Piano casa Regione Lazio vuole deregolamentare l’urbanistica del Lazio

Il consiglio regionale ha approvato un pacchetto edilizio che nelle intenzioni vuole deregolamentare l’urbanistica del Lazio, trasformando il suolo in una merce di scambio tra enti locali e la lobby del cemento. I meccanismi inseriti nel dispositivo di legge innanzitutto liberalizzano le procedure consentendo a chi avvia cantieri di monetizzare il consumo del territorio, il silenzio/assenso viene allargato a dismisura per facilitare le imprese costruttrici piccole e grandi. La necessità di far ripartire l’edilizia ad ogni  costo ha spinto l’amministrazione Polverini a varare un piano non condiviso da molti nel Lazio, calando il maxiemendamento che ha permesso di portare in dirittura d’arrivo alcuni provvedimenti da rigettare totalmente.
La scelta tutta ideologica di sostenere l’emendamento Buontempo sul  “mutuo sociale” la dice lunga sulle sorti di questa legge. Si è  preferito trovare escamotage di facciata per presentare questa  scelta  come fondamentale per il diritto alla casa, ma solo dei cialtroni intrisi di clientelismo elettorale postfascista potevano disegnare  un  provvedimento del genere. Strumento che non solo non affronta né tanto meno risolve l’emergenza abitativa, ma nutre anche l’intenzione di sottrarre denaro destinato all’edilizia sovvenzionata, cioè alle case popolari, unica e sola soluzione da portare avanti. Il delirio poi  assume contorni grotteschi quando leggiamo che con gli stessi soldi si aiuterà l’acquisto da parte degli inquilini che vivono in un alloggio popolare messo in vendita. Come dire che la Regione si compra da sola le sue case per darle ad un nucleo che già ci vive in affitto, tanto vale regalarle senza però affermare che la vendita delle case popolari serve per costruire nuovi alloggi popolari.
Questi aspetti ci fanno dire che il piano così com’è va rispedito al mittente. Ora i decreti attuativi e l’applicazione della legge devono  diventare oggetto di una mobilitazione importante e necessaria. I dispositivi da far saltare sono molteplici e ci vuole tutta la forza  che non siamo riusciti a mettere in campo durante la discussione in aula.
Come movimenti per il diritto all’abitare riteniamo non rinviabile una presa di parola collettiva e proporremo un incontro i primi  giorni  di settembre per capire come attivarci. Se i movimenti e le associazioni sono pronte a dar battaglia a questo nuovo piano casa che ha visto in aula un’accesa discussione tra maggioranza e opposizione, ragioniamo anche su come lo strumento dell’ osservatorio si trasformi in un dispositivo utile per mettere in  discussione l’intera attuazione della legge.
Movimenti per il diritto all’abitare
Roma, 4 agosto 2011

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