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Tragedia Ventotene, ‘storica sentenza’

“Dopo quattro anni una storica sentenza accerta verità e responsabilità. La vera soluzione sta nella manutenzione del territorio, priorità per prevenire drammi”.

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Legambiente Lazio – Comunicato stampa

Roma, 25 febbraio 2014

Tragedia Ventotene, Legambiente: “Dopo quattro anni una storica sentenza accerta verità e responsabilità. La vera soluzione sta nella manutenzione del territorio, priorità per prevenire drammi”

“Dopo quattro anni dalla morte di Sara e Francesca per una frana a Ventotene, una storica sentenza accerta verità e responsabilità –dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, dopo la conclusione del processo di primo grado per la morte di Sara Panuccio e Francesca Colonnello uccise da una frana sull’isola di Ventotene-. Non c’è ovviamente nulla di cui gioire, ma certo la sentenza fa chiarezza e rende così un po’ di giustizia alle giovani vittime, alle loro famiglie e rappresenta un monito contro l’inerzia sul rischio idrogeologico, che continua troppo spesso a mettere in pericolo la vita dei cittadini. La quasi totalità del territorio laziale è d’altronde a rischio idrogeologico e troppi comuni non recepiscono i Piani di Assetto Idrogeologico, non svolgono la manutenzione ordinaria e meno della metà dispone di un piano per affrontare le emergenze, che si moltiplicano anche a causa dei cambiamenti climatici. La vera soluzione sta proprio nella manutenzione e messa in sicurezza del territorio, priorità fondamentale della quale ricordarsi quando si pianificano gli investimenti per mettere così in campo misure efficaci e prevenire drammi gravi come quello di Ventotene.”

Legambiente ricorda i dati del recente “Ecosistema rischio”, l’indagine realizzata dall’associazione con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile che scatta una fotografia aggiornata sul rischio idrogeologico in Italia. Nel Lazio l’84% dei comuni conta abitazioni in aree a rischio idrogeologico, il 34% ospita interi quartieri, il 73% industrie, il 25% strutture sensibili come scuole e ospedali e strutture commerciali o ricettive. Nel 21% dei comuni si è continuato a costruire in aree a rischio idrogeologico negli ultimi 10 anni. Solo il 27% svolge un lavoro di mitigazione del rischio complessivamente positivo, il 21% ottiene un punteggio scarso e la maggior parte, il 52% insufficiente. Roma complessivamente inefficiente nella mitigazione del rischio idrogeologico, gravemente carente nell’affrontare le emergenze e sotto il peso di un’intensa urbanizzazione.

Ufficio stampa Legambiente Lazio
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