“Cuba è un faro di umanità”: Samson Shetaye, etiope-cubano in Europa

cubainformacion.tv – 23/12/2024

Cubainformation – Articolo: “Cuba è un faro di umanità”: Samson Shetaye, dell’Etiopia-Cubani in Europa

 

Etiopia-cubani, etiopi, cubani: cittadini etiopi ma che sentono anche di appartenere a Cuba. Perché Cuba ha offerto loro tutto: accoglienza, affetto, educazione. Samson Shetaye è uno dei promotori delle associazioni etiopi-cubane in Europa, lui belga. E abbiamo parlato con lui.

Sansone ci racconta la bella storia dell’educazione internazionalista di Cuba sull’Isola della Gioventù, “niente di più bello sotto il sole”, come disse Julius Nyerere, che fu il fondatore e primo presidente della Repubblica Unita di Tanzania. La prima scuola è stata inaugurata il 12 ottobre 1977 da Fidel Castro e Samora Machel, presidente della Repubblica del Mozambico, per decenni migliaia e migliaia di bambini e giovani provenienti da più di 40 paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina sono passati per le aule delle scuole speciali che Cuba ha messo a disposizione del mondo. soprattutto dai paesi che emergono da una lunga storia di colonialismo.

Samson Shetaye ci racconta anche i retroscena storici dell’arrivo a Cuba di bambini provenienti dall’Etiopia, uno dei quali lui stesso. Il suo paese era stato invaso dalla Somalia, il cui governo era alleato degli Stati Uniti. L’Etiopia ebbe l’appoggio dell’URSS, dello Yemen e, soprattutto, di Cuba, che inviò truppe internazionaliste nel paese, fino alla vittoria nella battaglia di Karramara. Più di 60.000 etiopi morirono in quella guerra. Uno di loro era il padre di Sansone.

Dopo la vittoria, Fidel Castro propose l’accoglienza, come borsisti, a tutti quegli orfani. Nel 1978, i primi 1.200 arrivarono sull’Isola della Gioventù. Samson è arrivato nel 1979, all’età di nove anni. In seguito, si sarebbe completamente formato a Cuba, compresi i suoi studi universitari in ingegneria meccanica nella città di Santiago.

C’erano 61 scuole sull’isola, quattro delle quali dedicate all’Etiopia.

Ci racconta anche dei suoi viaggi più recenti a Cuba, uno in occasione del 40º anniversario della fondazione delle scuole internazionaliste, e un altro in occasione dell’ultimo 45º anniversario, in cui ha visitato, con nostalgia, gli edifici, ora in parte abbandonati, in parte utilizzati per accogliere le famiglie cubane, dove ha studiato decenni fa.

“Cuba è stata molto solidale con l’Africa, soprattutto con i paesi che sono appena usciti dal colonialismo”, riflette. Dobbiamo ringraziarlo, ci dice, perché «la gratitudine è la memoria del cuore».

Ci dice che, poiché Cuba è una parte molto importante della loro vita, nelle loro associazioni etio-cubane svolgono un lavoro di solidarietà verso l’isola, una sorta di restituzione di tanto che la Rivoluzione cubana ha dato loro. Ad esempio, attraverso donazioni fatte all’ospedale Hermanos Ameijeiras dell’Avana o pompe per l’acqua inviate per la produzione di ortaggi.

Anticipa che, nel luglio 2025, partirà una brigata etiope-cubana, attraverso ICAP e Amistur, che girerà l’Isola della Gioventù, Matanzas, Pinar del Río e L’Avana, portando nuove donazioni.

“Internazionalismo significa mantenere la dignità umana”, sottolinea, perché “dove prevale l’egoismo, non ci può essere sviluppo sociale”. E “con Cuba un mondo migliore è possibile, perché il suo progetto è un progetto di valori umani: solidarietà, cooperazione, internazionalismo”.

“Cuba è un faro di umanità”, conclude.

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