“Mare Monstrum”, Lazio al settimo posto

Lazio al settimo posto nella classifica “Mare Monstrum”: 732 infrazioni, 912 denunce e arresti e 405 sequestri. Ancora troppo abusivismo edilizio e cattiva depurazione.

Legambiente Lazio – Comunicato stampa

Roma, 22 giugno 2011

Con 732 infrazioni accertate, pari al 6,2% del totale, 912 tra denunce e arresti e 405 sequestri, il Lazio si assesta al settimo posto nella classifica nazionale “Mare Monstrum 2011” –migliorando di una posizione rispetto allo scorso anno – collezionando ben 2 illegalità per ognuno dei su 361,5 chilometri di costa della nostra regione.

Il Lazio conferma, invece, il sesto posto dell’anno precedente quanto ad abusivismo edilizio in aree demaniali: le infrazioni accertate nel 2010 sono state 211, pari all’1,8% del totale nazionale, con un totale di 269 persone denunciate o arrestate e 172 sequestri. Un altro sesto posto il Lazio lo conquista nella classifica del mare inquinato: tra scarichi illegali e cattive depurazioni, il mare laziale è vittima di 234 infrazioni all’anno, e 234 sono state le persone denunciate o arrestate mentre i sequestri sono stati 94. La cattiva depurazione, male italiano, nella nostra regione vede il caso critico di Latina che è all’ottavo posto tra i capoluoghi di provincia marini per mala depurazione, con neanche il 60% dell’efficienza nel sistema di depurazione. Va un po’ meglio a Frosinone, dove l’efficienza arriva all’80% e a Roma, la cui efficienza tocca il 97%.
Non migliora la situazione per quanto riguarda la pesca di frodo, per la quale il Lazio scala la classifica e si piazza all’ottavo posto con 56 infrazioni accertate, 58 tra denunce e arresti e 12 sequestri effettuati: su 8.368 kg totali di sequestri, 5.863 kg sono stati di pesce, 2.101 kg di tonno rosso, 402 kg di pesce spada e 2 kg di datteri. E il Lazio entra ancora nella top ten per le violazioni al codice della navigazione, migliorando la sua posizione (sesto posto) rispetto alla classifica 2010: le infrazioni al codice sono state 231, con 351 denunce e arresti e 127 sequestri.

“Nel Lazio ci sono troppi casi di illegalità che si abbattono sull’ecosistema marino come una mannaia – ha dichiarato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio – Sul fronte della depurazione preoccupano molto le illegalità legate alla mala gestione degli impianti e agli scarichi illeciti che portano poi alle macchie scure che poi i cittadini trovano in mare come anche nei giorni scorsi. È eclatante il caso della provincia di Latina, quella con il maggior numero di chilometri di costa, dove il capoluogo vede solo il 60% degli abitanti depurati. Serve un rilancio del piano della qualità delle acque, approvato dalla Regione Lazio con importanti investimenti sul fronte delle fognature e della depurazione, che sembra però avere una battuta d’arresto negli ultimi mesi. Altrettanto importante il ruolo dei cittadini in questi mesi, sentinelle che possono segnalare i casi di illeciti sul mare alla nostra Goletta Verde che tra pochi giorni arriverà nel Lazio.”

Sono numerosi i casi di cemento illegale sulle coste del Lazio, vecchi e nuovi ecomostri che puntualmente evidenziano le cronache giudiziarie: si va dalle 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia con l’Eden Village a Sabaudia (Lt), ai dieci villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant’Agostino a Gaeta (Lt), agli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi (Lt) e del camping Lilandà al Circeo, fino ai casi già noti del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni.

“All’immobilismo verso l’innovazione e la qualità sulle coste del Lazio si sommano pericolose illegalità e veri e propri reati su abusivismo e mare inquinato, compromettendo il fragile equilibrio del nostro mare – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – Sull’abusivismo edilizio, tranne che in pochi casi, la Regione Lazio ha abdicato: dopo la presentazione del primo rapporto sul fenomeno, che descriveva una situazione molto preoccupante proprio sul litorale, non si è vista una ruspa in azione per gli abbattimenti e anche il sostegno ai Comuni con il fondo di rotazione è quasi azzerato, mentre i poteri sostitutivi non sono stati mai usati. Serve un colpo alla criminalità, le forze dell’ordine e le procure lavorano molto, con risultati importanti soprattutto nel sud pontino, ma le amministrazioni non portano a termine gli abbattimenti. Anche sul caso dell’ex ecomostro dei Ciurli a Fondi, abbattuto ormai molti anni fa, chiediamo con forza la riapertura ai cittadini dell’area.”

Ufficio stampa Legambiente Lazio
www.legambientelazio.it

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