“Chi ha paura di Facebook?”

L’ombra dei poteri forti e la costruzione di relazioni senza corpi segnano Facebook, tuttavia non si può liquidare come trionfo del narcisismo un fenomeno che abbatte barriere, muove pensieri, gioca sul bisogno di condivisione.

 

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UN LAVORO FAVOLOSO [EUGENIO MELANDRI]
Cento euro per sostenere il lavoro favoloso che fate

DOVE SI ANNIDA LA SPERANZA [ELETTRA WAVE]
E come si potrebbe ormai perdersi il mare di impulsi magnetici che ci catturano ogni giorno tramite Comune! Siete presenti dove si annida la speranza, dove la pedagogia buona chiama alla militanza del bello e del giusto. Sempre attenti con la sensibilità dei giusti, verso gli ultimi che si fanno primi in ogni vostra pagina

CHI HA PAURA DI FACEBOOK?
L’ombra dei poteri forti e la costruzione di relazioni senza corpi segnano Facebook, tuttavia non si può liquidare come trionfo del narcisismo un fenomeno che abbatte barriere, muove pensieri, gioca sul bisogno di condivisione
LEA MELANDRI

DIGITAL NIGHTMARE? PAOLO MOTTANA
I DUBBI SU FACEBOOK. E QUALCHE DOMANDA
L. M.
«MI PIACE» NON SIGNIFICA COMPRO MARCO TROTTA

IL 2015 È STATO UN ANNO ATROCE
Uno stato di eccezione non dichiarato per controllare la popolazione e soffocare la resistenza. Certo, in ‪‎Messico la violenza, il cinismo, la corruzione dilagano forse più che altrove ma qualcosa di analogo, con gradi e modalità molto diverse, avviene ovunque. Non sembra sensato chiedere soluzioni allo stesso sistema che genera le atrocità, intrappolato com’è in una logica distruttiva che non riesce ad arrestare. Il problema sta nel fatto che questo comportamento suicida mette a rischio la specie umana e la vita sul pianeta, inoltre il sistema pu&og rave; difendersi solo con un autoritarismo crescente. Perché continuare ad avere fiducia nel fatto che governi e istituzioni prendano decisioni contrarie agli interessi di coloro che li controllano? Sarebbe questa la lezione principale dell’anno, una lezione che siamo ben lungi dall’aver imparato. Eppure c’è uno spazio reale, non illusorio né utopico, per la speranza
GUSTAVO ESTEVA

INSEGNARE È LIBERTÀ
Siamo a un bivio: gli insegnanti rischiano di diventare piccoli funzionari di Stato, soggetti da valutare, monitorare, controllare, oppure possono andare a scuola con lo slancio e la consapevolezza che ogni incontro non rientra mai in nessun protocollo. Si tratta di pensare di pensare l’insegnamento come libertà, ciò che ogni giorno permette di correggere il tiro delle proprie scelte e di far sudditi di ogni bambino e bambina il programma, le Indicazioni o qualsiasi diavoleria pensata dall’alto…
CLAUDIA FANTI

IL 2015 DELLA SCUOLA ALAIN GOUSSOT
IN CLASSE A MODO MIO ROSARIA GASPARRO
LA CRISI CULTURALE DELLA SCUOLA ITALIANA ANTONIO VIGILANTE

DONNE COLPEVOLI DI “STREPTOCOCCO”
Tra il 25 e il 31 dicembre 2015 sono morte di parto, in Italia, cinque donne. Non sapendo un beato nulla delle vicende i professionisti dell’informazione, pur di non ammetterlo, si sono ingegnati a essere assai “disinformanti”. Voluta o meno, la direzione indicata dai testi era chiarissima: dare la colpa alle donne morte. In due articoli si suggerisce che le partorienti siano decedute perché “troppo vecchie” per fare figli (mentre la loro età va dai 23 ai 39 anni), oppure perché “obese” (in Italia ormai si definiscono tali tutte le donne adulte che pesano più di 40 chili). Pare che lo streptococco sarebbe una della cause delle morti, almeno nel caso di Giovanna, già mamma di due bambini, morta assieme al feto di otto mesi a Brescia (le indagini sono in corso). “Le uniche cose chiare in questa manfrina – scrive Maria G. Di Rienzo – sono: 1) chi ha redatto il pezzo non sa cos’è uno streptocco; 2) l’ospedale non ha colpa alcuna, responsabilità zero, fa sempre tutto nel migliore modi e come poteva sapere che la signora si era portata uno streptococco da casa, eh? Ma se le analisi non le fa un ospedale da 3.700 parti l’anno chi deve farle, io?
MARIA G. DI RIENZO

IL BISOGNO DI DISIMPARARE
Ecovillaggi, co-housing, minicirchi, scuole libertarie, car pooling, woofing… Abbiamo bisogno di disimparare. Ecco un inno gentile alla disobbedienza
ALESSANDRA MAGLIARO

CREARE BENI COMUNI GEORGE CAFFENTZIS E SILVIA FEDERICI
NUOVI MOVIMENTI CHRIS CARLSSON
COMINCIARE A VIVERE BENE, QUI E ADESSO ANDREA BIZZOCCHI

IMPASTATO E FAVA? I MORTI SONO ALTRI
Un 5 gennaio nasceva Peppino Impastato, un 5 gennaio la mafia assassinava Pippo Fava… “Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!…”” (P.I.)
ALESSIO DI FLORIO

ABBIAMO ABBRACCIATO UN ULIVO
Questo è un popolo che si ribella: mostra fotografica
TIZIANA CICOLELLA

L’ABC DEI COMUNI VIRTUOSI
Edizioni speciali della Scuola di Altra amministrazione
MARCO BOSCHINI

LA MERAVIGLIA DEL CIRCO SOCIALE
“Vogliamo portare spettacoli, parate e laboratori in quelle zone del mondo dove la vita si complica a causa di povertà, guerre e sfruttamento”, dicono quelli di Circo InZir (che in emiliano significa ‘in giro’). Dopo Algeria e Guatemala, il collettivo di artisti nato a Bologna (e che raccoglie una decina di giovani artisti tra giocolieri, clown, funambol) è pronto a partire per il Corno d’Africa: “Il circo di strada è uno degli strumenti migliori per creare rapporti sociali e diminuire le distanze…” [notizia, foto, video e proposta]
REDATTORE SOCIALE

RIBELLARSI CON UNA BIBLIOTECA
Una biblioteca che chiude dovrebbe essere considerato sempre un lutto nazionale, scrive Giorgio Nebbia. Lutto ancora più doloroso se la biblioteca, come la Giovenale di Roma, è in periferia e se col tempo è diventata non solo un presidio culturale e sociale ma anche un archivio storico sui temi ambientali. Gli amministratori del Comune senza sindaco più noto d’Italia hanno comunicato ai cittadini, agli studenti e alle studentesse e agli operatori che se vogliono tenere aperta la biblioteca dovranno pagarsela di tasca propria. Tuttavia hanno sottovalutato la protesta, soprattutto degli studenti (nell’articolo le foto della grande azione diretta del 28 dicembre, biblioteca a cielo aperto): al momento il Comune di Roma è s tato costretto a concedere almeno una proroga di alcuni mesi (senza fondi)
GIORGIO NEBBIA

 

 

 

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