rapporto.  Générations Futures, un’organizzazione ambientalista francese, ha condannato questa pubblicazione tardiva e ha richiesto la sospensione dell’autorizzazione europea al glifosato in attesa dei risultati dei nuovi test. Basterà questo nuovo documento a far cambiare le sorti del glifosato in Europa? Temiamo proprio di no.

Terra dei Fuochi esiste, uccide ininterrottamente da almeno trent’anni e senza contrasto.

Il caso  ha voluto che sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione di febbraio 2024 sia stato pubblicato il lavoro scientifico “Panoramica sui numeri del cancro in Italia”. Combinando questi dati con quelli della Asl 2 nord specificamente Acerra, è oggi certificato che il massacro mai riconosciuto né bonificato di questo territorio ha portato la città a detenere per il periodo 2013-2018 il tristissimo record di città italiana con i peggiori dati di incidenza del cancro: ben 1073/100mila abitanti. Il massimo sino ad oggi registrato in Italia era 809/100mila di Sondrio. Continua a leggere Antonio Marfella presidente ISDE di Napoli. Il quale innanzitutto sottolinea che trent’anni almeno di roghi e sversamenti tossici mai bonificati in Campania uccidono ad Acerra ieri come anche oggi, come certificano i dati di incidenza. E sembra peggiorare ancora la situazione dal 2018 ad oggi. Perciò, avverte, inizia un nuovo percorso, una nuova lotta per la tutela della salute pubblica in Terra dei Fuochi campana: la tragedia ambientale più grande e più negata della storia recente di Italia, come ormai certificato inoppugnabilmente dai dati di Epidemiologia e Prevenzione.

Notizie e libri sulla Palestina.

Riceviamo da zeitun.info e volentieri pubblichiamo: clicca qui.

La strage della Benedicta.

Clicca il programma sulla locandina. La strage della Benedicta, avvenuta tra il 6 aprile e l’11 aprile 1944, fu un’esecuzione sommaria di settantacinque partigiani appartenenti alle formazioni garibaldine, compiuta da militari della Guardia Nazionale Repubblicana e reparti tedeschi in località Benedicta presso Capanne di Marcarolo, nel comune di Bosio, nell’Appennino ligure. Altri settantadue partigiani erano caduti nei precedenti scontri.

Gli abusi e le violenza nelle residenze socio-sanitarie.

Bisogna  inquadrare gli episodi di abusi e violenze all’interno delle residenze socio-sanitarie come il risultato quasi diretto del sistema di istituzionalizzazione nel quale noi, persone con disabilità, anche minori, ancora oggi veniamo inserite», (continua…).

Test attitudinale Meloni.

L’invio della mailing list è sospeso.

In quanto non è stato risolutivo l’S.O.S alla sottoscrizione per il rinnovo dell’abbonamento della mailing list. tramite bonifico IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 specificando la causale oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it. Ci dispiace.

Sito: www.rete-ambientalista.it

Sharing - Condividi