“Aspettando l’ora X”

“Per il capitalismo occidentale e in particolare per gli USA i segnali di crisi che vengono dal centro dell’impero sono molti e allarmanti. C’è una crisi di relazioni internazionali che non spiana la strada ai protagonisti del G7”.

 

Aspettando l’ora X

 

Per il capitalismo occidentale e in particolare per gli USA i segnali di crisi che vengono dal centro dell’impero sono molti e allarmanti. C’è una crisi di relazioni internazionali che non spiana la strada ai protagonisti del G7; ci sono guerre che, iniziate per dominare, diventano caos non controllato; c’è una crisi economica e sociale che si allarga e diventa un’avvisaglia di guerra civile. Insomma la nave scricchiola e i tentativi di correre ai ripari si fanno sempre più affannosi.

I protagonisti di questa crisi fanno progetti, ma rischiano di entrare in una situazione senza controllo. Non che manchino posizioni e dichiarazioni che facciano capire il senso di marcia del fronte imperialista, anzi esse abbondano e vanno dal progetto di “libero scambio” USA-UE (il TTIP) al rigorismo tedesco che guida il liberismo antisociale europeo agli interventi militari su vari scacchieri. Ma sta funzionando tutto questo? Finora, stando ai risultati, dobbiamo dire di no, tanto sul piano economico che su quello sociale e infine su quello militare.

E’ vero che gli Stati Uniti dichiarano una crescita del 5%, ma questa crescita è fatta di artifizi di cui la mobilitazione della popolazione nera e i dati sulla povertà americana mettono in mostra la fragilità. Intanto l’Europa resta al palo e non dà segni di ripresa.

Anche sul piano militare la situazione, dal punto di vista della NATO, non è ottimistica. In M.O. la situazione si complica perchè mentre nei capisaldi della resistenza, dall’Iran, al Libano, alla Siria, alla Palestina il fronte regge, sul resto dell’area gli interventi militari non sono venuti a capo di nulla. Libia e Iraq rimangono un fronte aperto, mentre l’Afghanistan, la Somalia, lo Yemen e altre zone non sono certo terre pacificate.

Anche sull’Ucraina il processo di colonizzazione americana della parte golpista non ha scalfito né la posizione russa né il fronte di resistenza. Se consideriamo nell’insieme la condizione militare americana e dei suoi lacchè europei si potrebbe dire che è in atto una crisi strategica. Molta propaganda, ma pochi risultati.

Queste considerazioni non vogliono solleticare la speranza che la nave affondi da sola. Laddove si sviluppa la crisi americana c’è resistenza e un rovesciamento di prospettiva presuppone un intervento attivo. In questo senso l’Europa e con essa l’Italia potrebbero e dovrebbero giocare un ruolo decisivo, ma ancora, nonostante la sussistenza di alcune condizioni oggettive, le forze in movimento vengono frenate e deviate.

L’Europa e l’Italia scontano in particolare una tradizione politica che è fatta al tempo stesso di retorica, di ideologismi e di assenza di una vera cultura antimperialista. In questo dobbiamo riconoscere che la sinistra imperialista ha ben lavorato. Essa ha reso possibile scambiare la denuncia degli effetti devastanti delle guerre NATO per richiesta di aiuti umanitari, ha cioè nascosto la causa per occuparsi degli effetti. Anzi, ha anche permesso così di dare armi alla destra per la demagogia razzista. E intanto la questione delle sanzioni alla Russia viene lasciata al Front National e alla Lega. Perciò, se vogliamo uscire dallo stallo dell’attesa dell’ora X, dobbiamo lavorare per costruire un fronte politico che affronti lo scontro con questa Europa. E presto.

 

Aginform – http://aginform.org/

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