“Vie di fuga”

“Abbiamo bisogno di abbassare il baricentro delle decisioni, disseminare il potere, creare orizzontalità, pratiche sociali dal basso, reti strette civiche solidali, legami di prossimità, comunalità e comunanze”.

 

NEWSLETTER DI COMUNE-INFO

 

VIE DI FUGA
Abbiamo bisogno di abbassare il baricentro delle decisioni, disseminare il potere, creare orizzontalità, pratiche sociali dal basso, reti strette civiche solidali, legami di prossimità, comunalità e comunanze. La “sovranità” va trascinata giù, giù fino a identificarsi nelle condizioni materiali reali, quotidiane delle donne e degli uomini. John Holloway si è inventato un verbo: ‘comunizar’ per riuscire ad esprimere il movimento del ‘mettere in comune’ del fare umano, del creare insieme qui e ora un mondo fuori dal dominio del denaro, un mondo fatto di legami di prossimità. Pensiamo al movimento zapatista delle Giunte del buon governo in Chiapas, alle f abbriche recuperate i Argentina, al movimento dei baraccati in Sudafrica Abahlali BaseMjondolo, ai movimenti urbani in Grecia. E così via. Ma è possibile scorgere molte altre “erbe matte” farsi strada nelle crepe sempre più vistose che si stanno aprendo nel vetusto edificio capitalistico, per usare una metafora cara a Holloway. Anche in Italia le esperienze portate avanti dai movimenti in basso si moltiplicano… Intorno a questi e altri temi (crisi, beni comuni, democrazia nella prospettiva della decrescita) ragiona il nuovo splendido saggio di Paolo Cacciari “Vie di fuga” (Marotta & Cafiero), la cui versione digitale è possibile acquistare (pdf) on line a 1 euro sul sito di Comune. Il libro sarà presentato martedì 9 dicembre presso Scup a Roma, in occasione di una cena di sostegno a Comune-info: Taverna comunale. A tavola con Paolo Cacciari e la redazione di Comune” QUI UN CAPITOLO DEL LIBRO, IL LINK PER ACQUISTARLO E LE INDICAZIONI PER PRENOTARE LA CENA

TAVERNA COMUNALE

 

L’ISOLAMENTO CHE BRUCIA
La rivolta di Tor Sapienza, dove gli “immigrati” di ieri hanno dichiarato guerra agli immigrati di oggi, è prima di tutto il tramonto definitivo del “Modello Roma”. Oggi, malgrado i media non lo raccontino, i cittadini hanno un gran desiderio di riscatto, di affermare la propria dignità, di sentirsi una comunità riconosciuta L’ARTICOLO COMPLETO DI ANTONIO CASTRONOVI
 

PERCHÉ TOR SAPIENZA Adriana Goni Mazzitelli

CASA POUND IMPORTA LA RABBIA DI TOR SAPIENZA Giuliano Santoro
 

IN GIRO PER LE STRADE DELLA “DISCARICA UMANA” Daniele Vicari

LA QUESTIONE URBANISTICA E IL CAPRO ESPIATORIO

 

ALCUNE MOSSE A COSTO ZERO PER UNA SCUOLA DIVERSA
Cominciamo da qui: togliere i voti numerici, rendere effettiva la co-titolarità dell’insegnante di sostegno, sospendere le prove Invalsi, smetterla con le paranoie sulle norme sanitarie e di sicurezza. Poi parliamo di cambiamenti complessi e importanti. Di certo, una buona scuola non la fanno le nuove tecnologie. La didattica digitale sembra più l’invenzione del marketing che una vera necessità scolastica. Specialmente i bambini, per tutta l’infanzia, hanno bisogno di esperienze concrete, sensoriali e anche motorie LA LETTERA COMPLETA DI DANIELE NOVARA< /span>
 

SCUOLE A DUE RUOTE
“Nel 1970 la media dei bambini tra i 6 e gli 11 anni che erano autonomi nel percorso casa-scuola era del 90 pe rcento: oggi è del 7 per cento (in Inghilterra arriva al 25 per cento, in Germania al 76 per cento). I bambini che vanno a scuola in automobile sono esposti a tassi d’inquinamento estremamente elevati, sono meno reattivi di quelli che vanno in bici o a piedi, spesso sono più in sovrappeso, hanno minore sicurezza e minore autostima. I bambini abituati a muoversi principalmente in macchina tenderanno a conservare tale abitudine anche da adulti. Bike to School è una pratica auto-organizzata da genitori per formare dei piccoli (o magari grandi) gruppi che accompagnano i bambini a scuola, tutti insieme, tutti in bicicletta. E che permettono loro di vivere un’esperienza di città forse solo poco più autonoma, ma tanto più movimentata, allegra e divertente”. Una mamma scrive a chi accompagna i figli a scuola in auto L’ARTICOLO COMPLETO DI ANNA BECCHI
 

QUARANT’ANNI DI SCUOLA
La storia dei movimenti, incluso quello della scuola, dimostra che l’unica possibilità reale di trasformazione resta quella costituita dal “noi”, dalla condivisione, dai beni comuni, dall’intelligenza collettiva. Per questo è importante riscoprire tracce di storia delle lotte nella scuola: il processo di elaborazione culturale e di sperimentazione portato avanti dal Movimento di Cooperazione Educativa negli anni 60, le intuizioni di don Milani, l’idea di classe “laboratorio” (e non “uditorio”) – per dirla con Gianni Rodari – oltre la lezione frontale, il lavoro interdisciplinare …. sono elementi indispensabili per diffondere sapere critico e capacità di autodeterminarsi insieme L’ARTICOLO COMPLETO DI ANNA MARIA BRUNI
 

APPRENDERE FACENDO

 

RACCONTIAMO LA CUCINA POPOLARE
Il patrimonio della cucina italiana è gigantesco, bello, fatto del sudore della gente di montagna, di altra affacciata al mare, gente che ha avuto fame e raccolto erbe selvatiche e lumache per nutrirsi Di sicuros, la cucina italiana nel suo esser geniale a partire da poco, ha aiutato a vivere con dignità nella disoccupazione, nelle ingiustizie, nelle emigrazioni, durante regimi infami, nella guerra, nella fame. Un viaggio con Don Pasta nella cucina popolare italiana L’ARTICOLO COMPLETO DI DON PASTA
 

CIBO, MERCATI CONTADINI E PREZZO GIUSTO
Al Centro di Alimentazione Consapevole di Napoli prende il via un ciclo di cene in cui prima di mangiare si discute del prezzo dei piatti proposti, scorporando i vari costi che stanno dietro a quella cifra finale. A Benevento un gruppo di produttori ha organizzato intere giornate dedicate alla trasparenza del prezzo, portando presso i propri orti i cittadini consumatori e invitandoli a riempirsi da soli la cassetta, per capire quale lavoro c’è dietro.”La gente vuole risparmiare molto sul cibo per spendere molto per beni di consumo che hanno prezzi esagerati, come l’abbigliamento e la tecnologia – dice Maria Pia, produttrice – C’è bisogno di educazione alimentare e di rendere partecipe le per sone del nostro lavoro”. Anche se spesso i prezzi esposti nei mercati contadini sono superiori a quelli offerti dalla grande distribuzione, buona parte dei piccoli produttori ancora non riesce a inserire nel prezzo il costo del proprio lavoro. Un corto circuito che produttori e consumatori critici vogliono mettere in discussione ARTICOLO E RADIOTRASMISSIONE
 

 

IL NOSTRO COMPITO È LOTTARE PER LA VITA
Trentadue nazioni indigene vivono ancora oggi in Argentina ma continuano a subire una vera e propria persecuzione: vengono private, tra le altre cose, dell’accesso all’acqua e a molti altri diritti fondamentali. I governi si credono padroni dei nostri territori e delle nostre vite, racconta Félix Díaz, querashe (portavoce) del popolo indigeno Qom. La radice è proprio nel territorio. Prima del 2000 non percepivo il razzismo e la discriminazione, volevo essere parte di una società. La nostra storia non è scritta nei libri ma nella memoria degli anziani. Siamo di fronte a un’inganno enorme: la nostra vita non può aver relazione con un’economia che stabil isce un prezzo per la vita e per la terra. Quando pensiamo di essere padroni del territorio, ci poniamo al di fuori dal diritto ancestrale che ha consentito ai padri e ai nonni di convivere senza problemi coi pesci, gli uccelli, i serpenti. Lottiamo per l’autonomia, ma come si fa a lottare se non hai da mangiare, se non hai acqua? L’ARTICOLO COMPLETO DI ALDO ZANCHETTA
 

 

LA CITTÀ AUTOPRODOTTA
C’è una produzione sociale che costruisce la città fisica, ma anche i modi di viverla, le culture urbane. Una produzione sociale che risponde al bisogno della casa ma che esprime al tempo stesso una resistenza alla rendita e al neoliberismo. Una città che si autorganizza per il diritto all’abitare, che produce “commons”, che sperimenta ogni giorno forme di autogoverno. Che costruisce un’altra idea di città L’ARTICOLO COMPLETO
 

 

LA LEZIONE DELL’ASINO
È stato al fianco dell’uomo per migliaia di anni, come amico, compagno di viaggio e di fatiche. E ancora oggi sono molte le persone che mantengono un saldo legame con lui. L’asino accompagna nelle passeggiate, insegna la pazienza, mette in discussione il mito della velocità e una certa idea di viaggio L’ARTICOLO COMPLETO
 

LA BICI È UNA MATITA
La bici è una matita, ridisegna le città.
La bici accoglie il tempo con lentezza.
Ci sono strade ferme, colme fino all’orlo. Di traffico e cantieri. Di clacson furibondi. La bici sbanda, ma si riprende. Segue il ritmo del respiro, e non si arrende.
Un giorno, per le strade, non ci sarà che lei. Cestini colorati, e sellini a giostra. Un’unica e festante orchestra di campanelli L’ARTICOLO COMPLETO DI MARCO BOSCHINI
 

 

I SIMPATICI SCHERZI DEL BUFFONE AZIENDALE
“Lei potrebbe fare soldi, sa?”. Io sto scrivendo a macchina. Alzo la testa per guardare l’uomo che sta dicendo questo. È il mio diretto superiore e sto copiando un documento per lui: “Cosa intende, scusi?”. “Sì, con un po’ più di scollatura, se si vestisse diversamente…”. Non rispondo. Di colpo mi sento come se stessi per vomitare. Mi alzo e vado in bagno senza dire nulla. Quando torno, lui se n’è andato …. Volete sapere perché non riuscivo a parlare? Perché ero nella seconda metà dei miei vent’anni, venivo da una storia familiare di violenza pesantissima dove avevo imparato che protestare incrementa va gli abusi … Notizia di questi giorni, “Un dito nella scollatura della collega. La sentenza: ingiuria, non violenza”. Il buffone d’azienda (si è definito così da solo) una mattina incrocia la collega in corridoio e le infila un dito nella scollatura. Come spiegherà al giudice è una bazzecola, lui le ha solo “toccato lo sterno” …. C’è un’unica cosa che mi conforta, negli articoli che riportano la notizia: la 35enne intende ricorrere in appello. Ora che ha cominciato a parlare non si fermerà L’ARTICOLO COMPLETO DI MARIA G. DI RIENZO
 

 

 

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