“Governarci”

“Non si può parlare seriamente di ‪‎autogoverno senza far riferimento a un’assemblea che permetta alla gente di prendere le decisioni importanti. Questa è la sfida”.

 

 

 NEWSLETTER DI COMUNE

GOVERNARCI
Non si può parlare seriamente di ‪‎autogoverno senza far riferimento a un’assemblea che permetta alla gente di prendere le decisioni importanti. Questa è la sfida. L’assemblea è un mezzo vivo in larghe aree del Messico, tra i popoli indigeni e i contadini. Esiste in molti quartieri popolari ma è sparita dalla maggioranza degli spazi urbani. Come riportarla in vita? C’è chi dice che a volte si comincia con due o tre persone che si incarnano come assemblea, magari sembrano anche un po’ stupide, ma invece proprio lì c’è il seme che cresce nel condominio e poi nell’isolato e poi nel quartiere e, solo molto più tardi, si estende a tutta la città… Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per la resistenza e la lotta. Uno di quelli importanti è l’umiltà: bisogna imparare ad ascoltare, a lasciarsi guidare dalla gente, convincersi di non essere avanguardie o leader illuminati. E bisogna esser disposti a farsi trasformare da quel che si ascolta. Non si tratta di mobilitare la gente, o il paese, come se si trattasse di pacchi da trasportare da un posto all’altro. Si tratta di con-muoversi, di fare insieme all’altro, all’altra. Come nell’amore. Un altro strumento è il seminario-semenzaio promosso dagli zapatisti. Da mesi i testi raccolti in un libro vengono discussi da chi si interroga su come generare i concetti che ci mancano e che sono invece indispensabili a capire cosa sta avvenendo e a immaginare cosa accadrà
GUSTAVO ESTEVA

ELOGIO DELLA PROFONDITÀ
Nella società dello spettacolo, dei media e del consumismo di massa c’è bisogno di relazioni sociali vere, fatte di vita quotidiana, di semplicità e anche di contraddizioni. È la nostra fragilità che fa la nostra forza e la nostra profondità
ALAIN GOUSSOT

QUERCE E ACERI POSSONO SALVARE GLI ULIVI
Curare una malattia uccidendo il paziente: è quello che vogliono fare govero e Ue con gli ulivi‬ colpiti da disseccamento in Puglia. La lotta per salvarli, tuttavia, non basta: forse non tutti sanno che per secoli e fino alla conquista romana, quel territorio era complet amente coperto da foreste planiziali, con una fitta rete idrografica e paludi. Come possiamo allora salvare davvero la Puglia? Non solo curando gli ulivi con sistemi naturali, come già sperimentato con successo in diversi casi, ma piantando querce, carpini, frassini, aceri… E abbandonando trattori e monocolture. “Anche gli ulivi, magari consociati con questi alberi e con alberi da frutta – spiega Daniele Previtali, insegnante-contadino, che dedica il suo tempo a promuovere laboratori di ‪‎autoproduzione e agricoltura sinergica – ne trarranno benefici”
DANIELE PREVITALI
 

FUORI DALLE GABBIE DEL PENSIERO PATRIARCALE
“Chi ha letto l’insoddisfazione di molte donne cattoliche (e non) a seguito delle parole di papa Francesco sulla donna tentatrice, potrebbe dire che non ci va davvero mai bene niente! È vero. Non ci sta bene sentir dire ancora che abbiamo bisogno di una teologia della donna – scrive Benedetta Selene Zorzi del Coordinamento Teologhe italiane -, quando migliaia di donne da oltre un secolo studiano e scrivono di teologia e di donne… Non ci sta bene che si parli della donna ancora al singolare, come se fosse un blocco monolitico… Non ci sta bene che si pensi al ruolo delle donne ancora e solo riducendole al ruolo di madri, biologiche o spirituali… Non ci sta bene che quando si insiste sulla retori ca della famiglia tradizionale, che è anche quella della famiglia patriarcale, ci si scordi di dire delle violenze, dei luoghi di sofferenza e di dolore che la famiglia costituisce… Ringrazio il papa come donna, singola, per il suo sforzo di smantellare mentalità penalizzanti nei confronti delle donne. Mi auguro che egli sappia andare fino in fondo… Certo è che davanti a lui non troverà una donna, ma uno stuolo numeroso di donne che lo hanno preceduto… “
BENEDETTA SELENE ZORZI
 

HA ANCORA SENSO DIRSI FEMMINISTE? LEA MELANDRI

FEMMINISMO E DECRESCITA PAOLA MELCHIORRI

ABBASTANZA DI CHE COSA?
I 7 miliardi di abitanti delle Terra hanno tutti gli stessi bisogni fondamentali, cibo, salute, conoscenza, ma li soddisfano in maniera diversa; il “primo miliardo” ha abbondanza di “cose”, anzi di cose sempre più raffinate e costose e ci pensa la pubblicità delle imprese a proporre spazzolini da denti elettrici, motociclette “ruggenti”, mode e lusso spesso sguaiati. A questo miliardo si racconta che i consumi crescenti giovano all’economia. Circa 4 miliardi di terrestri hanno invece consumi così-così, in parte simili a quelli del “primo miliardo”, in parte molto minori e insufficienti. Gli ultimi 2 miliardi hanno una modesta o modestissima quantità di be ni materiali, insomma sono più o meno “poveri” o “poverissimi”, e sono spinti, per imitazione delle condizioni di vita del “primo miliardo”, decantate dalla tv che ne porta le immagini in tutto il mondo, a possedere sempre più “cose”, a qualsiasi costo, A questo punto, con la filosofia della decrescita e ora dell’economia dell’abbastanza sorge la domanda: che cosa è “abbastanza” e per chi. Di sicuro, serve un cambiamento radicale: non si tratta di fare delle opere buone; se non saranno attenuate le disuguaglianze, anche attraverso un contenimento degli sprechi del “primo miliardo”, gli “ultimi 2 miliardi” chiederanno di eliminarle con la violenza. La lotta alla disuguaglianza è (sarebbe) interesse anche dei ricchi
GIORGIO NEBBIA
 

SUSSISTENZA, DECRESCITA, CAMBIAMENTO V. BENNHOLDT-THOMSEN

DECALOGO
“Stare all’aria aperta almeno due ore al giorno …
Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino della loro vita …
Guardare …
Sentire …
Leggere poesie ad alta voce … “.
Il cambiamento comincia dalla vita di ogni giorno: un decalogo
FRANCO ARMINIO
 

SLOW, SHARING, LOW COST, DALLA BICI AL BUS
Dal bikesharing al car pooling, è tempo di condivisione e scambio di beni e servizi. Vale per la mobilità ma anche per gli appartamenti (‪‎couchsurfing‬) come per il cibo (‪‎Gas‬). Certo il tema risparmio soldi è importante per difendersi dall’austerità, ma non basta a spiegare il fenomeno sharing che è basato su un modo diverso di costuire relazioni sociali. Intanto, negli Usa come in Europa da sei anni le vendite di biglietti dei pullman hanno avuto un’impennata: prezzi bassi, persone e mondi differenti da conoscere. Un po’ come ai tempi della vecchia cara interrail ferroviaria, viaggi on the road in buona compagnia, toccando diverse mete
ALESSANDRA MAGLIARO

GLI ALLUVIONATI DI DOMANI RINGRAZIANO
Si sente spesso ripetere che la colpa dei danni provocati dalle alluvioni va cercata nel ritardo delle informazioni meteorologiche. “A mio parere per evitare frane e ‪‎alluvioni‬ – scrive Giorgio Nebbia -, non c’è tanto da consultare i modelli matematici di previsione delle piogge, quanto piuttosto c’è da guardare a terra, chiedendosi dove e se c’è spazio per il moto delle acque che inevitabilmente vengono giù dal cielo in quantità più o meno prevedibile, un anno dopo l’altro. Guardare a terra cominciando dalle colline e dalle montagne e dalle colline, dai ruscelli e dai fossi fino ai torren ti e canali che attraversano i paesi e le città, e predisporre che le vie d’acqua dell’intero bacino idrografico siano tenute libere da rocce e detriti dell’erosione, da depositi di rifiuti, da ponti troppo bassi, da strade, da edifici che ostruiscono gli spazi vicino al fiume, quelli che la natura nei secoli aveva predisposto liberi proprio per lasciare correre le acque in caso di piogge più intense. Un inventario dell’esistente e vigilanza nell’ambito di ciascun b acino idrografico erano fra i fini della defunta legge 183. Non abbastanza contenti di averla seppellita, i governi nazionali e locali continuano a proporre opere di salvaguardia e di “messa in sicurezza” consistenti nel costruire bacini artificiali, nell’innalzare argini di cemento‬, nel coprire ulteriormente sotto le strade i corsi d’acqua straripati. Gli alluvionati di domani ringraziano”
G. N.
 

IL GIORNO CHE LA NINFA DAFNE MISE LA KEFIA
Non basta certo un atlante di botanica per raccontare il laurus nobilis, la pianta di alloro che ha tanto a che fare con la gloria e il sapere da regalare il nome al coronamento dei sogni di ogni alunno che si rispetti. Possono aiutare i miti e le arti, la letteratura di Ovidio Nasone o la plastica del Bernini, ad esempio. Stiamo parlando delle Metamorfosi e di quella di Dafne, in particolare. La ninfa riesce a sfuggire al desiderio possessivo e dispotico di Apollo mutando le braccia in rami e i piedi in radici. Diventa così un alberello di alloro e – in altri, meno poetici e fantasiosi tempi – può forse rappresentare la speranza di sottrarsi all’arroganza del dominio e de ll’occupazione della terra altrui. L’alloro ha origine mediterranee e la terra di cui si parla, nella nuova tessera del mosaico vivente che in queste pagine compone Patrizia Cecconi, è naturalmente la ‪‎Palestina‬. Dove l’insaziabile progetto coloniale di Tel Aviv prepara in questi giorni nuove terribili pagine di sangue. Allargheranno il letto dei fiumi di lacrime che corrono a Ramallah e a Gaza ma non riusciranno neppure questa volta a piegare la resistenza di un popolo di certo molto caro alle ninfe, le splendide dee minori, tutt’altro che dispotiche, dei fiori e dei prati
PATRIZIA CECCONI
 

IL SIVIGLIA DICE NO ALLO SPONSOR ISRAELIANO
La squadra vincitrice della Coppa Uefa 2015 spagnola, il Siviglia, ha rifiutato un contratto di cinque milioni di euro per uno sponsor che avrebbe pubblicizzato il turismo in Israele. I motivi per cui la società andalusa ha rifiutato l’offertà sono da ricercare nella “connotazione politica” nell’apparire sostenitori di Israele. nel gennaio 2009, Frederic Kanoutè, allora importante giocatore del Siviglia, venne multato dalla federazione calcistica spagnola per aver indossato una maglietta con la scritta “Palestina”, durante una partita: era il periodo del bombardamento durante l’operazione denominata “Piombo Fuso”
SPORT ALLA ROVESCIA

L’ULTIMO SARÀ IL PRIMO MARWAN BARGHOUTI

COS’È SUCCESSO ALLA NOSTRA MERAVIGLIOSA CALABRIA?
C’è la crisi, certo. E lavoro non ce n’è. Le fabbriche non sono mica persone, il loro movimento non viene regolato né dal diritto di sangue né da quello di suolo. La produzione emigra senza traumi e senza permesso di soggiorno. Non va dove la porta il cuore ma dove la conduce il profitto e la manodopera costa meno d’una lattina di Estathe. Eppure, si fosse trattato solo di lavoro ed economia, la gente che vive nella meravigliosa terra di Calabria avrebbe potuto scommettere sul turismo, oppure su una ripresa qualificata del lavoro nei campi. E invece ci sono i veleni, letali e ovunque. Da Tortora a Gioia Tauro le persone si ammalano respirando l&rs quo;amianto e altre sostanze assassine oppure bevendo acqua contaminata da metalli pesanti e altri materiali tossici. Una devastazione sociale e ambientale compiuta solo per accumulare denaro e coperta dai soliti noti. Il 16 e 17 ottobre, a Tortora, comincia Suddistrutto, un progetto per discutere, ma soprattutto per partecipare alla ricostruzione di una possibilità di vivere insieme, sani e con dignità in una terra liberata da un incantesimo di morte
SUDDISTRUTTO

TUNISIA. PER CHI È QUEL NOBEL?
Lo spazio politico, come la fisica moderna, si muove su due mondi paralleli, entrambi veri ma segnati da leggi diverse e perfino contraddittorie. Santiago Alba Rico lo sostiene a proposito del Nobel per la pace assegnato al Quartetto per il Dialogo Nazionale in Tunisia. Parte della società rileva a ragione che la “transizione democratica” sembra arretrare giorno dopo giorno, anche se gli organizzatori del Premio e l’opinione pubblica internazionale non se ne avvedono. In Tunisia la corruzione aumenta, il modello che esalta le disuguaglianze, quello basato su investimenti esteri e debito internazionale, domina anche senza Ben Alì, così come resta molto alto il livello della diso ccupazione e dello scadimento dei servizi. La situazione politica e quella dei diritti civili, poi, non sono migliori. Nell’altro mondo parallelo, però, magari il Nobel andrà ai destinatari tunisini sbagliati ma riconosce il valore di quella “eccezione” segnata in profondità dalla rivoluzione del 2011. I giovani che ne sono stati protagonisti hanno molti motivi per sentirsi emarginati dalle nuove istituzioni e traditi da tutti i partiti, eppure il poco che si è riusciti a ottenere è già molto in mezzo alla tormenta
SANTIAGO ALBA RICO

LA SAPIENZA DELLE MULTINAZIONALI 2.0
Dal 16 al 18 ottobre aule e biblioteche chiuse e chi lavora o studia all’università dovrà pagare il biglietto. Alla Sapienza di Roma va in scena il business dell’innovazione della tec­no­lo­gia, “Maker faire”. La protesta degli studenti dell’ateneo: “La fiera occupa lo spazio pubblico universitario e costruisce una vetrina per chi specula sull’innovazione”. La pro­te­sta, spiegano i promotori, non è con­tro i makers (arti­giani digi­tali), ma con­tro l’uso «busi­ness» del lavoro intel­let­tuale o crea­tivo di chi crea stam­panti 3D, cir­cuiti, cose, robo­tica, automazione. L’ iniziativa, pro­mossa dalla Camera di Com­mer­cio di Roma, ha un ven­ta­glio di 55 spon­sor niente male, i prin­ci­pali sono Intel, Dws, Uni­data, Eni, Ing­Dan, Tim e poi Acea, Bnl, Goo­gle, Ibm, Cisco…
ROBERTO CICCARELLI
 

DISPERDERE IL POTERE DELLE MULTINAZIONALI [JÚLIA MARTÍ]

MAFIA PENDENTE. LE MANI SULLE CITTÀ
L’assalto della criminalità organizzata alle città non conosce tregua, non solo a Roma, a partire dalle ricorrenti svendite del patrimonio pubblico al miglior offerente per fare cassa passando per l’estromissione della cittadinanza da percorsi partecipativi. Accade anche a Pisa. Ma un pezzo di città non resta a guardare
FRANCESCO BIAGI E FRANCESCA GABRIELLINI

QUELLE MARCE PER I NUOVI DESAPARECIDOS
Ha cominciato la Rete Milano Senza Frontiere in giugno, da settembre si è aggiunta Palermo, presto potrebbero essere diverse le città, incluse Torino e Roma, a promuovere la “Marcia per i Nuovi Desaparecidos”, i migranti del Mediterraneo. Nella lettera partita da Milano, si legge: “Abbiamo ripreso la modalità di protesta de las Madres de Plaza de Mayo e in Piazza della Scala, davanti al Comune di Milano, giriamo con in mano le foto dei migranti dispersi, consegnateci dai loro parenti algerini e tunisini… Abbiamo deciso di portare avanti la Marcia fino al 18 dicembre, giornata mondiale per i diritti dei migranti. Vorremmo molto che anche altre città si aggiunge ssero a questa iniziativa…”
EDDA PANDO
 

L’UOMO DELLA PORTA ACCANTO
“È stato preso il presunto assassino di Vincenza A., uccisa a colpi di arma da fuoco sparati da un auto a Terzigno (Na). Si tratta di Nunzio A., suo ex compagno… 14 settembre ’15.”;
“Siracusa, uccise la moglie incinta. Confessa dopo otto mesi. Christian L. è stato arrestato dai carabinieri… 19 settembre ’15.”;
“Mamma ventenne uccisa a coltellate nella sua auto, confessa l’ex convivente. È accaduto a Nicolosi (Ct)… 7 ottobre ’15.”;
“Pistoia – Insegue l’ex fidanzata con l’auto, la tampona e la massacra a coltellate. L’uomo, Emanuele N., 24 anni, si è costituito… Da tempo tormentava la ragazza ed era stato den unciato. 10 ottobre 2015”
“Quando l’anno scorso arrestarono Riccardo V. per l’omicidio di Andreea Cristina Z., l’allora procuratore facente funzioni a Firenze disse di lui: “Quello che è stato definito mostro è l’uomo della porta accanto”. Ricordate Andreea? 26 anni, romena, madre di due bambini, prostituta… Il signor Riccardo V. ha seviziato anche altre prostitute negli anni… Le motivazioni di tanta “rabbia”? Di solito, il “rabbioso” è giustificato con: la separazione dalla compagna/moglie, la disoccupazione, la depressione e il raptus. Qui non c’è nulla del genere…: la rabbia di Riccardo V. si chiama odio, puro e semplice, senza possibile giustificazione, il termine esatto è misoginia… E la condivide con innumerevoli altri uomini e ragazzi della porta accanto, perché è intessuta – approvata – incoraggiata dall’attuale clim a culturale italiano… come dimostra quell’elenco parziale…
MARIA G. DI RIENZO
 

L’ORTO DELLA FAMIGLIA DERVAES
Con molta buona volontà e con l’aiuto di tutto un nucleo familiare è ancora possibile autoprodurre il proprio cibo (di stagione) coltivando un orto. E quando il raccolto è abbondante, distribuire gli ortaggi al mercato locale
MARTA ALBÈ

UNA SOCIETÀ TUTTA A ENERGIA RINNOVABILE
L’articolo “Svezia, primo paese libero dal petrolio” ha suscitato moltissime attenzioni. Torniamo sul tema con un intervento di Giorgio Nebbia “Una società tutta a energia rinnovabile”. Possiamo sperimentare una drastica diminuzione dei consumi dei combustibili fossili, responsabili dei mutamenti climatici? Possiamo fare a meno dell’energia nucleare? Cosa comporta la sostituzione di oltre un miliardo di automobili e camion a benzina o gasolio con altrettanti elettrici? Quali costi in più avremmo con il ricorso alle fonti rinnovabili e quali in meno? Domande complesse, ma non c’è più tempo da perdere. Buona lettura
G
. N.

 

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